Ho concluso il testo di @variazioni sullo #smartworking e ovviamente sono molto contento perché è un volume adatto a tutta la filiera: manager, hr, lavoratori e sindacati. Inoltre è pieno di esempi per essere letto da chi non conosce molto questo mondo, contemporaneamente va molto in profondità per gli esperti e addetti ai lavori. Ci sono delle riflessioni che farei sull’evoluzione dello SW e su alcuni punti critici.
Prendete la canzone “Call Me” di Blondie: bellissima, ancora ha un forte appeal, ma il testo? Banale, se fosse cantato in italiano (è lo ha anche fatto) non staremmo neanche a parlarne. Pochi giorni fà mi sono imbattuto in un blog di #Medium in italiano che si chiama UXTales. Tra questi articoli ne segnalo uno di Michele Zamparo https://medium.com/uxtales/il-lato-oscuro-della-user-experience-db389c6fdc64
Leggendo altri articoli ho riflettuto su quanto siano banali quelli scritti in inglese. Oltre il 50% degli articoli che leggo sono delle ovvietà ma vengono presentati in modo accattivante e venduti ancora meglio. Un pò come nei testi delle canzoni, noi professionisti italiani siamo a mio avviso migliori di quanto crediamo, ma abbiamo due grossi difetti: ci vendiamo male e collaboriamo poco tra noi. Ah e parliamo italiano…
Non ricordo quanti post, segnalazioni e articoli ho scritto su questo argomento: è possibile unire le necessità di UX ad un buon design. Farlo è possibile solo tramite la cura dei particolari. Un bel design si distinuge da un buon design dall’impegno nel seguire ogni volta un iter ricorsivo di aggiustamenti e ricerca dell’ottimo partendo dal grande fino ad arrivare al piccolo.
Se diamo un senso ad ogni singola linea, separatore, icona e colore il nostro design nel complesso avrà uno scopo e sarà utile ai fini di una UX.
Anche solo scrivere un articolo come questo (che vi consiglio vivamente di leggere e comprendere fino in fondo), può darvi il senso dell’importanza dei particolari.
Ovviamente se qualcuno del vostro team o il cliente non noteranno questi accorgimenti non dovete avvilirvi perchè il vostro compito è dare il massimo in qualsiasi occasione. …
Questo post lo dedico ai miei colleghi, ma anche ai clienti.
Oggi mi capita di aver bisogno di questi fermacampioni articoli da cancelleria.
Mi reco in negozio e la proprietaria mi spiega che può vendermi il pacco intero oppure se ne servono pochi, posso comprarli singolarmente. Mi dice che il pacco intero da 100 pezzi costa 1,30 euro. Gli dico che me ne servono al max 5 e mi tira fuori una bustina già pronta al costo di 10 centesimi.
Sicuramente è un prodotto di non di largo consumo, quindi il negoziante si è preoccupato di dare la possibilità al cliente di non tenere per casa un pacco da 100 pezzi e quindi è andato incontro alle sue esigenze. Io sono uscito contento e come si può vedere dalla foto anche dotato di scontrino.
Quindi ricapitolando: per incassare 10 centesimi (da cui pagherà anche le tasse vista l’emissione dello scontrino) la signora mi ha accolto, ha cercato la bustina, ha precedentemente diviso il pacco da 100 in 20 pacchettini da 5 con tanto di confenzione, ha fatto lo scontrino e soprattutto non ha venduto merce per 1,30 euro. …
Secondo la classifica del noto portale UnderConsideration, il noto rebranding del club di calcio italiano è stato davvero un successo. Si mette in vetta alla classifica del 2017 prima di altri noti cambi di logo. Il tutto è stato curato dal noto studio internazionale Interbrand e secondo me è davvero un lavoro ben riuscito. Questo è l’ultimo passo che il club ha effettuato dopo la disastrosa caduta in serie B dovuta agli scandali di calciopoli del 2006. Piano piano la Juve è risalita ai vertici del calcio mondiale, ha costruito un suo stadio che è diventato il simbolo e la casa dei tifosi. Ad ogni partita lo stadio è sempre pieno, lo stadio viene vissuto all’inglese anche nei giorni di non eventi e per questo è stato un investimento più che ripagato. …
Come anticipato dal titolo, quasi sempre le soluzioni più semplici sono anche le più efficaci ed importanti. E il nostro caso non fa eccezioni: come risolvere il problema dello scarso raggio d’azione del pollice al crescere delle dimensioni dello smartphone?
Ovviamente parlo della user experience che troviamo mentre navighiamo o in generale mentre usiamo il nostro device mobile.
Al crescere delle dimensioni dello schermo, diminuisce la possibilità per la nostra mano e in particolare per il pollice ed indice di raggiungere tutte le parti dello schermo.
Partendo dall’ottima ricerca condotta nel 2013 da Steven Hoober la situazione ad oggi ovviamente non è cambiata. Anzi, gli schermi sono sempre più grandi e più frequenti. La frequenza d’uso e la velocità è cresciuta anche negli utenti medio-bassi (parlo di abitudine ad usare device mobile intensivamente), ma una cosa non è cambiata: l’uso del device principalmente con una mano. …
Molti clienti e colleghi meno esperti sperano che il loro tentativo possa portare a sminuire la figura di un designer professionista con conseguente sconto sul prezzo. Mi chiedo se pensano lontanamente a quanti particolari deve affrontare un vero professionista. La dimostrazione è questo articolo che tratta in modo approfondito l’argomento accordion. Quando pensate che tutto sia semplice o affidarvi a temi già preconfezionati, pensate a quanto lavoro c’è dietro un buon design.
Qui il link all’articolo https://www.smashingmagazine.com/2017/06/designing-perfect-accordion-checklist/?ref=webdesignernews.com
Alle volte basta poco per rendersi antipatici agli utenti più affezionati. Mi è successo oggi usando il mio social preferito ossia Linkedin. Mi sono accorto di avere la necessità di snellire la mia lista contatti ed ho cominciato facendolo dalla app, a dire il vero ottima. Per ogni utente con un solo tap è possibile rimuoverlo.
Torno a casa e penso che facendo da mac la cosa sarebbe stata più semplice, magari avendo la possibilità di selezionare più di un contatto alla volta per poi con una sola azione rimuovere gli item in un solo colpo.
La prima delusione è stata proprio che non è possibile fare una scelta multipla e questo mi ha subito indispettivo, anche perchè Linkedin da poco ha rilasciato la sua nuova versione attuando un profondo restyling.
Ma l’errore più banale l’ho scoperto subito dopo, quando, una volta eliminato un contatto magari della leggere M, la pagina mi riporta al primo contatto della lettera A, ossia ad inizio pagina! …
Come anticipato dal titolo, il problema principale e attualmente irrisolto della tecnologia responsive sono le immagini. Soprattutto quando queste sono “vero” contenuto e non solo comunicazione. Per contenuto intendo dire che le immagini veicolano un messaggio utile per l’utente e che sia indispensabile a capire quello di cui parliamo. In un portfolio le immagini dei progetti sono un contenuto, cosi come per un ecommerce le immagini sono fondamentali per la scheda di dettaglio e quindi il successibo acquisto.
Per questi motivi servire ai nostri utenti la migliore immagine possibile in base alla risoluzione e al device, diventa una sfida importante.
Il problema tecnico relativo al supporto da parte di Internet Explorer e Safari di alcune soluzioni per servire immagini diverse in base alla risoluzione sembra essere superato. …
Ho sempre ammirato la scelta forte fatta di Steve Jobs ed Apple quando hanno deciso di non supportare nativamente il noto player di Adobe, ossia Flash. Con l’impatto mondiale ovuto da Iphone e Ipad e il loro Ios, hanno praticamente eliminato l’uso di Flash dalla maggior parte dei siti a livello mondiale. L’impatto è stato davvero molto forte e le conseguenze anche difficili per molto miei colleghi che avevano puntato tutto su diventare flash developer o designer. Si sono dovuti reinventare con altre skill e in un altro ruolo. Il web al tempo stesso ha sostituito flash con javascript (che solo fino a qualche mese prima era il demonio) e ultimamente si stanno compiendo gli stessi errori: troppe animazioni, preloader e pagine pesanti. …
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