Emanuela Bottiglieri
3 min readJul 2, 2018

RIFLESSIONI SULLA CRESCITA DELLA TECNOLOGIA INFORMATICA

E LE RELATIVE IMPLICAZIONI ETICHE

La società in cui viviamo è ormai impregnata di tecnologia, e l’uomo vive in relazione ad essa, che nasce con l’intento di migliorare la vita dell’umanità mettendosi al servizio del progresso dell’essere umano. All’interno di un quadro tanto vasto rientra la tecnologia informatica che opera non solo in ambito tecnologico, ma anche in quello sociale ed etico.

Questo suo agire in più campi ha condotto alla nascita dell’etica informatica, una branca della filosofia che tratta di come i professionisti informatici debbano operare in modo da attenersi alla condotta sociale e professionale. Aspetto essenziale essendo che l’informatica non può limitarsi solo agli aspetti tecnici e normativi, ma deve prendere in considerazione anche l’impatto sulle persone e sull’ambiente tenendo in considerazione i “pericoli” a cui può condurre.

Il primo a trattare questo tipo di disciplina fu Walter Maner, che nel 1978 coniò il termine “Computer Ethics” descrivendo un campo di indagine che affronta i problemi etici creati, trasformati o aggravati dall’Information Technology”.

La “Computer Ethics” descrive le diverse aree della realtà, che vengono influenzate dai computer: il mondo fisico come il pianeta e la biosfera, e il mondo virtuale come il ciberspazio e le idee.

Queste realtà vengono, poi, messe in relazione alle principali aree di criticità o di attenzione della Computer Ethics, come il mondo del lavoro.

In tale contesto risulta importante valorizzare la privacy e l’integrità di chi usa queste risorse. Naturalmente molto dipende anche dalla capacità e dall’attenzione di chi naviga tramite i computer, che arriva ad ottenere informazioni e conoscenze non sempre idonee o lecite secondo le normative vigenti. Si sente, infatti, di violazioni di ogni tipo quali copyright, segreti di fabbrica e brevetti. Il più delle volte sono esperti hacker che agiscono in questo modo, ma talvolta si tratta anche di utenti inesperti, che non hanno una buona conoscenza delle leggi morali vigenti nel mondo digitale e per cercare di limitare i danni e risolvere il problema in alcuni paesi si è cercato di agire attraverso l’istituzione di organizzazioni professionali. Negli Stati Uniti, ad esempio, sono state istituite due organizzazioni, l’“ACM” e l’“IEEE”, che hanno stabilito dei codici etici, i quali includono imperativi morali come: “evitare di danneggiare gli altri” o “essere degni di fiducia”.

Questo è un’ulteriore prova di come la rete possa essere una vera e propria potenza, perché da un lato ci permette di fare qualsiasi cosa (virtualmente naturalmente), ma, come per la realtà, ci sono dei limiti da non oltrepassare che vanno contro quella che è l’etica informatica. Per questo motivo bisogna porre dei limiti soprattutto per chi fa del mondo virtuale e della tecnologia, un modo di vivere e comunicare con il mondo.

Un passo è stato fatto con l’istituzione dei “dieci comandamenti dell’etica del computer”, con i quali viene descritto il giusto comportamento da avere per usufruire della tecnologia per motivi personali e non, senza compiere atti illeciti o danneggiare altre persone. Bisognerebbe insegnare, soprattutto alle nuove generazioni, come usare il computer in modo da mostrare considerazione e rispetto per sé e per gli altri, acquisendo, in tal modo, una “etica digitale”.

BIBLIOGRAFIA

L’etica del computer

Filosofia dell’informatica/L’etica informatica

Come cambia l’etica al tempo dell’informatica

Computer Ethics — Joseph Cobranchi