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#Calabria14, la campagna elettorale digitale che puzza di analogico

Francesco Rende
6 min readNov 24, 2014

Poco tempo, bassa qualità e una comunicazione che di digitale ha davvero ben poco. Si era detto che quella del 2014 sarebbe stata la prima vera e propria campagna elettorale social in Calabria: in questi giorni, infatti, abbiamo visto candidati riempire i loro volantini di hashtag, chiocciole, indirizzi Facebook e Twitter e slogan preceduti (spesso senza nemmeno un vero e proprio senso) da cancelletti. Eppure, quella appena terminata è stata probabilmente la campagna elettorale meno digitale che si ricordi.

I cinque candidati a confronto: performance secondo coinvolgimento di genere, rapporto engagement-portata e sentiment

Abbiamo analizzato quanto fatto dai candidati governatore sui social network e ne esce fuori che i social network in questa campagna elettorale sono stati utilizzati soltanto come cassa di risonanza e non come strumento che avrebbe potuto creare consenso negli elettori. Si è fatto un uso analogico di un mezzo digitale: si sono utilizzati Facebook e Twitter come fossero una classica radio, uno spot pubblicitario, una brochure o un normale strumento di propaganda: il politico parla e il cittadino ascolta. La questione è che, sui social network, i cittadini possono rispondere e dire come la pensano: nessuna di queste risposte è stata però considerata. Qualche “mi piace” casuale a messaggi di sostenitori, pochi retweet ma nessun commento, nessuna risposta a chi chiedeva conto di programmi, impegni e problematiche provenienti dai territori. Questo è un dato costante che attraversa tutti i candidati, ad eccezione di Cono Cantelmi, il candidato del Movimento 5 Stelle.

Prendiamo ad esempio il candidato del centrosinistra Mario Oliverio: i numeri ci parlano di 5300 like su Facebook, 1259 follower su Twitter e di tanto materiale prodotto. Eppure in nessun caso Oliverio (o il suo staff, in questo caso) hanno risposto ai cittadini che chiedevano informazioni: le uniche interazioni sono state i retweet e i ringraziamenti ai vari Renzi, Boschi, Orfini e big del Partito Democratico. Oliverio ha avuto la maggior parte della sua visibilità su Facebook, e la maggior parte degli utenti social coinvolti è uomo (arriva quasi a sfiorare l’80%).

Elaborazione dati da TalkWalker, periodo ottobre-novembre 2014, paese: Italia.

Stessa cosa anche per Wanda Ferro, che pur avendo numeri assoluti (like e follower) più bassi di Oliverio ha migliori tassi di coinvolgimento: tante condivisioni, molti like ai suoi post ma assolutamente nessuna risposta e nessuna interazione con il suo elettorato. Questo è mitigato comunque dal fatto che la Ferro ha un suo profilo personale, dal quale ha comunque interagito con elettori e detrattori e dal quale ha preso la “Canzone per Wanda”, diventato poi l’inno della sua campagna elettorale. Una nota negativa: non ha rispettato il silenzio elettorale, pubblicando resoconti e videospot elettorali anche nel sabato di “silenzio”.
Rispetto ad Oliverio, la Ferro ha avuto una maggiore eco su Twitter, grazie anche al maggiore coinvolgimento dei big del partito nazionale, ed un maggiore numero di donne che si sono interessate ai suoi contenuti (quota però ancora esigua, i 3/4 degli utenti coinvolti restano uomini). Maggiore la portata del suo lavoro social, anche alla luce del fatto che rispetto al candidato del Partito Democratico ha sempre utilizzato le piattaforme social (Facebook in particolare, sul quale ha diversi profili personali).

Spazi marginali per Domenico Gattuso de L’Altra Calabria, i cui canali social presentano un basso seguito (su Twitter addirittura le grafiche si riferiscono alle elezioni europee) e il cui staff ha fatto forse un errore di fondo: ha creato un gruppo su Facebook dirottando lì tutte le informazioni di servizio e le comunicazioni che dovevano invece animare la pagina principale del candidato governatore. La sua lista è però quella che ha coinvolto più donne (anche alla luce dell’ampio numero di donne candidate rispetto agli altri competitor)e che ha avuto il sentiment negativo peggiore, anche e soprattutto in virtù della campagna elettorale basata sulla denuncia dei problemi della Calabria e della discontinuità rispetto al resto dei candidati.

Stesso discorso per Nico D’Ascola di NCD, ma qui vi sono delle aggravanti: su Twitter sono addirittura presenti due account a suo nome (@nicodascola e @nuova_calabria), che veicolano gli stessi identici contenuti. Pessimi i risultati in termini di coinvolgimento di genere (solo 3,7 donne su 100 condividevano/si informavano/erano coinvolte dai loro contenuti) e in termini di visibilità. Solo 127 mila le persone coinvolte dal candidato governatore, un numero assolutamente basso se rapportato al fatto che il candidato governatore è un senatore in carica.

I numeri migliori in termini di coinvolgimento e visibilità sono quelli di Cono Cantelmi, spinto però non solo seguito che gli porta il blog di Grillo e le pagine del Movimento 5 Stelle ma anche dal coinvolgimento diretto di big come Nicola Morra e Paola Taverna: la gestione però è completamente diversa, con un’attenzione particolare all’interazione con chi commenta e con i cittadini che ricevono spesso pronte risposte alle loro domande. Elevatissima la portata (gioca un ruolo enorme il click-bait proveniente dal blog di Beppe Grillo, da TzeTze e dalle fanpage legate al Movimento Cinque Stelle) e ampia soprattutto la collaborazione che ha trovato nelle fasce più giovani: quegli stessi elettori, però, gli hanno negato l’appoggio nell’urna.

Resta una considerazione a margine. Se ci si chiede perché i cittadini sono sempre più lontani dalle istituzioni (dato sottolineato dall’altissima astensione, ancora primo partito) una prima risposta la abbiamo da queste analisi: i cittadini scrivono e chiedono ai politici, ai candidati che si propongono a governare la Regione per i prossimi cinque anni. Se nessuno risponde loro, come possono pretendere fiducia e rispetto dai loro elettori?

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Francesco Rende

Social media expert, giornalista, intelligente ma a sua insaputa. Calabrese, ho fedina penale e lenzuola pulite. Vagabondo