Genocidi e propaganda
I miei contatti credo sappiano qual è la mia posizione sulla guerra a Gaza, in particolare che le FFAA israeliane stanno abbandonando ogni pretesa di superiorità morale, e i rapporti di crimini di guerra sul campo stanno diventando troppi, e troppo dettagliati, per poter essere ignorati anche da chi, come il sottoscritto, fra le due parti ha sempre dato il proprio sostegno a Israele.
Detto questo, vorrei che la gente la smettesse di cianciare di “genocidio” quando esistono le prove che i bombardamenti e gli attacchi sono per quanto possibile mirati e di precisione.
Capiamoci: ci sono soldati sul campo che hanno commesso crimini di guerra. Questo è successo in ogni guerra, da parte di tutti gli eserciti coinvolti; questo non rende tutti gli eserciti moralmente equivalenti (è un classico argomento di wehraboo e fascisti, che stupri e crimini e occasionali esecuzioni di prigionieri rendano gli alleati e i nazisti ugualmente criminali). Esiste comunque una differenza fra crimini individuali e direttive generali: un soldato che spara a un palestinese con la bandiera bianca, violando gli ordini ricevuti, non è la stessa cosa che l’ordine del comando di Hamas di uccidere tutti i civili israeliani che non è possibile prendere in ostaggio; allo stesso modo in cui il fatto che in Italia esistano i femminicidi non rende l’Italia equivalente a posti come l’Afghanistan dove le donne vengono lapidate per legge se salta fuori che sanno leggere.
Dice, i bombardamenti hanno ucciso 25,000 civili, prova che l’intenzione di Israele è di commettere un genocidio. Può darsi, ma il numero di vittime non dimostra nulla: i 150,000 civili italiani morti nella IIGM non mostrano alcuna volontà genocida degli alleati (di nuovo, con buona pace di wehraboo e fascisti che cercano di sostenere il contrario). Dimostrano solo, una volta di più, che la guerra è una merda e la gente muore.
Varie fonti (Al Jazeera, CNN, Reuters) stimano a circa 25,000 tonnellate le bombe e missili che hanno colpito Gaza dal 7 ottobre ad oggi. Teniamo conto che nelle munizioni aria-terra, l’esplosivo costituisce metà o poco più del peso complessivo; ma anche che gli esplosivi moderni (Octol, RDX, eccetera) hanno una potenza esplosiva fino a 2 volte quella del TNT. Per semplificare i calcoli, diciamo che fino ad ora Gaza ha ricevuto l’equivalente di 25 kiloton di TNT. Adesso facciamo un gioco e usiamo https://nuclearsecrecy.com/nukemap/ per vedere cosa sarebbe successo se quei 25 kiloton fossero esplosi a Gaza City in un colpo solo, “indiscriminatamente”.
Si tenga anche presente che questa stima prevede una sola esplosione, ed un effetto “schermante” dovuto agli edifici. Se quelle 25,000 tonnellate fossero state distribuite sull'intera superficie di Gaza City, e peggio ancora di Khan Younis, con l’intenzione di uccidere civili, è estremamente probabile che il numero di vittime sarebbe almeno doppio o triplo.
Poi c’è anche tutta la discussione su quanti di quei 25,000 siano effettivamente civili e quanti miliziani di Hamas in abiti civili (inclusi i “bambini” di 16–17 anni, magari già con 2–3 anni di addestramento militare alle spalle, visto che il reclutamento di Hamas inizia a 13–14 anni), e quanto sia attendibile il numero in sé - ma son tutti punti su cui per ora si possono solo fare illazioni.
Quello che possiamo dire con una certa confidenza, comunque, è che finora il numero di vittime civili è una frazione di quel che ci si potrebbe aspettare data l’intensità dei combattimenti.
E allora, dice, qual è il problema che ho con Israele, se sta facendo sforzi per limitare il numero di vittime civili?
Intanto, è il numero di vittime civili. Che Israele li stia colpendo deliberatamente o no, il livello dei combattimenti rende inevitabile un livello impressionante di danno collaterale. Quando si parla di “risposta proporzionale”, ci si riferisce in generale a quanto sono giustificabili gli obiettivi perseguiti con un’azione bellica, e a quanto l’intensità dell’azione bellica in sé sia giustificata visti gli obiettivi cercati.
Per esempio, se il vicino parcheggia ogni giorno davanti al mio passo carrabile, il mio obiettivo potrebbe essere che non lo faccia più; l’obiettivo “prendere possesso della sua auto”, ad esempio, non sarebbe lecito anche se effettivamente lui non dovrebbe parcheggiare davanti al passo carrabile. E le azioni intraprese per raggiungere il mio obiettivo devono anche quelle essere proporzionate: chiamare i vigili é perfettamente OK. Chiamare il carro attrezzi e fargli trainar via la macchina è anche quello OK. Tagliargli le gomme, um. Sparargli, decisamente no. Il fatto che lui abbia torto non giustifica ogni mia risposta, solo quelle proporzionali.
Quali sono gli obiettivi di Israele in questa guerra? A sentire il suo governo, l’eliminazione totale di Hamas come entità politico-militare, la liberazione di tutti gli ostaggi, il controllo delle frontiere della striscia di Gaza, e insediamenti militari (e probabilmente civili, come in Cisgiordania) nell'attuale territorio palestinese.
Sono obiettivi raggiungibili?
Il primo, certamente no. Se c’è una cosa che questa guerra ha garantito, è che un’intera generazione di giovani e adolescenti palestinesi vedano adesso Hamas come l’unica forza che si oppone a quella che rischia di diventare un’altra Nakba.
Il secondo potrebbe essere raggiunto, anche se i combattimenti hanno causato la morte di diversi ostaggi (in almeno un caso, uccisi da soldati israeliani che li avevano “scambiati per palestinesi” — come se sparare a palestinesi che agitano una bandiera bianca fosse accettabile…). Ad ogni modo è chiaro che non ci saranno liberazioni senza un cessate il fuoco, il che in pratica significa che questo obiettivo è incompatibile col primo — a cui il governo israeliano sembra dare priorità.
Il terzo e il quarto obiettivo, peraltro, non hanno nulla a che vedere con la sicurezza di Israele, sono semplicemente un contentino di Nethanyahu ai suprematisti sul cui appoggio si regge, per ora, il suo governo (e anche la sua immunità parlamentare, che è probabilmente l’unica cosa che lo tiene ancora fuori di galera). In pratica l’obiettivo è di riportare la Striscia di Gaza alle condizioni che hanno favorito la nascita di Hamas.
Israele ha causato 25,000 morti per perseguire obiettivi che sono impossibili da raggiungere, contraddittori, e in un paio di casi anche criminali.
QUESTO è il problema che ho con Israele, non un presunto “genocidio” che non esiste.