I tablet sono (un paese) per vecchi

Esistono due modi di approcciare internet, e i teenager hanno scelto il secondo.

Luca Della Dora
3 min readMay 7, 2014

“I tablet sostituiranno i computer nel giro di qualche anno, basta vedere i dati di vendita dell’iPad”

È stato detto — e scritto — più o meno da chiunque negli ultimi anni, ma la verità sembra un’altra.

Perché? Perché chi usa maggiormente i tablet sono le fasce più adulte della popolazione, mentre tra i ragazzi lo smartphone rimane il dispositivo da cui non staccarsi mai, quello attraverso cui navigare, restare in contatto con i propri amici e condividere qualsiasi cosa si desideri online. Il fatto che permetta — anche — di telefonare è ormai accessorio.

La diffusione tra gli adulti è legata a un fatto molto semplice: viene visto come un modo per fare ciò che si fa con il proprio computer, ma con maggiore libertà. Navigare via browser da smartphone è l’inferno. Da tablet no. Consultare la posta dal proprio iPad non è molto diverso rispetto a farlo dal proprio computer.

I dati diffusi da Pew Internet Research parlano chiaro circa la diffusione dei tablet nelle diverse fasce d’età:

• 16% dei ragazzi tra 15 e 20 anni ne possiede uno;

• 18% tra chi ha 20 e 29 anni;

• 25% delle persone tra 30 e 55 anni ha un tablet.

Tutte cose che interessano poco ai ragazzi. Il 74% di loro accede a internet usando lo smartphone, ma soprattutto: il 55% dei teenager naviga usando soltanto lo smartphone.

Lo fanno in modo completamente diverso e vedono internet da una prospettiva nuova: ogni singola applicazione ha un ruolo ben definito, e il concetto che “internet è il browser” è un qualcosa che appartiene al passato.

È per questo motivo che il tablet viene visto come un qualcosa di superfluo, che offre sì possibilità in più rispetto allo smartphone, ma che non giustifica l’utilizzo di un ulteriore dispositivo.

Questa suddivisione in due mondi che si approcciano a internet non è ovviamente passata inosservata, ed è così che Facebook, Google e — recentementeFoursquare hanno iniziato a scorporare in diverse applicazioni la loro presenza: Facebook — ad esempio — non è più soltanto Facebook, ma è anche Paper, Messenger (ma anche Instagram e WhatsApp).

Le applicazioni che stanno avendo maggior successo sono nate come mobile-only (e non più come mobile-first): basti pensare a Instagram, ma anche a Snapchat, Vine o Secret. E il trend è testimoniato anche dalla sempre maggior quantità di applicazioni che vengono installate sugli smartphone: l’anno scorso erano 32, oggi sono più di 40.

Insomma, il web sta evolvendo molto velocemente, e l’evoluzione passa — ed è guidata — dal modo in cui le persone lo vivono: lo vivono passando sempre più tempo online da smartphone, e sempre meno da computer.

Anche i dispositivi stanno cambiando, per andare in contro a quello che chiedono le nuove generazioni: gli schermi degli smartphone diventano più grandi, rimanendo comunque dispositivi portatili (o almeno più portatili rispetto al primo iPad), e i dati di vendita dell’iPad Mini testimoniano la direzione che anche Apple ha deciso di intraprendere.

I tablet — per come li intendiamo oggi — rappresentano soltanto un inevitabile momento di transizione necessario ad abituare tutti a spostare la propria vita online su dispositivi mobile?

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Luca Della Dora

Marketing & Innovation Director @wearesocialit / Not understanding the meaning of caffeine-free coffee and alcohol-free beer / @Luca2D