Bruxelles, Qatar

Donatello D'Andrea
3 min readDec 13, 2022

--

Fonte immagine: Google Immagini

I fatti: da qualche giorno circola la notizia di un un’indagine della magistratura belga su un caso di presunta corruzione da parte del Qatar all’interno del Parlamento europeo. L’obiettivo era quello di ammorbidire le posizioni dell’Unione nei confronti della monarchia del Golfo. In cambio di ingenti somme di denaro e regali. Si parla di una cifra che si aggira intorno al milione di euro – somme che sono in crescita.

Le accuse spaziano dall’associazione a delinquere, alla corruzione e al riciclaggio di denaro. Si tratta di capi d’accusa pesantissimi, che colpiscono l’UE in primis, alle prese con il primo caso del genere, il quale potrebbe addirittura espandersi.

Il primo nome degli indagati che è stato reso pubblico è quello di Antonio Panzeri, ex europarlamentare del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D). Insieme a lui sarebbero coinvolti: l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati ITUC Luca Visentini, rilasciato in un secondo momento, ed Eva Kaili, una dei 14 Vicepresidenti del Parlamento europeo.

Altri indagati sono Francesco Giorgi, compagno della vice presidente e assistente dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, e Niccolò Figà-Talamanca, capo della ONG “No Peace Without Justice”.

La Presidente del Parlamento UE Roberta Metsola ha subito sospeso Kaili, togliendole le deleghe, e ha preso le difese delle istituzioni europee, parlando anche di “attacchi esterni”. La Commissione, invece, per ora tace. Von der Leyen ha preferito non rispondere alle domande della stampa sul caso (se non con qualche frase di circostanza)

Sullo scandalo ci sono da dire poche cose. Due, essenzialmente. In realtà ce ne sarebbe una terza che inerisce il dibattito politico italiano ed è relativa alla presunta verginità della sinistra che sarebbe stata in qualche modo «smentita». Si tratta di pure e semplici questioni di lana caprina, che c’entrano poco con la politica e riguardano più una percepita inferiorità – e un tantino di vittimismo – della destra nei confronti della sinistra. Sensazioni peraltro ingiustificate dato che la verginità in politica è soltanto una leggenda e l’onestà non dipende dall’appartenenza politica bensì dal «fattore umano».

Per quanto sia incredibile e presentato dalla stampa come qualcosa di eccezionale, sinceramente non riesco a comprendere da dove venga questo sentimento di sorpresa e di sgomento. L’Europa tratta con Erdogan. E non solo alla luce del sole. Ci sono movimenti di diversi miliardi di euro tra Europa e Turchia. Il fatto che si “tratti” anche con il Qatar è una cosa altrettanto “normale”. A sconcertare è la modalità? Quello europeo, come gli altri parlamenti, è popolato non solo dai politici ma anche dai lobbisti. Nell’Unione Europea sono addirittura “regolamentati” e siedono all’interno dei vari comitati. Lobbisti e gruppi di pressione agiscono sulle decisioni dei parlamentari adottando numerosi strumenti, dalla persuasione politica a quella economica, passando anche – e purtroppo – attraverso cose meno lecite come le tangenti (di solito vi ricorrono quelli dei Paesi extra-europei, fuori dagli accordi di trasparenza che invece regolamentano le lobbies europee).

Cosa avrebbe chiesto il Qatar al Parlamento? Non è ancora chiaro, a dire il vero. Si parla di indulgenza e in molti potrebbero pensare alle parole della Vicepresidente Eva Kaili poco tempo fa, in cui venivano lodati i passi in avanti compiuti dal Qatar sui diritti del lavoro. Ma il solo fatto di aver creato una sponda diplomatica tra UE e Qatar significa molto.

Ovviamente il tutto è moralmente discutibile ma non è una sorpresa. Ben vengano le indagini, comunque.

Il secondo appunto riguarda la reazione dell’UE. Il danno d’immagine è grande ed evidente. Parlare di presunti e immaginari “attacchi alla democrazia”, quando invece la questione è “molto più semplice” — trattandosi di un caso di corruzione di “democraticissimi” funzionari europei — affonda ancor di più la già traballante credibilità delle istituzioni europee. La risposta deve essere decisa, non ambigua e soprattutto chiara. Alle azioni dimostrative, come la giusta sospensione della Vicepresidente, devono seguire delle fatti tangibili. Le possibili strade da intraprendere sono soltanto due: prendere le difese degli accusati oppure scegliere una linea dura e fare chiarezza sulla vicenda.

Fino ad ora, sembrerebbe però, che l’UE non sia in grado di prendere alcuna direzione, complice sicuramente il fatto che sia la prima volta che l’Unione Europea viene investita di uno scandalo legato alla corruzione.

Segui il mio blog su Instagram: L’Informazione – Blog Politico.

--

--

Donatello D'Andrea

International Relations analyst, political scientist, dreamer, AC Milan supporter.