Vivere più a lungo con i superfood

SMG Meeting
5 min readMar 30, 2020

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Se è vero che con la vecchiaia aumenta il rischio di contrarre malattie, per ridurre questo rischio dobbiamo solo mantenere il nostro corpo giovane. Sembra fantascienza, vero? E se, invece, vi dicessi che è possibile?

Ad analizzare la “Juventologia” (lo studio della giovinezza) è stato il biochimico Valter Longo, professore di Biogerontologia e direttore dell’Istituto sulla Longevità all’USC (University of Southern California) — Davis School of Gerontology di Los Angeles e direttore del programma di Oncologia e longevità in IFOM. Dopo anni di ricerche, Longo è riuscito così a sintetizzare, con una certa innovatività, i “5 pilastri della longevità”: dalle ricerche sulla longevità alla correlazione tra malattie e specifiche condizioni fisiche, dalla sperimentazione pratica, allo studio delle popolazioni centenarie e dei sistemi complessi.

I suoi studi sulle abitudini alimentari e sul genoma dei centenari e delle popolazioni più longeve al mondo hanno dimostrato il nostro corpo — già capace di generare nuova e perfetta vita — sia anche in grado di rallentare il proprio invecchiamento. Sì, perché il segreto sta nel fare in modo che il nostro organismo riduca la produzione dell’ormone della crescita, che è alla base della produzione cellulare, intrinsecamente legata all’invecchiamento. «Si tratta di riprogrammare il corpo in modo tale da farlo entrare in una modalità di invecchiamento più lento, ma anche di ringiovanirlo attraverso una rigenerazione che si basa sulle cellule staminali» spiega il dottor Longo nel volume La dieta della longevità, edito nel 2016 da Vallardi.

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Per mettere in atto questa rigenerazione, Longo propone una dieta mima-digiuno: un periodo regolare e cadenzato di digiuno da svolgere in modo diverso in base alle proprie condizioni fisiche e di salute di partenza e sempre sotto controllo medico. Intervallando questi giorni di digiuno ciclico a un’alimentazione povera di proteine e ricca di verdure e carboidrati buoni, «il corpo alloca le poche risorse proteiche disponibili in modo molto più efficiente, tutelando i tessuti nuovi e in buona salute e lasciando morire le cellule vecchie, per poi riutilizzarle», spiega Mattias Demaio nel suo articolo per MagUp, dopo aver sperimentato la dieta. In poche parole, il digiuno concorre a distruggere le cellule vecchie e, nel momento in cui si torna a mangiare secondo le proprie abitudini, la rigenerazione cellulare favorisce le cellule più forti e ne produce di nuove.

In questa sede non vogliamo spingerci nel merito della dieta mima-digiuno, per cui rimandiamo chi volesse approfondire al già citato La dieta della longevità (Vallardi, 2016) e al più recente Alla tavola della longevità (Vallardi, 2017).

Cerchiamo, invece di capire quali sono i nutrienti che contribuiscono alla longevità e come incorporarli nella nostra dieta. Il punto di partenza è la scelta di un’alimentazione “pescatariana”: sono, cioè, da privilegiarsi gli alimenti di origine vegetale, limitando il consumo di proteine animali e preferendo, tra queste, il pesce, senza eliminare zuccheri e grassi, ma optando per i grassi buoni e i carboidrati complessi, derivanti da verdure e legumi. Importantissima, infine, è l’assunzione della giusta dose di vitamine e minerali, che aiutano le normali funzioni del nostro organismo: i superfood ci vengono in aiuto.

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Ferro. Questo minerale è fondamentale per la produzione di globuli rossi ed emoglobina e per contrastare, di conseguenza, l’anemia. Tra alimenti di origine vegetale in cui lo troviamo ci sono mandarini e olive, ma anche numerosi superfood, come il mais gigante, la quinoa, la kiwicha, la chia, la carruba, la guanabana e la cherimoya. Un’altra importante fonte di ferro è rappresentata dal pesce azzurro — o pesce oleoso — e dai gamberetti.

Vitamina C. Longo riporta i dati dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana e scrive che «il fabbisogno giornaliero di vitamina C, secondo i LARN 2014, è di 85mg per la donna adulta sana e 105mg per l’uomo». Per assumere queste dosi, possiamo affidarci ancora una volta agli alimenti vegetali: la vitamina C si trova tanto nella frutta, quanto nella verdura. Una curiosità: molti superfood contengono un’alta percentuale di vitamina C. Allora indugiamo pure in mango, mandarino, lucuma, chirimoya, camu camu. Tra le verdure, andiamo sul sicuro con i peperoni, che è meglio consumare crudi per mantenere intatto il livello di vitamine in essi contenuti e la loro azione metabolica e antiossidante.

Omega-3. Sono acidi grassi essenziali per il nostro organismo, perché aiutano lo sviluppo delle membrane plasmatiche e del sistema nervoso, inoltre servono a mettere in atto le reazioni cellulari e a mantenere un buono stato di salute cardio-celebro-vascolare. A contenere gli Omega-3 sono in gran parte i pesci, in particolare il pesce azzurro — o pesce oleoso — come tonno, acciughe e sgombro, ma anche le olive ne sono ricche.

Vitamina B9. Questa vitamina, della quale fanno parte gli acidi folici, contribuisce alla produzione di globuli rossi, inoltre serve per il metabolismo di acidi grassi, acidi nucleici e amminoacidi. Gli alimenti che ci permettono di assumere la B9 sono le verdure quali asparagi (che hanno anche un forte potere antiossidante), broccoli e spinaci; i legumi come fagioli e piselli; la frutta come arance, fragole e kiwi.

Ne emerge che, accompagnate dalle giuste quantità di legumi, cereali e alimenti di origine animale, la frutta e la verdura sono gli elementi che, più di tutti, contribuiscono alla longevità. È un’ottima occasione per sperimentare e assaggiare qualcosa di nuovo, di naturale e di nutriente, come i superfood: prodotti versatili e dal sapore esotico, tra i più ricchi di proprietà nutrizionali. Allora, portiamo sulle nostre tavole il benessere: basta davvero poco per vivere meglio e più a lungo.

Fonti

Promperú, Superfoods Peru
Valter Longo, La dieta della longevità
Valter Longo, Alla tavola della longevità

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