Il tempo dell’innovazione e della sostanza

È con grande dispiacere che parlo con Alessandra Poggiani delle sue dimissioni dal ruolo di Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Con Alessandra ho sempre lavorato bene e voglio ringraziarla moltissimo per l’impegno profuso nel percorrere assieme la strada verso un obiettivo ambizioso e complesso, e farle un “in bocca al lupo” per la sua nuova sfida nel campo della politica.

Per noi che rimaniamo qua, impegnati a portare avanti il progetto di sviluppo dell’Italia attraverso la digitalizzazione e l’innovazione, questa è però un’ottima occasione per un momento di riflessione.

Ci sono progetti fortemente voluti dal Presidente del Consiglio e su cui anche il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione sta mettendo grande forza.

Progetti ampi che partono da Italia Login e coinvolgono la Rete a Banda Ultralarga, il progetto dei Data center di ultima generazione, la semplificazione dei processi, lo sviluppo economico nell’era della competitività digitale, il posizionamento dell’Italia nel mondo del nuovo commercio digitale.

Dobbiamo fare delle scelte importanti, compiere dei passi avanti che non possiamo più procrastinare se vogliamo davvero portare a casa il nostro obiettivo.

Non so chi andrà a sostituire Alessandra, ci sarà una selezione pubblica al più presto, ma un auspicio, beh, questo concedetemelo: che venga scelta una persona con eccellenti competenze tecnologiche e importanti esperienze manageriali, meglio se internazionali, alla guida di una squadra di professionisti selezionati e che si possa sviluppare un nuovo metodo di lavoro, una nuova organizzazione con leve adeguate per vincere la sfida che abbiamo davanti.

Siamo nell’epoca delle storie, delle immagini e dell’apparenza, ma anche nell’epoca delle profonde e veloci innovazioni, dove il digitale può dare un impulso decisivo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese, alla sua competitività in Europa e nel Mondo. E dobbiamo essere veloci, velocissimi.

Parlare di quello che stiamo facendo, fra mille difficoltà alcune fisiologiche altre meno, è necessario, certo, ma nella visione che ho del nostro compito una cosa è chiara: ci servono meno convegni, meno flame in rete e più gente che conosca a pieno la materia di cui si occupa, più developer e designer brillanti dentro quei garage metaforici dove solo si può pensare e costruire quel pezzo di futuro di cui ci è stato chiesto di prenderci cura. Abbiamo bisogno molto più di fatti e di risultati, di scelte importanti, di talenti, esperti e motivati.

A quel punto, credetemi, parlare in maniera efficace di un buon contenuto, nato da mani e menti sapienti, ben pensato e ideato sin da principio, verrà naturale.

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Paolo Barberis

Founder di Dada, ora di Nana Bianca, e Team Digitale presso la Presidente del Consiglio dei Ministri