CEUTA, L’HUB IN MARE APERTO PER L’EXPORT DEL GREGGIO RUSSO
Al largo di Ceuta, in acque internazionali, la Russia continua a scaricare greggio dalle sue navi cisterna Aframax nelle superpetroliere. E così, a dispetto delle sanzioni, continua a far affluire il suo greggio nel mondo. Il suo export rimane appena al di sotto dei livelli prebellici.
Il nuovo mondo creato dall’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin ha generato un nuovo hub per il commercio di petrolio: la città di Ceuta, una minuscola enclave spagnola che sporge come un pollice dal Marocco nel Mar Mediterraneo. Qui, in un mare calmo e lontano da occhi indiscreti, la Russia sta scaricando il greggio dalle sue navi cisterna nelle superpetroliere, una tecnica che le consente di ridurre i costi di spedizione, aggirare le restrizioni e semplificare la logistica per i suoi clienti rimanenti.
Il risultato? Il petrolio russo continua ad affluire nel mercato globale in grandi quantità, appena al di sotto dei livelli prebellici nonostante le sanzioni statunitensi e dell’Unione Europea. Sì, il Cremlino deve vendere il suo petrolio con uno sconto, ma ne spedisce ancora molto.
Fino a quando non ha invaso l’Ucraina, la Russia raramente utilizzava le acque vicino a Ceuta come scalo per il suo petrolio. All‘epoca Mosca spediva il greggio direttamente alle raffinerie europee con piccole petroliere. Ma il Cremlino ha iniziato a utilizzare il mare vicino alla città spagnola come base per i trasferimenti da nave a nave, prima sporadicamente, ora sistematicamente. Il percorso è il seguente: la Russia carica il greggio in navi cisterna di piccole dimensioni chiamate Aframax nei suoi terminali di esportazione nel Mar Baltico, come Primorsk e Ust-Luga. Le navi, rinforzate per sfondare il ghiaccio artico durante l’inverno, trasportano il greggio verso Ceuta. Vicino alla città, le Aframax, che trasportano circa 700.000 barili, aspettano l’arrivo di una superpetroliera (VLCC, Very Large Crude Carrier). Le Aframax si avvicinano alle superpetroliere e trasferiscono il carico da nave a nave. Normalmente, sono necessarie fino a tre di queste operazioni per caricare una superpetroliera, che può trasportare almeno 2 milioni di barili. Successivamente, la superpetroliera inizia il suo viaggio verso l’Asia, girando intorno all’Africa.
Da dicembre, sei superpetroliere hanno fatto esattamente questo: prelevare greggio da più di 15 Aframax. Alcune di queste sono vecchie conoscenze del mercato nero del petrolio, avendo in passato spedito greggio iraniano e venezuelano, secondo Vortexa Ltd., una società di consulenza che segue le petroliere. E sembra che Russia e Cina stiano pianificando altre soste per lo scambio a Ceuta. Al momento, due superpetroliere sono lì in attesa dell’arrivo delle navi cisterna.
Mosca non sembra violare il diritto internazionale: le petroliere rimangono in gran parte a 12 miglia nautiche al largo, il limite delle acque territoriali, anche se a volte sembrano essersi avvicinate a Ceuta, in quelle che la Spagna considera le sue acque territoriali, secondo il monitoraggio di Bloomberg dati. I russi rispettano anche le norme internazionali tenendo accesi i transponder. Ma è un lavoro rischioso; la maggior parte delle petroliere che fanno scalo a Ceuta da dicembre hanno visto giorni migliori. La più anziana aveva 26 anni, che, in termini umani, equivale a qualcuno sui 70 anni. La proprietà è in gran parte russa e cinese e la loro copertura assicurativa è nel migliore dei casi oscura. Il rischio di fuoriuscita è alto. La Spagna farebbe bene a mantenere la sua marina di pattuglia nelle vicinanze, assicurandosi che nulla vada storto.
C’è un motivo per cui la Russia non utilizza altre tipiche aree di trasbordo da nave a nave, tra cui Skaw, in Danimarca, e Southwold, in Inghilterra. Tutto suggerisce che le autorità locali hanno fatto capire di non gradire trasbordi da nave a nave.
Le acque intorno a Ceuta sono utili per tre motivi. In primo luogo, nonostante abbia speso centinaia di milioni di dollari per costruire una flotta fantasma di Aframax — la cui proprietà è opaca — la Russia non ha accesso a molte navi di classe ghiaccio, che sono una delle merci più richieste dell’industria navale. Se dovesse spostare il carico dal Mar Baltico alla Cina o all’India con gli Aframax, esaurirebbe rapidamente tutte le sue petroliere a causa della lunghezza del viaggio. La rotta dal Baltico a Ceuta dura 10 giorni; proseguire verso la Cina aggiungerebbe altri 40 giorni. In secondo luogo, riduce significativamente il costo: le economie di scala significano che è molto più economico trasportare il greggio in una supepetroliera che in un Aframax. Poiché ci sono diverse superpetroliere disponibili al momento, ciò le rende anche più economiche. Noleggiare una superpetroliera costa meno di $ 20.000 al giorno, mentre un Aframax costa $ 55.000 al giorno. Terzo, Ceuta si trova proprio nel posto giusto: all’interno del Mar Mediterraneo, è riparata dai venti tempestosi e dalle onde invernali del Nord Atlantico. Ma è così vicina a Gibilterra chele superpetroliere che prelevano i carichi possono rapidamente tornare in mare aperto per navigare intorno all’Africa e verso l’Asia senza perdere molto tempo.
L’altra posizione che la Russia sta usando, al largo di Kalamata (Grecia), costringe le petroliere a spingersi molto più dentro nel Mar Mediterraneo, ed è conveniente solo per superpetroliere a mezzo carico, che possono attraversare il Canale di Suez (il corso d’acqua è troppo basso per una superpetroliera caricata al massimo). Quindi, le acque intorno a Ceuta rimangono trafficate dai russi.
Scontato o no, ogni dollaro di petrolio conta per il Cremlino. L’Europa deve prestare attenzione a ciò che accade davanti alla sua porta.
Fonte: Bloomberg