La “convenienza”
Qualità su prezzo è rapporto del ‘900
Quando andavo con mia madre al supermercato, avevo imparato a capire che la convenienza era sul prezzo.
Beh si, in realtà, all’epoca, non avevamo variabili alternative: si vendeva solo in quei punti vendita, lo sentivi solamente in tv, c’erano poche soluzioni di canali e tecniche di vendita alternative, al netto dello stesso vecchio posizionamento del marketing: a parità di qualità, il prezzo minore.
Oggi, in un mondo con migliaia di modelli di revenue aziendali (e di prodotti e servizi), la convenienza per un utente non è quasi mai (più) legata solamente al contesto del prezzo.
“C’è sempre un prezzo da pagare”: ma non è propriamente sempre solo economico, anzi, non lo è quasi più come fattore fondamentale nelle decisioni di convenienza.
In un mondo in cui le proposte di valore, i prodotti e i servizi, i modelli di organizzazione e di revenue, sono in continuo cambiamento per le richieste di personalizzazione di un utente sempre più esigente e nuove opportunità delle imprese più sveglie e smart, i mercati sono in continuo cambiamento.
«Lo compravo prima on line, ora solo nel punto fisico (e viceversa)»
«Costava di meno prima che facessero questa scelta»
«Non la scarico quell’app perché è in continuo aggiornamento»
«Ora si può acquistare on Line»
«Hai visto la nuova funzionalità?»
Etc etc
Nel ‘900 stavamo più in fase di processo, sempre uguale, un mondo più lento, più «hard» difficile da cambiare velocemente: in un mondo in cui le parole «cambiamento e velocità» non erano tanto protagoniste come oggi.
Oggi cambiare è l’approccio di vita di tutti: il prezzo più importante sta diventando dunque il tempo.
Il vero fattore di convenienza da considerare è dunque la capacità di rendere semplici le scelte in virtù di cambiamenti e del tempo da impiegarci per capirli e attuarli:
- in fase di acquisto e di attivazione di un servizio;
- spesso è conveniente perché è facile da capire, acquistare, utilizzare;
- in fase di aggiornamenti o cambiamenti;
- compro quella tecnologia perché non ho problemi per aggiornamenti, «pesa» poco per il mio telefono etc.
- in fase di (facilità di) disattivazione;
- non voglio legarmi perché voglio cambiare, mi conviene;
- in fase di (veloce e facile) riattivazione;
- esco ed entro come voglio, prendo, uso e la riporto!
In un mondo così vario, dove quasi tutto costa poco ormai (a livello di prezzo) ovvero spesso non lo paghiamo neanche noi (per modelli di business differenti), la convenienza è il rapporto (confronto) di «n» variabili rispetto alla mia personale e personalizzata esigenza, mixata al valore dell’esperienza – nel tempo: insomma, quello che conviene a me è quello che piace e serve (nei miei «momenti») a me.
- Allora, se per trovare bisogni di un utenza in fase di progettazione si deve essere antropologi, se per un discorso di creare valore dobbiamo vestirci da sociologi, per «progettate convenienza» bisogna sapere ben bilanciare diversi fattori ed essere più strateghi, designer di variabili, soggetti “generalisti” che conoscono le varie sfaccettature e sanno mixare le problematiche pratiche per trovare un trade off di personalizzazione delle azioni nel tempo: quasi quasi dei «diplomatici» per progettare esperienze in cui siamo liberi di scegliere.