Il vangelo germoglia a Mapanda durata 4’,46

Luci nel Mondo
4 min readAug 25, 2018

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Don Davide Zangarini e don Enrico Faggioli sono due fidei donum di Bologna a Mapanda, sulle montagne di Iringa, in Tanzania. La chiesa di Bologna è presente in questa zona dal 1974 con uno scambio tra le chiese. Mapanda è nata nel 2012 dalla divisione della parrocchia di Usokami dove Bologna ha costruito l’ospedale, il centro di malati di aids, la scuola materna, le scuole primaria e secondaria…

Ci racconta don Davide Zangarini

Il nostro lavoro è su due fronti: materiale, ovvero costruire gli ambienti parrocchiali e il lavoro pastorale, quotidiano, che ci prende anima e corpo. Il lavoro pastorale vuol dire camminare con la chiesa diocesana, non correre avanti ma essere un fermento a partire dai doni ricevuti a Bologna. A Mapanda la maggioranza della gente ancora non è cristiana e quindi si cerca innanzitutto di incontrarla per avere occasioni di prima evangelizzazione. La parrocchia ha otto villaggi, andiamo la domenica per le messe e dopo la messa c’è sempre un’occasione di incontro. In genere dopo la messa io incontro i giovani: il tentativo è sempre quello di incontrarli anche a livello personale, per cercare di ascoltarli, capirli, intuire le loro prospettive e i loro sogni in una realtà come questa dove spesso i sogni sono messi nel cassetto.

Essere fidei bonum per me vuol dire essere prestito della mia diocesi verso una chiesa giovane che chiede uno stimolo e un aiuto per il suo cammino di fede, ma anche essere ponte, uno che in prima linea riceve dei doni là dove è stato mandato per riportarli nella chiesa locale quando tornerà. Quindi essere fidei donum vuol dire andare ma anche tornare!

Un momento fondamentale per la mia vocazione è stata una crisi adolescenziale nella quale mi chiedevo “ma perché io devo credere quando tanta gente anche attorno a me non crede?”. Non ho trovato altra risposta che nel dire che forse quella fede che avevo non dovevo tenermela per me ma portarla a chi ancora non ha avuto il dono di conoscerla. Forse c’è qualcuno che il Signore vuole attirare a se con la mia umanità! Questo è stato il mio cammino verso il seminario, che mi ha arricchito e rinnovato fino al sacerdozio. Il “si” che ho detto quando il Vescovo di Bologna mi ha chiamato e mi ha chiesto di dedicare una decina d’anni in missione ad Iringa, lo metto dentro al “si” principale che dissi al Vescovo e alla chiesa al giorno della mia ordinazione.

Ci racconta don Enrico Faggioli

Se parliamo di “giovani e vangelo” mi vengono in mente delle giovani piantine di pino che abbiamo nelle serre in parrocchia. Una delle attività che facciamo con i giovani è quella di piantare alberi per avere possibilità di finanziamento. Questi alberelli sono fragili ma poi diventano sempre più forti e da li possiamo avere tanti frutti. Ecco, il giovane è come queste pianticelle: riceve il vangelo e deve crescere, maturare nella realizzazione della propria vita all’interno del vangelo. E questo possiamo chiamarla vocazione!, ovvero come il vangelo può entrare nella vita, come può un giovane sperimentare la bellezza del vangelo. Io penso che proprio questo sia la vocazione.

Il nostro operato come missionari è soprattutto sull’evangelizzazione. Io e don Davide stiamo cercando di portare il vangelo, di insegnare in che modo si può leggere e capire la Bibbia, per viverla. Questo è il nostro intento: ci stiamo riuscendo? non lo so!, i frutti forse li raccoglierà qualcun altro. Il vangelo ci rende giovani, indubbiamente. E’ una notizia nuova, sempre. Non possiamo mai dire che la Parola di Dio è una parola vecchia, passata, che non porta più novità. Se la leggiamo con intensità e penetriamo la verità del vangelo, è sempre qualcosa di nuovo che ci rinnova, ci da gioia. Per questo il vangelo rende giovani, per questo non ti puoi stancare di leggere il vangelo. I giovani qui chiedono tante cose, ci chiedono anche di saper leggere il vangelo perché vedono persone che, con il vangelo, sono contente. Loro spesso sono schiacciati da problemi, paure, pregiudizi, difficoltà. Ci chiedono di conoscere quella parola liberante! Altra cosa che chiedono è la speranza: con tutti i problemi che ha un giovane qui a Mapanda è facile perdere la speranza: la sensazione è che tante volte vengono a parlare, vengono a chiedere consiglio perché hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno di speranza!

Per riflettere:

>> i giovani, dicono don Davide e don Enrico, ricercano il vangelo. Ti sembra possibile nel contesto in cui vivi?

>> i giovani che piantano alberi. Cosa ne pensi?

>> evangelizzzazione e promozione sociale: sono le due facce della stessa medaglia?

>> fai una ricerca sulla presenza dei fidei donum di Bologna ad Iringa e cosa hanno fatto.

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