Adolescenti: una decrescita felice da Facebook

Nuovi bisogni nella vita connessa dei teenager

Giovanni Boccia Artieri
2 min readDec 27, 2013

I più giovani se ne stanno andando da Facebook preferendo ambienti come Snapchat? I segnali sembrano esserci tutti, tanto che Facebook ritiene la fuga dei teenager un fattore di criticità.

Una decrescita felice verso ambienti più intimi di instant messaging. Il tentativo di Facebook di acquistare Snapchat che, evidentemente, intercetta nuovi bisogni. Il cambiamento della policy sugli adolescenti in modo da consentire una più facile condivisione con cerchie ristrette. Facebook pensato sempre più dai più giovani solo come segnaposto esistenziale?

Sì, tutto vero, ma quali sono i bisogni che stanno emergendo nella vita connessa dei più giovani?

L’esigenza principale dei teenager mi sembra essere quella di gestire lo scambio di contenuti seguendo due percorsi:

1. cerchie sociali più evidenti e migliore gestione delle proprie audience in real time, al di là dello sguardo di eventuali adulti o di persone fuori cerchia. In questo senso WhatsApp è ancora meglio di altri;

2. la gestione di contenuti più privati e volatili. Per una generazione socializzata ad una realtà della Rete non-anonima, come quella di Facebook, l’esposizione anonima (o gestibile come tale) diventa un valore.

A questo va aggiunto che il passaggio alla fruizione in mobilità è sempre più centrale e più le piattaforme consentiranno una semplice e funzionale gestione di cerchie connesse in mobilità, più saranno scelte.

Parallelamente abbiamo la capacità di alcuni sistemi di gestire vocazioni relazionali nuove, come quella del sexting (che oltre a sconfinare in pruderie è comunque una moneta relazionale), unendo intimità e volatilità (vedi snapchat) cioè sottraendosi a quella che è una delle proprietà dei contenuti digitali in rete: la permanenza.

C’è infine la questione della centralità dell’immagine come pietra angolare di molta comunicazione teen (e non solo). Un selfie vale più di mille parole. L’immagine però ha un livello di ambiguità semantica molto forte, è soggetta a fraintendimenti se promossa a pubblici diversi ed indistinti, e ad evidenti imbarazzi nel mondo degli adulti. Garantirsi spazi autonomi di gestione e scambio diventa quindi naturale.

Sono piccole tracce, forse vale la pena seguirle.

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Giovanni Boccia Artieri

Accademico (Università di Urbino Carlo Bo) e blogger. Mi piace esplorare e raccontare la realtà della Rete dall'interno /www.mediamondo.wordpress.com @gba_mm