Roma e la metafora della ciclabile

Emilio F. Torsello
2 min readJun 14, 2017

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C’è un tratto di strada che da anni è simbolo dell’abbandono e dell’incuria di cui ormai è preda la città di Roma: la ciclabile del lungotevere; diversi chilometri di pista che evitano di infognarsi nel traffico lento, bulimico e pericoloso come quello romano. Eppure, a partire da fine maggio fino ai primi di settembre — i mesi migliori per percorrerla — senza distinzione di amministrazione, proprio la ciclabile del Tevere viene invasa da bancarelle, pub, e quant’altro, con il solito viavai di persone.

Di fatto, la funzionalità della ciclabile del Tevere è annullata. Impossibile utilizzarla per tornare a casa una volta usciti dall’ufficio o per muoversi in bicicletta nelle ore meno calde della giornata. Cara vecchia retorica sulla mobilità, buona per i comiziacci elettorali e poco altro…nei fatti, le bancarelle a Roma (e non solo) sono un business.

E proprio sul sito del Comune di Roma, a proposito della ciclabile, si legge che “L’itinerario sul Tevere rappresenta una delle dorsali principali di supporto al sistema di rete locale di mobilità all'interno dei quartieri cittadini. Alternativo all’uso dell’auto…”. Già, ma non da fine maggio a settembre, esattamente i mesi della bella stagione in cui sarebbe possibile sfruttare al meglio questa “arteria” cittadina che in pochi minuti permette di raggiungere il centro dalla periferia. Invece di potenziarla, curarla e incentivarne l’uso, la si abbandona. E i cittadini si arrangiassero.

L’aspetto curioso della vicenda però viene quando si chiedono spiegazioni: il rimpallo delle competenze è dietro l’angolo. Al Comune spiegano infatti che quelle bancarelle (così come l’argine del Tevere) sono competenza della Regione — ma l’indirizzo mail per segnalare eventuali problemi relativi alla manutenzione della ciclabile, invece, fa capo al Comune. Siamo il Paese del vivere quotidiano inteso come paradosso. Di chiunque sia la responsabilità, questo fantomatico interlocutore dovrebbe rendersi conto — banale anche doverlo sottolineare— che il Tevere di sponde ne ha due, una delle quali del tutto inutilizzata e su cui spesso sorgono accampamenti abusivi: invece di recuperare, sistemare e valorizzare quell’argine, gli Enti locali hanno pensato bene di autorizzare le bancarelle proprio a ridosso della ciclabile forse più frequentata della Capitale — con tutto il conseguente traffico di auto, muletti e camion che da settimane invadono la pista. L’alternativa per i ciclisti? Il traffico del Lungotevere. Grazie Roma. Altro che cambiamento…

(critical mass?)

P.S.: Virginia Raggi ha appena annunciato “ Roma avrà #UnoStadioFattoBene. L’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera sullo stadio di Tor di Valle”. Non aggiungo altro.

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Emilio F. Torsello

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