Vivere l’Amazzonia

Luci nel Mondo
3 min readApr 3, 2019

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Guayaramerin è un luogo di confine tra Bolivia e Brasile, lungo il grande fiume amazzonico Beni. E’ un luogo di forte contrabbando, testimoniato da un via vai incredibile di barche e barchette da una riva all’altra. Tutti vedono, ma c’è una regola: il silenzio. Qui la Caritas del vicariato apostolico del Pando, Bolivia, nelle comunità attorno a Villa Union ha organizzato delle cooperative per fermare il tremendo disboscamento, con incendi che lo precedono e lo seguono, e per attivare le comunità native in forme di cooperazione e sviluppo. Il progetto è iniziato 5 anni fa con 7 mucche da latte, un recinto chiuso e un gruppo di famiglie che si sono messe insieme nella gestione. Ora le mucche sono 27, e tutti gli utili di gestione vengono reivestiti nell’attività. Ogni mucca produce 5 litri di latte al giorno, che per l’Europa fa sorridere, ma per l’Amazzonia non è poco. La gestione del latte porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro con una piccola e artigianale produzione di formaggi. Per il momento il latte viene venduto all’istante e va a ruba. “Appena si è saputo dell’esistenza di latte fresco prodotto in giornata, il mercato si è aperto e si vende subito”, dice Gustavo Pacha, direttore di Caritas Guayaramerin. Nella zona di Guayamerin in 20 anni hanno tolto il 70% della foresta. E tutto si trasforma in pampa, ovvero terra inutilizzabile, adatta solo agli incendi causati dall’incuria, dall’inciviltà, o peggio, da chi vuole far scappare chi resta. Il nostro obiettivo, continua il direttore di Caritas, “è far rimanere queste persone, con un programma di allevamento e di silvicoltura dedicato. Ovviamente non possono vivere di solo bestiame, ma alternando l’allevamento con la coltivazione di piante tipiche dell’Amazzonia, riescono a ricavare salari degni che permettono di trattenere l’intera famiglia. Altrimenti la tentazione alla città, alla migrazione, è notevole”. Qui vent’anni fa, dice laura Vargas, socia nel progetto delle mucche, “era tutta foresta. Noi vivevamo di banane, riso, mandioca… poi hanno tagliato tutto e ora non possiamo seminare perché è pampa e nella pampa non cresce nulla. Abbiamo cambiato il nostro sistema di vita: la Caritas ci sta aiutando dandoci il bestiame e seguendoci nell’agricoltura”. Gli fa eco Alfredo Asaeda, coltivatore e anche lui coinvolto nella gestione delle mucche: “Con il taglio della foresta l’umidità si è abbassata dall’ 80% al 30%… sapete cosa vuol dire? Che fino a qualche tempo fa pioveva con regolarità e noi su questa regolarità organizzavamo la semina, adesso non più. Piove molto, molto meno e in maniera irregolare. Il danno non solo è immediato ma si protrae nel tempo con danni enormi per noi che qui viviamo”.

Domande

1_Eri a conoscenza delle problematiche esposte in questo video?

2_In 20 anni hanno tolto il 70% della foresta. Sono dati che in Italia non conosciamo. Pensi che ci siano effetti per noi di quello che stanno tagliando in Bolivia?

3_Lo sai che metà della cosmesi prodotta nel mondo è fatta con principi ricavati da piante amazzoniche? Ricerca altri parametri e dati che ti indicano la ricchezza inestimabile della foresta amazzonica. Quella che stanno distruggendo….

Il video dura 10.51 minuti

E’ adatto per le scuole, classi medie inferiori e superiori

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