U Buletin 2.0 — dal 4 maggio.

don Diego Goso
4 min readApr 27, 2020

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Credo di non dover elemosinare la patente di internet in giro: frequento come produttore di contenuti la rete da quando esiste e penso di poterne timidamente dire qualcosa. Per questo molto raramente la utilizzo per questioni di fede: l’ho fatto con due iniziative semplici semplici in questo periodo di pandemia (“antidoti di fede” e “quattro chiaccheriere con donDi”) perchè era un’occasione per ritrovarsi e tenersi in contatto ora che i “canali soliti” erano saltati, ma nulla più. Ho affidato in questi anni invece le mie riflessioni religiose ai libri: “luoghi” dove hai il tempo e il pubblico migliore (quello che ti sceglie nell’universo immenso della libreria per ascoltarti, e che quindi ci tiene davvero) per esprimere cosa sia per me l’esperienza di Dio. E poi, fuori dai media, nelle forme tipiche della Chiesa: il pulpito, la catechesi, l’incontro personale sacramentario e non e — seppur ancora legata all’attività di scrittore- le conferenze e la corrispondenza con i lettori (con infiniti ritardi quest’ultima, ahimè).

Non sto dicendo per nulla che fare così sia giusto. Racconto solo la mia scelta: conosco la fama effimera che la rete ti regala (ah, l’epoca gloriosa dei blog…) e come sia essa rapida a sfumare in una corsa a “stare sempre on line” per non farti dimenticare, che poi alla fine ti chiedi: lo sto facendo per le mie statistiche o perchè ricordo ancora il motivo per cui ho iniziato?

Non mi piace inoltre questa licenziosità della rete per cui ogni cosa può essere presa a calci da chiunque: dove tu scrivi “bianco” e non ti viene risposto “nero” ma “grasso” o “alto” o “formaggino”: non perchè interessi discutere, che sarebbe anche bello, ma solo per fare la pipì e lasciare il proprio segno, magari dando fastidio a te o reagire di pancia alla cosa che tu puoi aver detto di testa e di cuore. Prego sempre che le persone, di cui leggo certi commenti in giro, siano solo in cerca di una piccola autoaffermazione o dei senza coraggio che si regalano dosi di emozione sganciandosi veleno da dentro: perchè altrimenti abbiamo problemi molto più grossi della pandemia. In ogni caso non voglio che il mio rapporto con Dio venga sottoposto a questo fuoco. Tutto il resto pazienza: le mie scelte politiche, i miei gusti informatici (forza Apple!), cosa leggo-faccio-guardo-mangio-ascolto-apprezzo o disdegno, financo i miei affetti che vi racconto senza problemi da sempre; tutto questo sì, in rete ce lo metto. Ma Dio no. Dio non lo faccio toccare da questa roba.

Ripeto: sto solo parlando di me, delle mie scelte (tipica auto affermazione, no?), non dando consigli ad altri che giustamente fanno quello che vogliono.

E per tutto questo di solito non entro neppure in merito alle questioni religiose o di chiesa che emergono nel flusso rapido ed inarrestabile dei social. Mi sia concesso aggiungere che ho il privilegio e l’onore di gestire il sito di una diocesi intera e che sono incaricato dell’ufficio di comunicazioni della stessa: per cui di fede, chiesa e “cose di religione” su internet ne parlo in realtà eccome, ma con i tempi e i modi che mi sembrano giusti per proteggere quella che per me è la cosa più importante.

E in questa cornice fin troppo ampia — grazie per aver letto fino a qui — che vi presento allora l’iniziativa che sta per nascere: una newsletter sulla chiesa e la vita di fede. Bum. Tutto qui? Un’altra? Ma non ne esistono già milioni? Vero. E tra poco saranno una milioni+una. Un’altra sì: ma questa sarà fatta… a modo mio. Con un pizzico di pepe e mescolando insieme, spero bene, curiosità, umorismo, spiritualità e notizie.

Uscirà dal lunedì al venerdì. La riceverete gratuitamente nella casella di posta elettronica. Potrebbe diventare un appuntamento gradito per respirare un poco, senza il rumore assordante dei like, delle polemiche, degli influencer di passaggio, il… profumo del Vangelo, se posso citare il titolo del mio ultimo libro. Se vi interessa vi scriverò qui tutte le informazioni nei giorni appena prima del lancio: (iscriversi sarà ovviamente molto semplice, basterà inserire la propria mail… e via…). 300 persone ricevono già la newsletter pubblica diocesana “Antidoti di fede” ma fidatevi, che quella è roba preistorica… qui sarà tutto un altro genere di musica.

Mi sembra una modo buono per parlare di Dio per come è bello e giusto trattare di Lui: con un pubblico appassionato, in ricerca, in vera voglia di dialogo e senza la sbavature degli infelici. Che ne dite?

Si inizia il 4 maggio. Sì, caro il mio Conte… te la do io la vera fase due!

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