Kenneth Anger: Il signor Rabbia, un musicista misterioso e un Impermeabile

Livia Satriano
3 min readOct 31, 2017

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Questa è la storia del signor Kenneth Wilbur Anglemeyer — meglio noto come Kenneth Anger (sì proprio “anger”, come “rabbia”) — di Jonathan Halper, misterioso musicista pressoché sconosciuto e degli A Raincoat (in italiano “Un Impermeabile”), band dal nome piuttosto bizzaro tanto in lingua madre quanto in traduzione…Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, il destino di questi tre elementi si incrocia grazie a due cortometraggi opera del signor Rabbia (d’ora in avanti lo chiameremo così). Sì perché il signor Rabbia, in più di sessant’anni di onorata carriera nell’underground americano, ha firmato alcune delle pellicole più intriganti del cinema sperimentale di tutti i tempi.

Tipo piuttosto bizzarro lui nonché grande amante della musica, vi basterà sapere che filmò messe nere mentre Mick Jagger in sottofondo si divertiva a smanettare su di un Moog o che, devoto seguace di Aleister Crowley, fu la musa ispiratrice per “Sympathy for the Devil” degli Stones o ancora che utilizzò “Blue Velvet” di Bobby Vinton per la colonna sonora di un suo film, con ben vent’anni d’anticipo sul più celebre omaggio lynchiano. Ma veniamo a noi: i due corti di cui vi voglio parlare, “Puce Moment” (1949) e “A Rabbit’s Moon” (1950) sono due piccole perle cinematografiche che, con le loro associazioni di immagini e musica, hanno anticipato di un po’ di anni l’arte del videoclip musicale.

Nella versione originale del ’49, “Puce Moment” aveva come colonna sonora nientedimeno che Giuseppe Verdi al quale, però, negli anni Sessanta furono preferite dal signor Rabbia le più moderne note di tal Jonathan Halper. “Leaving My Old Life Behind” (coverizzata in tempi recenti anche dai Liars) e “I am a Hermit” sono due pezzi di folk-rock psichedelico tanto acido e dissonante quanto delicato ed emozionante, il cui ascolto basta da sé a far gridare al genio incompreso.

La diva protagonista del corto si muove fra ciprie e profumi nella mollezza del suo boudoir mentre Halper canta di volersi lasciare alle spalle il passato. Come sempre in questi casi, voci contrastanti si diffondono e contribuiscono ad alimentare la leggenda: c’è chi giura che Halper sia Kenneth Anger stesso o qualche illustre musicista in incognito, chi dice invece si tratti solo di un outsider, timido e insicuro, che andava in giro esibendosi in manicomi e centri psichiatrici. Queste e molte altre le supposizioni a riguardo…

Altra scoperta musicale del signor Rabbia furono poi gli A Raincoat, band inglese capitanata da Andy Arthurs, produttore discografico e ingegnere del suono (con Bryan Ferry, Buzzcocks, Joe Jackson…). La vicenda andò all’incirca così: nel ’76 uscì un singolo degli A Raincoat dal nome “It Came in the Night”, il brano non ebbe passaggi radiofonici nè grandi vendite ma per qualche strana casualità il signor Rabbia riuscì ad ascoltarlo, se ne innamorò e decise di usarlo come colonna sonora di “A Rabbit’s Moon”, un curioso corto lunare che aveva girato nel 1950.

Le immagini della danza d’amore di Pierrot al chiaro di luna vanno di pari passo con questa marcetta glam rock che contribuisce a rendere il video ancora più allucinato e sospeso nel tempo. “It Came in the Night” è un brano così ritmato e orecchiabile da riuscire a insinuarsi rapidamente nella testa di chiunque si ritrovi a guardare il corto di Anger: c’è da scommettere che non avrebbe affatto sfigurato in una delle puntate di Top of The Pops di quegli anni ma si sa, il destino a volte è beffardo e c’è stato bisogno del signor Rabbia perché questo brano ricevesse un po’ di meritata attenzione.

Gli A Raincoat, al pari del misterioso Jonathan Halper, probabilmente verranno ricordati più per essere stati gli autori delle colonne sonore di Kenneth Anger che per altro. Ma va bene così, talvolta una gloria di nicchia può essere più auspicabile di qualunque successo commerciale. D’altronde “meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso”, affermava Lucifero attraverso l’abile penna di John Milton. E questo il nostro caro signor Rabbia doveva saperlo molto, molto bene.

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