L’orrore non andrà via

Nuove tragedie di un male antico

Mondo in Frantumi
2 min readMar 4, 2023
barca abbandonata davanti alle onde del mare

Per questo weekend avevo in programma un post un po’ più leggero, ma è davvero impossibile non dedicare almeno un pensiero al disastro di Cutro, alle vittime e ai sopravvissuti.

A quasi una settimana dalla tragedia, mentre il mare continua a restituire corpi, continua a tutta velocità l’insulsa girandola di dichiarazioni istituzionali, occasioni perse per restare in silenzio, accuse, controaccuse, indagini, e proposte di “soluzione”.

Le conosciamo a memoria, le “soluzioni”.

“Portare la democrazia” ha solo aggravato il problema.

“Aiutarli a casa loro”, ma mancano i soldi.

“Scoraggiare le partenze”, magari pagando lo strongman di turno, dai cui lager i migranti tenteranno sempre di fuggire; oppure ipotizzando improbabili blocchi navali.

“Creare canali legali per immigrati ritenuti ‘utili’ al Paese di arrivo”, ma anche gli “inutili” vogliono sopravvivere.

L’Italia chiede, l’Europa sul tema è unita ma non troppo e intanto l’orrore continua.

E non può che continuare, non solo a causa di guerre e dittatori, ma anche per l’incalzare del cambiamento climatico, altra crisi immensa su cui non molto si sta facendo.

Se ne parlava anche un paio di settimane fa, con gli attivisti di Ultima Generazione:

Quando un Paese sarà ridotto a un deserto, e un altro sott’acqua, quando i campi non daranno più frutto e le poche risorse rimaste saranno contese con le armi, i barconi e le carovane saranno sempre di più, le migliaia diventeranno milioni.

Non ci sarà blocco, filo spinato o programma di immigrazione “controllata” che tenga, la disperazione delle masse non la fermerà nessuno.

Bisogna fare qualcosa.

Trovare le risorse per aiutare i Paesi in difficoltà, mediare tra i belligeranti ovunque sia possibile, dire ai dittatori di darsi una regolata, intervenire in modo serio sulla questione climatica.

Non si può più aspettare, o presto orrori come questo diventeranno un nulla al confronto di ciò che sarà la “norma” sulle nostre spiagge.

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