Quando ci incontriamo veramente

Letizia Piangerelli
4 min readApr 7, 2019

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“All actual life is encounter” Martin Buber

(the English version is available here)

Destinazione ignota

Roma, marzo 2018.

Mentirei se dicessi che sapevo dove stavo andando. Mi ero iscritta al primo Ohana Meetup seguendo la curiosità nata da un incontro veloce con Claudia, Emanuele e Stelio avvenuto solo quattro mesi prima, in mezzo alla hall di un affollato campus universitario. Il sito web non dettagliava il programma, né i relatori, tuttavia qualcosa nella forma in cui l’invito era proposto e il motivo per cui questa misteriosa “Ohana” avrebbe dovuto riunirsi — a work revolution party — risuonava con qualcosa dentro di me che ribolliva. Ero ormai in mare aperto, tanto valeva nuotare.

Limbo

Mi ritrovo davanti al portone di via Vertumno, una trasversale stretta di via Tiburtina. C’è un ingresso simile a un garage, con appeso un cartello — “Ohana Meetup” — e una freccia che indica le scale. Ingoio l’ansia e inizio a salire. Al secondo piano, una persona che forse conosco mi fa un cenno ed entro. Un silenzio denso occupa ogni singolo centimetro dello spazio ampio dove circa 40 persone sono sedute in cerchio. Sento pulsare il ticchettio degli orologi, lo sfogliare nervoso delle agende. Ema è in piedi e tiene tutto unito, con naturalezza: la stanza, le persone, il silenzio e me, appena entrata eppure già parte di quel bizzarro e armonico insieme. In un angolo noto la scritta “whoever comes is the right people”. Okay. Mi siedo.

Nel giro di mezz’ora la parete è piena di temi e domande appassionanti, non so ancora dove sono, ma ho l’imbarazzo della scelta per decidere a che tipo di conversazioni voglio partecipare.

Immersione

Barcellona, marzo 2019.

E’ il primo week end di primavera, è tempo di un nuovo Ohana Meetup. Sono seduta nel cerchio vuoto, le sedie spostate in quel disordine intimo e caldo che appartiene ai momenti subito dopo la fine e io provo a districarmi tra la voglia di ridere e quella di piangere, che per una volta convivono in pace.

Dopo dodici mesi so di sapere cosa significa Ohana. Non perché la mia testa ha registrato un’astratta definizione, ma perché ogni cellula di me l’ha vissuto in tutto questo periodo senza limitazioni: affidandomi, anche quando la paura di fare cose mai fatte e svelare la mia inadeguatezza mi impediva di respirare e ottenere in cambio apprendimento, risate, pazienza e cura; condividendo la responsabilità nel mantenere vivo e aperto lo spazio comune e scoprire di essere parte di qualcosa di molto più grande di “me”; giocando a palla con Leo e sentirmi a casa; imparando a fidarmi del fatto, per niente scontato, che possono esistere contesti in cui la mia capacità di contribuire può seguire alti e bassi, ma il mio valore in quanto essere umano sarà sempre onorato, mai messo in discussione.

Mentre i piani tra lavoro e vita, tra me e ciò in cui sono immersa, si mescolano fino a non distinguerne più i contorni, scopro con commozione di sentirmi, inequivocabilmente e inspiegabilmente, intera.

Terra

Incontrarsi per discutere di rivoluzione nel mondo del lavoro non è un’impresa immune da una certa tensione. Rientra in quel tipo di missioni in cui devi restare determinato a voler cambiare le cose anche quando razionalmente riconosci l’impossibilità di poterle cambiare. E’ un paradosso che ho incontrato tante volte e che non sempre sono riuscita a sostenere.

Ma cosa accade se ci incontriamo veramente? Ho letto l’invito dell’Ohana Meetup centinaia di volte, ma è stato soltanto alla fine, mentre aspettavo il mio turno nel cerchio conclusivo, che ho trovato una risposta. Il paradosso si è riconciliato non per quello che abbiamo detto, ma grazie al modo in cui siamo stati insieme: nello spazio garantito alla coesistenza di diverse prospettive; nella qualità dell’ascolto; nella profondità con cui abbiamo affrontato conversazioni importanti senza mai prenderci troppo sul serio; nella lungimiranza con cui la parola rivoluzione è stata accostata alla parola party; nei 19.156 THX scambiati ad oggi per attribuire valore reale a cose intangibili come l’impegno, la gentilezza, la collaborazione, gli abbracci, i feedback costruttivi, l’amore, rendendo concreto e possibile un modo radicalmente diverso di concepire l’economia e la ricchezza.

E’ questo quello che accade quando ci incontriamo veramente. I cambiamenti che sogniamo di vedere nel mondo diventano già presenti e reali, in un frattale del tutto che siamo noi e il modo in cui diamo forma al legame che ci unisce.

Da quale altro punto vorremmo mai partire, se non da qui?

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Letizia Piangerelli

On a mission to keep sense of wonder alive. Making and Writing @makinglife.substack.com | Team member & Facilitator @CocoonPro