Perché Abbiamo Bisogno della Moneta Privata? [Understanding Bitcoin-Part 1]

Verdi
7 min readSep 17, 2018

--

Questo articolo è la traduzione della prima sezione di ‘Understanding Bitcoin’, un ebook guida gratuito prodotto da Silas Barta e Robert P. Murphy, scaricabile visitando questo sito, dove è anche possibile donare agli autori. Silar Barta scrive sul suo blog in merito a diversi argomenti, tra cui Bitcoin, finanza e teoria dell’informazione, mentre Robert P. Murphy è autore di diversi libri nel campo della scuola austriaca di economia, oltre ad essere co-host del podcast Contra Krugman insieme a Tom Woods.

Perché Abbiamo Bisogno della Moneta Privata?

Ci sono diverse ragioni che giustificano l’estremo scetticismo nei confronti dello Stato moderno, in quanto questo rappresenta per molti una grave minaccia alla libertà dell’individuo, sia dal punto di vista civile che da quello economico.

Il pericolo più evidente della moneta emessa dallo stato è l’iperinflazione, verificatasi nella Repubblica di Weimar a cavallo delle due Guerre Mondiali, o in Zimbabwe ai nostri giorni. Tuttavia, anche l’inflazione moderata implica il trasferimento sistematico della ricchezza dalle persone che possiedono la moneta (o altri beni in essa denominati) alle istituzioni a cui è stato conferito il potere di crearne di nuova. I fautori di questo sistema sostengono che i salari e i prezzi si regolino in modo da pareggiare i conti, ma prova a considerare questo esempio: se qualcuno ti offrisse una stampante in grado di creare banconote legali, riconosceresti senza ombra di dubbio come le cose si mettono a tuo favore.

Lo Stato — e gli interessi delle banche sue alleate — proteggono il monopolio della moneta proprio perché è incredibilmente vantaggioso. Quando lo Stato vuole spendere più di quanto riesca a raccogliere con tasse e prestiti privati, la soluzione più pratica è coprire il deficit di bilancio attraverso la creazione di nuova moneta. Ovviamente, oggigiorno le cose sono molto più discrete se paragonate ai tempi in cui i sovrani deprezzavano la moneta aggiungendo fisicamente metalli comuni, ma il risultato finale è sempre lo stesso: I governi centrali sono in grado di spendere– sia per programmi sociali che per campagne militari — più di quanto i loro sudditi, o cittadini, riuscirebbero a finanziare attraverso tasse e prestiti privati, grazie alle banche centrali che aspettano nell’ombra pronte a emettere nuova moneta e assorbire il debito pubblico. Tutte le disposizioni stabilite nelle costituzioni formali risultano praticamente inutili quando il governo centrale può, entro ampi limiti, creare moneta a suo piacimento.

La moneta controllata dallo Stato presenta un altro grave problema. Nel nostro sistema moderno finanziato dallo Stato, la nuova moneta viene introdotta nell’economia attraverso il settore bancario. Questo significa che l’inflazione monetaria non fa aumentare i prezzi in modo uniforme. Determinati prezzi vengono alterati per primi, e solo gradualmente l’economia si adegua all’aumento nella quantità di moneta.

In particolare, i tassi d’interesse vengono spinti artificialmente verso il basso durante un periodo di inflazione monetaria eccessiva, influenzando l’economia attraverso i mercati creditizi. La banca centrale e le banche commerciali creano nuova moneta nell’atto di emettere nuovi prestiti. L’unico modo per rendere questi prestiti interessanti al pubblico è abbassare il loro prezzo, in altre parole tagliarne i tassi d’interesse.

Quanto descritto finora non è una nuova analisi, è letteralmente la descrizione da manuale del metodo usato dalle banche centrali per iniettare nuove riserve nel sistema bancario attraverso “operazioni di mercato aperto”, riserve che le banche commerciali private riescono ad amplificare creando nuova moneta con la magia del “moltiplicatore monetario.” L’analisi convenzionale riconosce che la banca centrale è in grado di ridurre i tassi d’interesse creando nuova moneta attraverso questo processo. L’unica differenza sta nel fatto che l’analisi convenzionale ritiene tale pratica benefica in caso di recessione.

La teoria del ciclo economico sviluppata dall’economista austriaco Ludwig von Mises e dal suo allievo, il premio Nobel Friedrich Hayek, è contraria alla precedente affermazione. Secondo la teoria creata da Mises-Hayek, i tassi d’interesse artificialmente bassi non favoriscono in alcun modo l’economia. Piuttosto, comunicano informazioni distorte — trasmettono un segnale sbagliato — e portano gli imprenditori ad avventurarsi in progetti che non possono essere finanziati con risparmi reali. I tassi d’interesse bassi danno l’impressione di “curare” la recessione e ripristinare la prosperità, ma producono soltanto un’illusione: Le pratiche della banca centrale non fanno altro che creare un’altra bolla destinata anch’essa a scoppiare. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno assistito a un esempio lampante di questo processo quando la bolla delle dot-com a fine anni novanta è stata sostituita dalla bolla immobiliare a metà anni 2000. [Per una lettura più approfondita, vedi The Austrian Theory of the Trade Cycle e The Mystery of Banking]

Molti ritengono che la reazione della Federal Reserve (e di altre banche centrali in tutto il mondo) alla crisi finanziaria del 2008 abbia sottolineato le lacune dell’attuale sistema dominato dallo Stato, quando enormi somme di nuova moneta sono state (elettronicamente) create per salvare istituzioni ritenute “too big to fail.” Oltre ai discutibili meriti economici dietro a tali provvedimenti, il fatto che questi sono stati adottati segretamente — esempio primo ne è la testimonianza al Congresso a dicembre 2008 in cui Ben Bernanke dichiarava che divulgare i nomi dei beneficiari delle operazioni di prestito “straordinarie” avrebbe vanificato l’utilità delle azioni della Fed — ha confermato a molti scettici che il moderno coinvolgimento dello Stato con la creazione di moneta favorisce l’elite alle spese del pubblico generale.

Esempi di Moneta Privata Prima di Bitcoin

La sezione precedente ha sintetizzato alcuni dei principali dubbi di chi respinge il monopolio statale sulla moneta. Invece di lasciare che sia lo Stato a decidere sulla moneta, l’alternativa naturale è che siano i privati cittadini a produrla.

In origine, il mercato ha prodotto la moneta merce (commodity money in inglese). L’oggetto che la comunità usava come moneta era allo stesso tempo una merce comune utile e commerciabile. Storicamente, diverse merci sono state usate come moneta in diverse epoche e regioni del mondo. Gli esempi più famosi sono bestiame, sale, conchiglie e persino sigarette. Tuttavia, soprattutto con l’avvento del capitalismo industriale nell’era del libero scambio del XIX secolo, le nazioni più avanzate hanno scelto l’oro e l’argento come monete merci.

Generalmente, i critici della moneta “fiat” emessa dallo Stato (cioè moneta non coperta da riserve di altri materiali) hanno atteso il ritorno della moneta merce più conosciuta, l’oro. Per essere chiari, i fautori della “gold money” non prevedono necessariamente che le persone debbano comprare casa usando lingotti d’oro. Piuttosto, immaginano una società in cui l’unità sottostante della moneta è una specifica quantità d’oro, in cui nessuna singola istituzione è “responsabile” della massa monetaria in quanto i minatori sono sparsi in tutto il mondo. In questo contesto, le zecche private potrebbe stampare monete d’oro riconoscibili (e difficili da contraffare) e le banche commerciali private potrebbero accettare depositi di oro fisico in cambio di carte di debito e libretti degli assegni per agevolare i grandi acquisti.

Alcuni economisti, tra cui Benjamin Klein e il premio Nobel Friedrich Hayek, avrebbero anche accettato l’uso di monete fiat, purché queste fossero emesse all’interno di un mercato competitivo [Hayek’s Plan for Private Money]. In altre parole, invece di presentare alla popolazione mondiale la scelta tra il dollaro emesso dalla Federal Reserve, l’euro emesso dalla Banca Centrale Europea, lo yen emesso dalla Banca del Giappone, e così via, alcuni economisti immaginavano compagnie private che emettessero banconote fiat e crediti elettronici propri. La reputazione e le “politiche monetarie” delle compagnie individuali avrebbero fornito ai clienti un’ampia possibilità di scelta della moneta. Dopotutto, la competizione tra Apple e Microsoft nel campo del software porta sicuramente a risultati migliori per i consumatori se paragonata a quanto i governi degli Stati Uniti e della Russia sarebbero in grado di fare, quindi perché non applicare la stessa logica alla moneta? Forse la moneta privata riuscirebbe a conservare i vantaggi della moneta fiat (come il risparmio delle merci fisiche limitate) evitando gli evidenti difetti della moneta fiat emessa dallo Stato.

Entra in Scena Bitcoin

In questo contesto, è certamente più facile apprezzare la confusione e l’entusiasmo che Bitcoin ha generato mano a mano che le sue proprietà e la sua promessa si sono diffuse in cerchie sempre più ampie di appassionati di tecnologia prima e di persone ideologicamente motivate poi.

Per contro, Bitcoin è sembrato un altro esempio di moneta fiat emessa privatamente — del genere di cui l’economista Benjamin Klein ha discusso a partire dal 1974 — con un risvolto digitale su misura per l’era di Internet. Tuttavia, Bitcoin si è rivelato molto più di questo. Come descrive lo stesso titolo della famosa whitepaper di Nakamoto, Bitcoin è un sistema di pagamento peer-to-peer.

Si tratta di un enorme progresso sulla comprensione convenzionale di moneta emessa privatamente. Per esempio, nella visione di Hayek ciascuna valuta sarebbe stata emessa da una particolare istituzione, la quale avrebbe potuto (in linea teorica) violare facilmente qualsiasi promessa fatta alla comunità in merito al tasso di crescita della massa monetaria. E’ chiaro che la competizione privata e gli altri meccanismi di rispetto dei contratti avrebbero reso le compagnie private molto più affidabili degli Stati, ma, nonostante ciò, il piano di Hayek (e i piani simili al suo) avrebbe fatto affidamento sulla fiducia.

Al contrario, essendo costruito in un contesto peer-to-peer, il protocollo di Bitcoin elimina completamente la fiducia. Nessuno è “a capo” di Bitcoin, quindi non c’è nessuno con il potere di infrangere le sue regole e violare la fiducia del pubblico. E’ proprio questo elemento di Bitcoin che gli permette di essere utilizzato sia come unità di pagamento che come sistema per spostare pagamenti in tutto il mondo, con una facilità senza precedenti.

Una volta compreso appieno l’aspetto rivoluzionario di Bitcoin, è difficile non rimanere sbalorditi dalle immense possibilità implicite. Alcuni entusiasti celebrano l’avvento della blockchain come una pietra miliare tecnologica e culturale di grande importanza nello sviluppo dell’umanità.

Sezione successiva—Come Funziona Bitcoin: Il Protocollo (1/3)

--

--