TAKE MY BREATH AWAY…

Lucy in the Sky
3 min readNov 7, 2018

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https://youtu.be/Bx51eegLTY8

All’interno del NorthShore Evanston Hospital si trova il Granger Center for Simulation and Innovation (GCSI), uno dei più grandi, se non proprio il più grande, centro multidisciplinare di simulazione di tutti gli Stati Uniti.
In soldoni, per chi è del mestiere, una figata! Per capirci, una specie di gigantesco Gardaland dedicato a qualsiasi tipo di simulazione medica: dalle sale operatorie, alla laparoscopia, alla endoscopia digestiva, alle vie aeree, ai drenaggi toracici, al parto…tutte le procedure possibili immaginabili lì sono simulabili.

Ed è un bel vantaggio: perchè attraverso la simulazione migliora la performance clinica, si riducono gli errori, si perfeziona il lavoro in team e quindi, in definitiva, si aumenta la sicurezza del paziente.
La regola aurea qui è: mai per la prima volta su un paziente vero! Da noi invece, purtroppo, vuoi perchè le risorse sono decisamente più limitate, vuoi perchè la cultura della simulazione non è così diffusa, le cose vanno un po’ diversamente…ma noi siamo qui anche per questo! Per partire dalle basi, piccoli ma solidi mattoncini per edificare interi castelli. Perform it at your best, and repeat, and again, and again, and again…

Ad attenderci oggi una giornata dedicata alle vie aeree. Amazing!!!
Adulto, pediatrico, difficile…ce n’era per tutti i gusti. “Metti il tubo, togli il tubo Daniel-san”. And again, it’s easy.
Perché anche quando il gioco si farà duro, quando la situazione precipiterà, tu non avrai paura: saprai già cosa fare, perchè l’hai già provato un sacco di volte! Si tratta solo di 3 semplici step:

P reparation

P osition

T echnique

A loro volta suddivisi in altri sotto-passaggi, ma a furia di ripeterli già ad occhio sai subito se c’è qualcosa che non torna. E, in caso di imprevisti, se la tua preparation è stata accurata, nessuna paura, hai già tutto a portata di mano.
Insomma, è stata una giornata davvero proficua, che è proprio volata!

E, tra una via aerea e l’altra, abbiamo anche trovato il tempo per una piccola pausa pranzo in una botteghina lì vicino, giunsto per mangiare un super-ciccio-sandwich-American-style che spaccava. Con il proprietario che, guardandoci, strabuzza gli occhi ed esclama “Are you…really…doctors?!?” — la colpa è di S. secondo me, perchè ha avuto la stessa identica conversazione in aeroporto con l’addetto ai passaporti a quanto pare — “Yep…” “Oh, I did a CT scan last week, and they sent me directly to the E.R.!” “…”

La storia sapete già come finisce…finisce con lui che ci racconta di aver avuto un’embolia polmonare e, soprattutto, ci chiede “Why did it happen?”.
E tu traducigli “Boh, che ne so, ‘sticazzi, io volevo solo mangiare un panino”!

”Bad luck my friend, bad luck…Bye!”

Insomma, 7415 km per ritrovarsi nelle stesse identiche situazioni vissute a casa e capire che in fondo, sotto sotto, tutto il mondo è paese. Già, tutto sommato Chicago non è poi tanto diversa dalla profonda provincia veneta.

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