MULTIVERSUM, gli attori del progetto raccontano… di Michele Orzan

Elio Riba
5 min readOct 12, 2018

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Michele Orzan, Foundation Board President

Come Digital Leader del World Economic Forum, mi interesso di blockchain dal punto di vista istituzionale e di governance, carica che ricopro insieme ad altre in vari think tank, istituzioni internazionali, non profit, ONG e social business sin da quando ho deciso di vendere le mie aziende e di dedicarmi ad attività pro-bono utili alla società in cui viviamo. Sono un critico del capitalismo moderno, che preferisco studiare e modificare dall’interno, visto come amico, piuttosto che combattere dall’esterno. Qualche informazione generale sulle mia attivita è reperibile sul profilo LinkedIn (linkedin.com/in/orzan) e pagina Facebook (facebook.com/orzan.michele), mentre per la parte relativa alla tecnologia blockchain un punto di partenza può essere la mia ultima intervista su Cointelegraph, una delle testate primarie del settore crypto (cointelegraph.com/news/wef-blockchain-could-improve-multiple-spheres-of-global-economy).

A gennaio di quest’anno ho scoperto con interesse il progetto di Andrea Taini, che conoscevo da tempo in quanto residente a Budapest, dove ci sono gli uffici di varie istituzioni con cui collaboro.

Multiversum si è proposta sin dall’inizio come progetto molto ambizioso e rivoluzionario, esattamente quello di cui la tecnologia blockchain ha molto bisogno. Inoltre andava verso la soluzione delle principali preoccupazioni dal punto di vista ambientale (come l’eccessivo uso di energia, nonché lo spreco e inquinamento nella continua corsa alla sostituzione di hardware con macchine e server sempre più potenti), argomenti molto vicini al mio impegno sociale.

Dopo un esame del whitepaper e una iniziale valutazione della fattibilità con l’aiuto di altri colleghi del WEF, ho accettato con entusiasmo il ruolo di advisor nel progetto.

Progetto che aveva indubbiamente lati molto positivi ma anche altre limitatezze. Il principale punto di forza era la velocità con cui tutto l’apparato per la ICO era stato messo in campo, pagato tuttavia con una eccessiva eterogeneicità dei membri del team, tirati dentro per velocità e non per qualità e compatibilità. Una volta conclusasi con successo la prima parte, queste grandi differenze di esperienza, obiettivi, capacità e competenze, hanno provocato una generale confusione. Le varie persone non riuscivano a mettersi d’accordo su cosa e come operare, quindi facendo di testa propria e senza coordinamento, trascinandosi così sfortunatamente per alcuni mesi senza riuscire ad implementare una gestione ordinata.

Vedendo la situazione peggiorarsi fino ad arrivare quasi ad uno stallo, ho pensato di aiutare l’intero gruppo, invitando ognuno a fare un passo indietro, cercando di aiutare tutti a trovare un accordo sui passi da farsi, che, prima per la frenesia e il superlavoro durante la ICO, e poi successivamente per il protrarsi delle incomprensioni, non erano stati fatti.

Avendo molto a cuore il progetto, che può decisamente apportare a un notevole avanzamento dello tecnologia blockchain e dare una spinta a migliorare l’impatto ambientale della stessa, ho accettato di aiutare e di espormi come figura super partes, al fine di garantire sia i soci e membri del team sia ad i vari stakeholder.

Indubbiamente una scelta non facile, vista la confusione e i ritardi accumulati, ma indubbiamente utile alla risoluzione dei problemi e forse motore di una nuova spinta verso il completamento di quanto iniziato. Scelta non facile anche perché quando si decide di prestare il proprio nome in momenti difficili, c’è la reputation risk in agguato. Spero tuttavia di poter apportare la necessaria tranquillità ed esperienza al servizio sia di questa comunità che della società in generale.

Passando da advisor esterno ad attore in prima linea, il primo impegno è stato il consiglio di semplificare la struttura sia sotto il punto di vista organizzativo che sotto quello dei costi (visto il crollo di ETH che ha tagliato a un quarto il valore della raccolta), mettendo la sede della fondazione a Budapest, semplice ed economica, ad un costo che è una frazione di quanto si sarebbe speso a Malta. Dopo aver visto i preventivi, e malgrado varie spese legali, notarili e gestionali siano state già fatte, ho consigliato di metterci una pietra sopra e di ripartire ex novo spendendo meno e tenendo la sede vicino ad almeno uno dei fondatori.

Per quando riguarda il team di persone che in momenti differenti ruotava sul sito, ho notato che si sarebbe potuto semplicemente spiegare i motivi di ogni cambiamento (evoluzione normale ed in effetti auspicabile vista la particolarità sopra descritta), rassicurando la comunità indicando le normali ragioni degli avvicendamenti. Evoluzione che, sebbene lenta, ha effettivamente portato benefici e maggiore governabilità.

La questione della società bielorussa che doveva occuparsi dell’attività commerciale for-profit di Multiversum, che Andrea Taini ha messo in liquidazione, si riconduce al ritardo biblico che avrebbe avuto l’accettazione di Multiversum nel Hi-Tech Park. Come il founder mi aveva spiegato, la Bielorussia era stata scelta in quanto primo paese europeo a dotarsi di legislazione (e non semplici indicazioni e/o direttive) riguardante le ICO e le criptovalute, il che avrebbe garantito una tranquillità legale e operativa. Purtroppo la legislazione speciale era limitata alle società residenti nel HTP, mentre la effettiva localizzazione sarebbe potuta avvenire solo a fine 2018, decisamente troppo tardi. Il mio suggerimento qui sarebbe quello di acquisire a basso costo una società già esistente e facile da gestire, idealmente vicina alla fondazione. Mi pare che il team sia disponibile a fare una scelta compatibile.

Per quanto riguarda la fondazione (Multiversum BC Foundation, Multiversum BC Alapitvány in ungherese), finalmente costituita il 6 ottobre 2018, ed ora in attesa di registrazione da parte del tribunale, ho accettato volentieri di fare il presidente del board, per portare ancora il mio contributo durante le scelte con il ruolo sia di conciliatore che di spinta nei momenti di necessità. La fondazione, su mio suggerimento, ha aperto il suo conto bancario primario presso la Magnet Bank, la banca ungherese facente parte del movimento delle banche etiche (vedasi it.wikipedia.org/wiki/Banca_etica ma ancora meglio en.wikipedia.org/wiki/Ethical_banking in inglese).

Questo è l’inizio di una serie di passaggi tardivi ma finalmente in processo, necessari per dare struttura, ordine e organizzazione a questa iniziativa ambiziosa, di grande respiro e rivoluzionaria nel campo della tecnologia blockchain.

Nel frattempo mi sto anche attivando per creare le partnership e collaborazioni utili a un degno sviluppo del programma, anche superiore a quanto inizialmente programmato, con qualche proposta per ora confidenziale ma di sicuro impatto quando realizzata.

La configurazione della Fondazione è la seguente:
Founders: Andrea Taini, Elio Riba.
Foundation Board President: Michele Orzan.
Board: Andrea Taini, Elio Riba, Michele Orzan, Alberto Manassero, Luigi Gallareto.

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