Tempo di sondaggi

Panfilia
6 min readJan 23, 2018

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Di recente un illustratore britannico Ben the Illustrator ha lanciato un sondaggio ciò che ne è venuto fuori è un quadro interessante riguardo uno spaccato del mondo dell’illustrazione freelance inglese.

Sottolineo che il sondaggio, la ricerca, ha riguardato solo 1261 professionisti del Regno Unito.

I risultati, che potete consultare sul sito di Ben, sono stati anche simpaticamente impaginati (sempre da lui ) in una semplice ed efficace infografica. Un estratto è l’immagine di copertina.

Anche il magazine online FrizziFrizzi ne ha parlato in questo articolo.

L’iniziativa ha inspirato anche Illustri (#IllustriFestival) che ha deciso di farne una versione italiana

eccola qui.

Chi vuole può partecipare rispondendo al questionario può farlo entro e non oltre il 14 di Febbraio.

La versione italica del questionario, benché sia sviluppata e adattata alle domande realizzate da Ben, a mio avviso poteva essere integrata con domande molto più vicine al panorama italiano. Mi riferisco in particolare alla questione di lavorare in Italia dove la figura dell’illustratore non è proprio ricercatissima, spesso bistrattata, sottostimata e quindi i nostri maggiori clienti sono esteri. Quindi sarebbe stato interessante capire, in percentuale, quanto del nostro business attinge dai paesi targati UE e quanto da altri Stati Uniti, Asia, Russia e soprattutto a quanto ammonta la percentuale di committenze italiane.

Ma tornando ai risultati del report di Ben cosa mi ha colpito?

Primo su tutti un dato positivo ben il 53% dei partecipanti sono illustratrici, mentre dei 1261 intervistati il 31% sono illustratori. Beh un ottimo dato :)

Alla domanda in quale settore hai maggiormente lavorato o hai ottenuto più richieste di lavoro nel 2017? Il bacino di intervistati ha risposto l’Editoria.

Ecchelallà.

Il 43% in totale delle voci publishing e editorial, mentre, andiamo per ordine: il 16% solo dalla Pubblicità, un tristissimo 5% da App e affini e un pietoso solo 2% dall’Animazione.

Personalmente il mio lavoro viene proprio da quei settori bistrattati . Quindi mi fa particolarmente effetto questo dato. E non esiste solo l’illustrazione editoriale,please.

Scorrendo il report:

il 49% ammette che usa una tariffa giornaliera a progetto o oraria;

il 71% legge i contratti ma spesso ha difficoltà in merito e chiede supporto per la comprensione di essi;

ma ecco il dato più allarmante il 69% ammette che non guadagna abbastanza per vivere in modo sostenibile.

Tenendo a mente che si sta parlando di lavoro freelance che è molto variabile.Ci sono mesi in cui lavori e mesi di stop forzati. E si deve essere dei bravi contabili in certi casi, essere formiche e poco cicale premesso questo a mio avviso ci si può vivere anche tranquillamente. A meno che non rientriamo nel fattore quatazioni basse…

Analizzando il primo dato, la tariffa giornaliera o oraria è qualcosa che professionalmente viene usata su richiesta specifica dal committente spesso uno Studio o Agenzia no dall’Editoria. Dipende molto dal progetto in questione. Per esperienza personale, ho lavorato pochissime volte con una tariffa giornaliera, per lo più si trattava di realizzare elementi grafici per presentazioni o per un dato progetto. Alla fine molti di quei elaborati non venivano pubblicati.

Le tariffe giornaliere in pratica coprono delle richieste veloci delle prime collaborazioni per un processo di selezione.

Tu illustratore verrai retribuito in ogni caso per il tuo lavoro anche se quest’ultimo potrà essere usato o meno. Quindi dipende tutto dal progetto, ovviamente, la tariffa giornaliera non è adatta qualora siate ingaggiati per uno e specifico progetto con esclusiva, con elevata mole di lavoro, dipende tutto dagli accordi e proposte di contratto.

Questo si riallaccia perfettamente al punto del 71% che legge sì un contratto, ma ha bisogno spesso di consultarsi con un esperto.

Purtroppo un illustratore freelance non sempre ha a sua disposizione tutti gli elementi e mezzi per affrontare la parte business e o contrattuale di un lavoro commissionato. Spesso ci si trova un po’ disorientati quando si deve contestualizzare un preventivo o semplicemente firmare un accordo con un cliente. Si è inesperti, giovani ecc ecc... In altri casi si ignora come si struttura un preventivo: le voci, i diritti i doveri, tariffe per i servizi, vendita dei diritti d’immagine… Non tutti possiamo avvalerci di avvocati, commercialisti, consulenti anche perché per quello ci sono servizi meno esosi a cui possiamo fare riferimento fatti da associazioni di categoria, AOI citata nel report di Ben ad esempio. Esistono anche in Italia penso a SmartIT e Ai.

Ma andrebbero a mio avviso più sponsorizzate.

In Italia sarebbe auspicabile più informazione e formazione, più spazio per quanto riguarda queste tematiche e associazioni che possono dare supporto, piuttosto che concorsi per visibilità, mostre e illustrazioni per sostenere la causa del giorno. In poche parole bisogna parlarne di più.

Ben The Illustrator apre al dialogo, ammette che il mondo dell’illustrazione è pieno che ci sono un sacco di illustratori, ma ciò non toglie che sia un bel lavoro. Consiglia di fare gruppo e sostenersi a vicenda affinché si possa vivere di questo lavoro condividendo consigli, supporti, aiutare chi non ce la fa chi ha bisogno dando consigli a destra e manca su come districarsi in questa professione assicurarsi che i pagamenti siano equi… Ed infine di restare sempre positivi.

Poi c’è un punto nel quale sempre Ben consiglia di uscire dalla zona confort cioè alla domanda dove lavori? Casa, ufficio condiviso, studio?

Una grossissima fetta ha risposto casa. E lui qui ci bacchetta: dice di uscire, di confrontarsi, socializzare, fare sport, magiare sano saltare staccionate (ok questa è la mia personalissima rivisitazione :) )

Ci sarebbe tutta una questione aperta su quanti siamo e quante in realtà sono le richieste di lavoro, la domanda e l’offerta quindi scatta di conseguenza la rivalità.

Parlando di lavoro freelance

Secondo il Report di Freelancers Union, redatto insieme al portale di lavoro Upwork, le tariffe sono calate drasticamente perché si continuano a calcolarle facendo una media delle tariffe orarie da dipendente. Freelancer Income Survey da una recente ricerca, guarda caso, le affermazioni più ricorrenti degli intervistati sono guadagnare di più ,avere più clienti

Poi quanto influiscono certe tipologie di business sul mercato non proprio chiare ed eque? Parlo di piattaforme e di e-commerce per freelance con guadagni sul venduto in percentuali bassissime attorno al 2%.

La butto lì ma quante belle illustrazioni dai 7$ ai 40$ ci sono su Graphic River?

Mi sto sempre riferendo all’altra faccia dell’illustrazione quella per il web, prodotti per l’animazione, per le app e via via discorrendo …

Il mercato è saturo ok, ma viene anche inquinato da preventivi svalutati e incompleti, strane forme di business

Stesso discorso va fatto per l’altra faccia della medaglia: i clienti.

I quali a loro volta non conoscono le dinamiche, il processo, che comporta l’assumere un illustratore e quindi di conseguenza ignorano i costi dei servizi e come funziona il nostro lavoro, i criteri su cui si basano i costi. Infatti non a caso ci si trova, me compresa, a dover dare delucidazioni in merito.

L’AOI ha stilato una guida che spiega punto per punto come ci si comporta, come un cliente si deve interfacciare con un illustratore.

Un discorso più articolato andrebbe dedicato alla questione della ricerca di uno spazio per il proprio stile nel mercato.

Si, confermo che limitarsi ad un solo stile o ambito seppure riconoscibile e gratificante rimarrà sempre limitato.

E con questo, in attesa dei risultati italiani, alla prossima :)

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Panfilia

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