DeFi : il Mondo Nuovo della finanza?

Deepit AG
8 min readApr 28, 2019

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La c.d. “Finanza Decentralizzata” (Decentralized Finance > “DeFi”) è l’ambito in cui l’utilizzo delle tecnologie collegate alla blockchain sta avendo una crescita sostenuta, sia come strumenti disponibili sul mercato sia come valori economici canalizzati nel sistema.

In generale si vuole ricondurre alla categoria in esame tutte quelle applicazioni che consentono di svolgere in ambito blockchain — e quindi in maniera completamente decentralizzata e indipendente da un’autorità centrale — una serie di attività che finora erano riservate alla finanza tradizionale, o nella migliore delle ipotesi al suo ramo “fintech”.

Le opportunità offerte da questi innovativi strumenti sono molteplici e ne stanno decretando il successo presso il pubblico di utilizzatori:

  • Permissionless: chiunque può avere accesso, senza limitazioni di alcun tipo.
  • Censorship resistant: le transazioni non possono essere bloccate né servono autorizzazioni da parte di soggetti terzi.
  • Rischio di controparte ridotto: poiché i fondi sono e restano all’interno della blockchain pubblica (in appositi smart contract) non ci sono rischi collegati alla custodia dei fondi.
  • Trasparenza: tutte le transazioni sono tracciabili e visualizzabili nella blockchain pubblica.
  • Efficienza e velocità: il sistema è gestito da software automatici, senza alcun intervento umano.

Ovviamente ci sono delle debolezze, dovute al fatto che gli strumenti sono molto giovani e in continua evoluzione: poca liquidità, spread elevati, lacune legislative, una User eXperience spesso elementare. Inoltre, non tutti i progetti sviluppati finora hanno attuato una decentralizzazione completa in tutti momenti coinvolti nell’apertura e gestione delle posizioni.

I due estremi sono la custodia dei valori — che tutti i progetti gestiscono in maniera decentralizzata — e lo sviluppo del protocollo — che invece è assolutamente centralizzato. In mezzo, una serie di attività che ogni piattaforma gestisce in maniera diversa:

  • Depositi e prestiti: in ogni piattaforma DeFi che si rispetti, c’è un’altissima decentralizzazione di queste due attività, che devono svolgersi in maniera automatica e senza interazione umana.
  • Chiusura delle posizioni: quando il collaterale scende sotto il livello minimo, la posizione va a rischio di essere chiusa; quest’attività è lasciata all’iniziativa dei singoli, i quali — con meccanismi diversi per ciascun progetto — possono andare a ripagare il debito, liquidando il collaterale e intascando una percentuale extra come incentivo.
  • Liquidità con cui chiudere le posizioni: tutti i valori depositati a garanzia dei prestiti sono gestiti da smart contract, per cui nell’eventuale liquidazione tutto si svolge in maniera decentralizzata.
  • Tassi d’interesse: la decisione è gestita ancora in maniera prevalentemente centralizzata — anche dove sembra che la governance sia affidata alla community (es. MakerDAO), in realtà la maggioranza dei voti è in mano a pochi e influenti soggetti.
  • Prezzi di riferimento: è un momento importante perché determina se una posizione diventa liquidabile; la scelta delle fonti (i c.d. “oracoli”) è ancora centralizzata, ma poi i meccanismi di calcolo sono automatici e trasparenti.

Sono tre gli ambiti principali in cui si muove la DeFi: lo scambio di valori (exchange decentralizzati), le attività di deposito/prestito e gli investimenti a rischio (margin trading). In questa overview lasceremo da parte l’argomento degli exchange decentralizzati, non perché sia meno importante — tutt’altro — ma perché vogliamo porre l’attenzione su quegli strumenti che stanno creando un nuovo paradigma nell’erogazione di servizi finanziari.

Il progetto di maggior successo e diffusione è MakerDAO.

E’ una piattaforma dall’architettura molto complessa ma geniale, che si distacca da tutte le altre iniziative decentralizzate che vedremo più avanti per via della sua duplice azione:

  • Da un lato, consente di ottenere crediti a fronte di un deposito di ETH come collaterale a garanzia
  • Dall’altro, cosa molto più importante, riesce a creare un nuovo modello di “stablecoin” completamente decentralizzato e slegato dal mondo della valuta fiat.

Depositando ETH su MakerDAO non si ricevono interessi attivi, poiché il deposito è funzionale esclusivamente all’ottenimento di un prestito da parte della piattaforma. Il prestito però è erogato nella stablecoin DAI, la quale viene creata appositamente per l’utilizzatore che ha richiesto l’apertura della posizione.

Quindi:

(a) Si depositano ETH per un valore di 2000 USD

(b) Si richiede un prestito per un valore di 1000 USD

© MakerDAO crea 1000 DAI e li eroga all’utilizzatore

(d) Decorrono gli interessi passivi

(e) Alla data X l’utilizzatore rimborsa i 1000 DAI + gli interessi

Per maggiori dettagli sul funzionamento di MakerDAO e su come utilizzare questo strumento, rimandiamo alla Guida pubblicata nel nostro blog.

Ci basti sapere che MakerDAO ha avuto un enorme successo, raggiungendo un market cap di oltre 90 milioni di USD a fronte di oltre 2 milioni di ETH bloccati a garanzia. DAI è l’unica stablecoin a non essere collateralizzata da depositi in valuta fiat ed è riuscita in tutti i 15 mesi di vita a mantenere una sostanziale parità con lo USD.

Un altro buon progetto è Compound, che ha una struttura più tradizionale non dovendo creare e sostenere una stablecoin.

Compound è, di fatto, una Cassa Depositi e Prestiti nella quale è possibile depositare somme ricevendo un interesse attivo, e dalla quale si possono ottenere dei prestiti pagando un interesse passivo.

Si può depositare per costituire un collaterale sul quale accendere un prestito o semplicemente per essere retribuiti con un interesse attivo. Qualora si decida di prendere un prestito, si dovrà sempre rispettare il margine di garanzia minimo del 150% (che costituisce la soglia alla quale la posizione rischia di essere chiusa automaticamente: pertanto meglio mantenere un rapporto debito:garanzia pari a 1:2).

Al momento Compound accetta le seguenti valute: WETH, DAI, BAT, REP, ZRX. Non ha un proprio token, per cui tutti gli interessi attivi e passivi vengono regolati nella stessa criptovaluta in cui sono state aperte le posizioni.

Complessivamente totalizza depositi per un controvalore di 235.000 ETH, e ha posizioni debitorie aperte per circa 28.000 ETH equivalenti.

Dharma è a oggi il terzo progetto in ordine di importanza, e si propone come punto d’incontro tra domanda e offerta di credito: sostanzialmente chi vuole depositare ETH o DAI (le uniche coin supportate per adesso), deve attendere che ci sia una controparte che voglia prenderli in prestito.

La durata dei prestiti è fissa a 90 giorni, e le somme depositate — una volta che la “proposta di credito” ha trovato una controparte — devono restare bloccate fino alla scadenza, a meno che ci sia un rimborso anticipato.

La proposta di Dharma è molto aggressiva, se consideriamo che oggi i depositi in DAI sono remunerati con il 14% e quelli in ETH il 2,50% su base annua (non sappiamo però quanto durerà questa promozione) . Inoltre la percentuale di garanzia del collaterale, al di sotto della quale scatta la liquidazione forzata, è del 125% contro il 150% dei concorrenti.

A breve sarà introdotto anche il supporto per i BTC, presumibilmente la loro versione “tokenizzata”, ossia i WBTC.

DyDx è un protocollo nato nel 2018 per consentire di sviluppare su di esso delle piattaforme di margin trading, di cui la prima è stata ExpoTrading.

Su ExpoTrading si possono compravendere token rappresentativi di posizioni in leva su ETH — sia short sia long e con valori da 1,5X a 2x — il cui valore sale o scende in funzione della quotazione del sottostante: quando ETH si apprezza, il token LETH (long-eth) sale di prezzo e quello di sETH (short-eth) scende; viceversa quando ETH si deprezza.

ExpoTrading è una piattaforma elementare, sia come possibilità operative sia come interfaccia utente, infatti muove valori compresi tra 1500 e 2000 ETH.

In questi giorni è stata lanciata la nuova piattaforma DyDx, che consente sia di operare in margin trading (con leve aumentate fino a 4x) sia di operare con depositi e prestiti. Tra le novità introdotte, notiamo una ridottissima percentuale di collaterale minimo richiesto – solo l’1,15% di quanto preso in prestito – e la possibilità di guadagnare interessi attivi anche su quanto depositato in garanzia.

Per finire con gli strumenti tipicamente DeFi parliamo di Fulcrum, la piattaforma di trading e lending basata su protocollo “bZx”, le cui anticipazioni lasciano intuire un elevato grado di decentralizzazione: il lancio era previsto inizialmente il 12 aprile 2019, poi è stato rimandato per ulteriori verifiche sulla sicurezza del codice.

Completiamo la rassegna parlando di una tipologia di strumenti che impropriamente si vogliono inserire nella categoria “Finanza Decentralizzata” ma in realtà sono piuttosto ibridi, tendenzialmente più vicini a modelli di vecchia concezione.

Uno su tutti — forse il più importante — è BlockFi, un progetto controllato da una società commerciale (e quindi totalmente centralizzato) che eroga prestiti a fronte di depositi in criptovalute, e remunera con interessi attivi chi blocca dei fondi in deposito.

In comune con il mondo blockchain c’è l’utilizzo di ETH o BTC come collaterale a garanzia, e la possibilità (teorica) di avere l’approvazione del prestito dietro semplice deposito del collaterale. In realtà ci sono molti momenti di centralizzazione in questo strumento: la custodia dei valori è presso la società, esiste l’obbligo di registrarsi come clienti e la necessità di fare una richiesta di concessione del prestito — che sarà poi decisa sulla base della residenza e del “credit history” del richiedente.

Invece, negli strumenti analizzati in precedenza, ci si muove al 100% in modalità blockchain ossia connettendo un nostro address alla piattaforma attraverso un web3 wallet (Metamask) e procedendo senza alcuna interazione umana.

Il mercato del credito è uno dei settori economici dove maggiormente l’utilizzo della blockchain può cambiare le carte in tavola e creare nuovi paradigmi operativi. Forse non sostituirà completamente gli strumenti tradizionali, ma si affiancherà a essi ritagliandosi una nicchia sempre più importante, e creando una fortissima spinta competitiva.

Il nostro Team sta studiando la materia con molta attenzione, per fornire il consueto supporto helpdesk e creare nuovi strumenti didattici ad hoc.

Autore: Mauro Baeli, COO @Deepit AG

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