Skills & How To Influence People

Secondo seminario, per “Type & Wine”, a cura di Stefano Sabbadini: laureato in psicologia ed educatore per metaproject 2019.

metaproject
6 min readFeb 11, 2019

Beh, cominciamo il seminario ponendo l’attenzione su un aspetto particolare…

Che cosa è una Skill?

Ecco cosa riporta una sempre autorevole fonte, il Garzanti:

in un alcuni linguaggi tecnici, capacità, competenza, abilità: le skill di un programmatore

Etimologia: ← voce ingl.; propr. ‘capacità’.

Le skills dunque sono effettivamente delle competenze o qualifiche personali: si declinano in sapere (conoscenze), abilità (pratica) e saper-essere (competenze relazionali).

All'interno di questo universo, trovano spazio due categorie: Hard Skills e Soft Skills…

Si, le cosiddette Hard Skills ricoprono il mondo delle competenze strettamente correlate al livello di studi, all'esperienza professionale, ai titoli conseguiti ed al livello di conoscenza di una lingua, per farti un esempio.

Le Soft Skills, diversamente, vengono definite come “competenze trasversali” ossia capacità comuni acquisite nell'arco di tutte le esperienze vissute nella vita: caratteristiche personali importanti in qualsiasi contesto perché influenzano il modo in cui facciamo fronte, di volta in volta, alle richieste dell’ambiente lavorativo e non.

Si… ma quali sono?

Molte in realtà, qui di seguito ti farò degli esempi:

Autonomia: è la capacità di svolgere i compiti assegnati senza il bisogno di una costante supervisione facendo ricorso alle proprie risorse;

Fiducia in sé stessi: è la consapevolezza del proprio valore, delle proprie capacità e delle proprie idee al di là delle opinioni altrui;

Flessibilità ed adattabilità: significa sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli, essere aperti alle novità e disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio;

Resistenza allo stress: è la capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa mantenendo il controllo, rimanendo focalizzati sulle priorità e di non trasferire su altri le proprie eventuali tensioni;

Capacità organizzativa: è la capacità di realizzare idee, identificando obiettivi e priorità e, tenendo conto del tempo a disposizione, pianificarne il processo organizzandone le risorse;

Precisione ed attenzione ai dettagli: è l’attitudine ad essere accurati, diligenti ed attenti a ciò che si fa, curandone i particolari ed i dettagli verso il risultato finale;

Apprendere in maniera continuativa (su questa tendo sempre a porre attenzione!): è la capacità di riconoscere le proprie lacune ed aree di miglioramento, attivandosi per acquisire e migliorare sempre più le proprie conoscenze e competenze.

Senza dimenticare però il conseguimento degli obiettivi, la gestione delle informazioni, intraprendenza e spirito di iniziativa… insomma: è un universo davvero popolato quello delle Soft Skills!

Questi sono alcuni esempi fra i più comuni: ognuna di queste (e le tante altre non citate!) saranno state, quasi sicuramente, oggetto di esercizio ed apprendimento per ciascuno di noi in una qualche precedente occasione di vita, rifletteteci! È importante tenere sempre bene a mente quanto siano capacità universali, flessibili ed utili in tutto il corso della vita lavorativa (e non) seppur, il più delle volte, sottovalutate!

Ma c’è un ultimo tipo di Skills…

Decisamente: le “Skills For Life”.

O le hai o… non le hai.

Fra queste, quella su cui porre attenzione in questo seminario, è la gestione del conflitto e la relazione positiva.

Stefano Sabbadini: estratto del seminario presso Scuola Mohole di Lambrate (MI). Foto di Alessandro di Cio.

Permettimi però una piccola ma estremamente importante (!) premessa: il concetto di Empatia.

L’EMPATIA, legata allo sviluppo dei cosiddetti neuroni Specchio, è la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona.

Ti lascio un link con un video… beh…triste. Ma davvero esaustivo.

https://www.youtube.com/watch?v=-LFGpBeH7Y0

Al di là di tutto, è proprio tramite l’utilizzo di questa che andremo a sviluppare la skill sopra citata!

Per essere esperti ed abili nella gestione dei conflitti all'interno dei gruppi serve davvero molta esperienza ed altrettante ore di formazione. Dato il tempo intrinsecamente limitato vorrei portare all'attenzione alcuni consigli pratici targati Dale Breckenridge Carnegie: cinque, per la precisione.

Dale Breckenridge Carnegie (1888–1955)
È stato uno scrittore ed insegnante statunitense. Fu promotore di una serie di corsi sullo sviluppo personale, vendita, leadership, corporate training, relazioni interpersonali ed abilità di parlare in pubblico. La sua opera più importante è stata il libro: “How to win friends and influence people” (infelicemente tradotto, nel solito uso e costume italiano, in: “Come trattare gli altri e farseli amici”.

N°1: Non criticare, non condannare, non recriminare.

Invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto
di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che
fa. È molto più utile e interessante che criticare.

“Se vuoi prenderti il miele, non tirare calci all'alveare”.

N°2: Siate prodighi di apprezzamenti onesti e sinceri.

È il grande segreto per trattare con la gente. Il solo sistema valido perché io ottenga da voi quello che voglio è che anche voi lo vogliate.
Ma cosa vuole la gente?
i più noti psicologi concordano sul fatto che le persone siano assetate di “desiderio di importanza”

“Dimmi come soddisfi il tuo desiderio di importanza e ti dirò chi sei”

Le persone sono talmente attratte dal desiderio di sentirsi importanti da diventare pazze in certi casi.
…e se c’è gente così bramosa dell’altrui considerazione da diventare
pazza per ottenerla, immaginate che miracoli si riuscirebbe a fare
limitandosi a far sentire importanti le persone normali. Ecco dove si applica, per esempio, la storia di Charles Schwab.

Charles Schwab fu un dirigente di una società americana di produzione dell’acciaio e guadagnava circa un milione(!) di dollari all'anno in un periodo in cui chi tipicamente guadagnava 50 dollari alla settimana veniva considerato benestante. Attenzione: non perché fosse il più esperto nel campo dell’acciaio ma perché aveva una dote particolare: sapeva destare, in chi lo circondava, il massimo entusiasmo e questo grazie al riconoscimento dei meriti di ciascuno e l’incoraggiamento continuo.

“Non ho mai conosciuto nessuno, per quanto famoso e realizzato fosse, che non lavorasse meglio e rendesse di più, in un’atmosfera di approvazione piuttosto che di critica”

Attenzione però a non confondere l’apprezzamento sincero in lusinga falsa!

N°3: Comprendere il punto di vista altrui.

Ogni tanto vado a pescare.
Personalmente vado matto per le fragole con la panna; ma, non so per
quale strana ragione, i pesci preferiscono i vermi. Così, quando
vado a pescare, non cerco di adattare i loro gusti ai miei, ma mi
rassegno ai gusti loro. Quindi non metto sull'amo fragole
con panna, ma vermi, e li butto ai pesci sperando che gradiscano.

Perché non usare lo stesso elementare buon senso anche quando trattiamo con la gente?

Foto di Alessandro di Cio.

Se esiste un segreto del successo, direi che sta tutto nel riuscire a vedere dal punto di vista dall'altra persona, a uniformarsi all'angolo di visuale altrui. Il punto di vista degli altri: qui sta la chiave.

N°4: ricordatevi che per una persona il suo nome è il suono più importante e più dolce in qualsivoglia lingua.

Oggigiorno è sempre più sottovalutata l’importanza che si da nel ricordare il nome delle persone che incontriamo. L’importanza nel ricordare il nome delle persone lo sapeva bene Jim Farley già nella prima metà del ‘900.

“Le persone di solito sono più interessate al loro nome che non a tutti gli altri che esistono sulla terra. Ricorda quel nome e ripetilo appena ti si presenta l’occasione, e avrai fatto un sottile ed efficacissimo complimento. Ma se te lo dimentichi o lo pronunci sbagliato, beh: peggio per te”

Benton Love, presidente della Texas Commerce Bankshares, era convinto
che più una ditta si ingrandisce, più il clima si fa gelido.
“Un buon sistema per mantenere un po’ di calore è quello di ricordare i
nomi della gente. Se un dirigente non ricorda i nomi non è affidabile”.

N°5: il modo migliore per avere la meglio in una discussione consiste nell'evitarla.

Penso che quest’ultimo punto sia abbastanza esemplificativo da sé, non ti pare?

Semplicemente, evita di mettere a disagio, “sulla difensiva”, l’altra persona: non cederebbe comunque e, nella maggior parte dei casi, nemmeno cambierebbe opinione.

Se la discussione non è positiva si perde.

Sempre e comunque.

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The metaproject course combines design thinking, prototyping techniques, programming and physical computing in one study program.