#inItaliano: Caparezza — Io diventerò qualcuno

Andrea Gobbi
Progetto #inItaliano
3 min readAug 31, 2015

Delle generazioni cresciute con la televisione commerciale e dell’avvento dei social network nell’Italia degli anni 10.

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(Questo è il primo esperimento di un progetto per ora definito “#inItaliano”, inspirato dalle potenzialità dei testi del rapper pugliese Caparezza, utilizzati come ponti verso l’esplorazione linguistica e socio-culturale dell’Italia per studenti di Italiano L2 e LS. Il progetto però avrà respiro più ampio, e il format qui sperimentato si allargherà certamente ad ad altri autori a ad ulteriori generi di testo.

L’utilizzo della piattaforma Medium è funzionale alla possibilità di commento e annotazione a margine del testo, e all’assegnazione di un url alla nota stessa, rendendo condivisibile, partecipativa, distribuita, e cumulativa la riflessione metalinguistica. Per usare un termine quasi obsoleto ma a me carissimo: 2.0.)

Invito fin da ora tutti a commentare in merito. Credo sia un argomento che meriti discussione.

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N.B. — La maggior parte delle note a fianco, come indicato, sono prese dalla già completa pagina Wikipedia della canzone: https://it.wikipedia.org/wiki/Io_diventer%C3%B2_qualcuno; questo lavoro si propone di organizzarle e renderle direttamente disponibile ad un analisi diretta del testo. Troverete anche altri link e risorse, dove mi sembrava fossero necessarie maggiori spiegazioni a qualcuno che magari non viva in Italia.

RIT: Io diventerò qualcuno,

non studierò non leggerò,

a tutti voi dirò di no.

Ecco perché diventerò qualcuno.

Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio myspace.

Nel dopoguerra non c’era chi urlava nei comizi più di cherokee.

Non c’erano TV colme di Nembo Kid né radio attive come nubi a Chernobyl.

C’era l’uomo qualunque, sostenuto dal Fronte dell’Uomo Qualunque.

Nella schiena dei partiti affondò le unghie:

“Io non sono di destra né di sinistra, sono un uomo qualunque!

E lo stato è demagogo, nel sistema bipolare non mi ci ritrovo..”

Ooh, ferma tutto!

Devo aver avuto un herpes, dato che questo sfogo non mi è nuovo.

Vivo decenni dopo nello stesso clima che su questo fuoco getta più benzina

ma non c’è più l’uomo qualunque,

tutti sono qualcuno, tutti sono in vetrina.

RIT.

Il qualunquista milita in una banda che prende piede se la prendi sotto gamba.

Gode come te quando ti stendi sotto Ramba,

ma è talmente finto che sembra un ologramma.

Partecipa al raduno, di quelli che gridano “Italia uno!” poco prima di un programma.

Scrive recensioni di cd nel web

e non distingue Zenyatta Mondatta da Ummagumma.

E’ una farsa, ha una cultura scarsa,

ma non gli basta il ruolo della comparsa.

Prima parla per bocca di Giorgio Bocca e poi la pensa come Giampaolo Pensa.

Lascia nei forum commenti di boria,

ma sì, sono piccoli momenti di gloria!

Porta avanti una staffetta scorretta: non passa il testimone ma passa al testimonial.

RIT.

“Il Fronte dell’Uomo Qualunque è il primo partito di questo paese. Grazie e arrivederci.”

Bene, adesso mister e miss faranno del parlamento la Diaz del Blitz.

Non distinguono il Foglio dal Manifesto,

del resto io non distinguo Libero da Gin Fizz.

La democrazia fa la fine del vip che ritrova H.P sull’uscio dell’hotel Ritz.

E siamo tutti nelle mani di chi?

Di questi che per diventare qualcuno cambiano nick?

Sì, il Fronte dell’Uomo Qualcuno ha voti al cubo,

mamma che dolore al culo, lo appuro,

se questo è uno scherzo manca il sense of humor.

Uuuuh che manrovescio!

Stiamo seppellendo nell’Endemol generation.

Devo aspettare di perdere il mio diritto di voto per guadagnare il diritto alla nomination?

RIT.

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Andrea Gobbi
Progetto #inItaliano

Digital bilingual, lifelong learner. I research SLA and Web 2.0 tools and dynamics, Cavarzere — Perugia — Miami