Tessitori di fraternità in Angola

Luci nel Mondo
3 min readSep 16, 2020

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video: Durata 7 minuti

Il video racconta esperienze di fraternità in Angola a Luanda con l’opera don Calabria e con le Piccole Suore della sacra Famiglia. L’opera don Calabria ha nella capitale dello stato africano una serie di strutture sanitarie e una parrocchia. Sr Eva, suora dell’Opera che lavora come evangelizzatrice in parrocchia, ci dice: «inviata come tessitrice di fraternità per me come religiosa è dire prima di tutto che appartengo ad una famiglia, la famiglia dei cristiani, dei battezzati, ma nel concreto nella famiglia calabriana in cui si vive questo spirito di appartenenza. E’solo così che mi sento di essere inviata. Per me esserlo vuol dire essere annunciatrice della Parola, presenza di Dio nella vita dei fratelli che stanno con me. Questo in primo luogo nella comunità, e poi in quella dei fratelli che ci circondano, in parrocchia, nelle famiglie, nella azione pastorale e sociale» Gli fa eco Sr Bruna Imelda delle Piccole suore della Sacra Famiglia: «Manda me tessitore di fraternità, per me vuol dire sentire con il cuore di Cristo, amare con il cuore di Cristo. Mi sono sentita di essere mani e piedi di Lui per servire e stare con la gente. Ascoltare la gente, stare con la gente arricchisce la persona, arricchisce chi è mandato perché sente attraverso dei fratelli di differente colore e differente cultura, che Dio opera, che Dio agisce attraverso di tutti». Sr Ana Maria de Suosa Ribeiro, missionaria di Gesù crocifisso, è direttrice di uno dei Centri medici dell’Opera don Calabria a Luanda. A riguardo del suo essere “tessitrice di fraternità” dice, «Gesù mi conduce a servizio dei fratelli, mi conduce ad andare in cerca di chi ha bisogno. Mi sento inviata da Dio ad aiutare gli altri, ad avere più vita, evita in abbondanza, che qui nel centro che coordino vuol dire salute alleviando dolore, malattie, sofferenze». Gedovar Nazzari, economo generale dell’Opera don Calabria vede la tematica dal suo punto di vista: «Manda me tessitore di fraternità vuol dire creare ambiti dove è possibile mettere insieme pensieri, dinamiche e risorse per migliorare la missione, sviluppando tra le persone un senso di fraternità nell’unica missione che è quella di portare li vangelo di Gesù Cristo nel mondo.» Per fratel Aires «la fraternità si costruisce insieme, il missionario non è colui che fa tante cose ma colui che lascia la sua esperienze, si arricchisce delle esperienze che trova sul posto e va: orta, impara, lascia»

Dal mio punto di vista, di economo dell’opera don Calabria in Angola, dice fr. Miranda, «essere tessitore di fraternità vuol dire accogliere il povero che cerca il servizio sanitario e accoglierlo anche dopo, una volta guarito. Tessitore di fraternità non è una relazione tra chi ha necessità e chi da una risposta al bisogno, ma una relazione tra fratelli».

E per finire mons. Eugenio Dal Corso, vescovo emerito di Benguela in Angola, in pensione, che il Papa ha da poco elevato a cardinale. Vive in una umile casetta nella comunità rurale di Kaiundo, nel sud dell’Angola, dove ha chiesto al vescovo locale di poter essere parroco. Dice: «Manda me tessitore di fraternità è una bella frase e un modo concreto di vivere la nostra fede in Gesù Cristo. La nostra adesione alla chiesa ci rende fratelli, sia in senso spirituale ma anche in senso umano, avendo cura dei bisogni di ciascuno».

Kaiundo, la casa dove vive il cardinale Eugenio Dal Corso

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