Wired, il 2024 e la Calabria che non vogliono vedere

Secondo il mensile nella regione corruzioni e crimini: ecco cosa però non conosce (e omette).

Francesco Rende
3 min readMay 17, 2014

Non sono una persona molto precisa: ad esempio, questo mese, avevo comprato come mio solito Wired ma non avevo avuto modo di leggerlo. Un rapido sguardo e la promessa (non mantenuta) di approfondirlo mi avevano tenuto però lontano dalla rabbia che mi sarei preso aprendolo.

Al centro del numero, c’è una “Nuova Carta dell’Innovazione: Italia 2024", la geografia di chi vince e chi perde nei prossimi dieci anni: quando la apro scopro che la Calabria non c’è. Ergo, la regione non innova, quindi nei prossimi anni perderà. A guardare meglio, però, non c’è solo questo: al posto della regione, scopro che ci sono due diciture, “Secche della corruzione” e “Abisso del crimine” che proprio non riesco ad accettare. E allora, due parole a Giulia Annovi gliele devo dire.

In Calabria, forse, non c’è mai stata, soprattutto negli ultimi anni. Altrimenti, al posto di quelle secche, avrebbe messo altro. Avrebbe citato CalabriaInnova, che grazie alla partnership con Area Science Park e al lavoro infaticabile di Danilo Farinelli e del suo team sta facendo tantissimo per le startup e il trasferimento tecnologico in Calabria (ad esempio i 29 spin-off e le 77 startup del #TalentLab). Se solo avesse messo piedi in questi lidi, o si fosse informata meglio, saprebbe certamente che la migliore startup in ambito turistico è la calabrese Viaggiart di Giuseppe Naccarato e Stefano Vena e che nel futuro i big data saranno analizzati con tecnologie cloud grazie a Scalable Data Analytics. Saprebbe ad esempio che il primo TalentGarden del sud è made in Calabria, ed è tutto rosa, grazie all’impegno delle due co-founder Lucia Moretti e Anna Laura Orrico.

Se solo avesse varcato il Pollino, avrebbe certamente conosciuto Paolo Mirabelli e si sarebbero fatti un selfie con i rover, i droni e gli atlanti che porta in ogni parte del mondo; avrebbe avuto modo di imbattersi in Luigi Mazzei e nel suo Startup Calabria, o scendendo in riva allo Stretto avrebbe scambiato due chiacchiere con Angelo Marra, raccontandosi del lavoro di ImprendiReggio e dei suoi “storming”. Ci saremmo scambiati impressioni sui prossimi partecipanti alla StartCup Calabria 2014, sul fatto se la calabrese Condomani.it ora domiciliata a Bologna possa essere davvero in grado di risolvere gran parte delle grane degli italiani, e tanto altro ancora che in questo momento sto certamente dimenticando.

Avrebbe visto una regione completamente diversa da quella che lei frettolosamente liquida, come la più reazionaria delle analiste. Una Calabria che a breve, ne sono certo, grazie al duro lavoro abbandonerà lo stato di moderate innovator per salire di livello, perché ne ha tutte le possibilità.

E poi, giusto per concludere, due appunti a lei e a Wired. Il mese scorso volevano hackerare l’Expo, ma sono arrivati in ritardo: ci avevano già pensato i politici della “innovativissima” Lombardia a hackerarla e spolparsela dall’interno. E poi, sempre lì, in quel paradiso degli innovatori, un gruppo di tassisti ha rovinato a colpi di urla e spintoni il Wired Next Fest: insomma, secondo me, le “secche della corruzione” e gli “abissi del crimine” dovevate piazzarli un po’ più su.

Con affetto,
gioffo

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Francesco Rende

Social media expert, giornalista, intelligente ma a sua insaputa. Calabrese, ho fedina penale e lenzuola pulite. Vagabondo