Studio sui decessi di Marzo 2020. Gli anziani molto più colpiti che nei dati ufficiali Covid-19.

Paolo Meridiani
3 min readApr 5, 2020

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Daniele del Re (Università Sapienza & INFN) e Paolo Meridiani (INFN)

2 Aprile 2020

Ci sono varie indicazioni che il numero di morti dovuti a Covid-19 sia largamente sottostimato. Recentemente i dati di Bergamo e di Nembro sembrano mostrare che tale stima debba essere rivista sensibilmente. Prendendo spunto da questa osservazione e utilizzando i recenti dati mostrati dal report del SiSMG, abbiamo analizzato l’andamento temporale dei decessi in 16 città italiane al il fine di estrarre una stima realistica del numero assoluto di decessi dovuti a Covid-19.

Il metodo che abbiamo usato è molto semplice ed è mostrato in figura per la città di Milano:

Sinistra: decessi giornalieri per la città di Milano a partire dal 1 Febbraio 2020 (ciascun punto è la media di 3 giorni consecutivi). I dati di Febbraio 2020 sono utilizzati per ottenere una estrapolazione valida per il mese di Marzo sulla base degli andamenti storici del periodo 2015–2018. Questa estrapolazione viene sottratta per identificare un possibile eccesso, come mostrato nel grafico di destra. L’eccesso viene confrontato con i dati ufficiali della Protezione Civile (linea verde)

partendo dal dato relativo alla mortalità giornaliera, si è stimato il contributo dovuto alle morti “naturali” nel mese di febbraio dove l’impatto dovuto a Covid19 era meno significativo (i valori risultano infatti in linea con le medie stagionali ottenuti dalla serie storica degli ultimi anni). Estrapolando questa stima al periodo di inizio marzo, cioè a quando il Covid-19 ha cominciato a mietere vittime, abbiamo ricavato il numero assoluto di morti Covid-19, come eccesso rispetto a questo valore. I risultati per quattro di queste città, Milano, Brescia, Torino e Genova, sono mostrati nella tabella seguente:

Stima dell’eccesso dei decessi dai dati SiSMG confrontato con i dati ufficiali (riscalati alla città in esame). Nell’ultima colonna il rapporto di questi due numeri.

Per ciascuna città si evidenzia un eccesso rispetto ai dati ufficiali e ciò indica che il caso della provincia di Bergamo non è isolato. La discrepanza può variare di molto e arrivare, come nel caso di Genova, a un fattore 7, il valore più estremo tra quelli da noi osservati. Per dare un ordine di grandezza, stimiamo per Genova un numero di decessi Covid-19 di circa 250 al 21 Marzo, mentre il numero totale ufficiale in tutta la Liguria per lo stesso periodo è di 152. Dal momento che è ragionevole assumere che Genova contribuisca solo ad una certa frazione di questo numero, che sarebbe circa un quinto basandosi esclusivamente sulla popolazione, la discrepanza risulta molto rilevante.

Con i dati forniti, è possibile inoltre estrarre la distribuzione dell’età dei deceduti. Nella figura seguente trovate le distribuzioni per le due città in esame confrontate con quelle fornite dell’Iss come dato aggregato italiano.

Frazioni di decessi rispetto al totale per diverse fascie di età. In blu i dati SiSGM sui decessi anagrafici; la linea tratteggiata rappresenta invece la distribuzione che si può ricavare dai dati dell’ ISS

Come si nota, le distribuzioni non sono compatibili. In particolare, la differenza indica che la fascia di età più anziana sia significativamente sottostimata. L’analisi dettagliata della distribuzione di età offre quindi ulteriori spunti per comprendere la reale portata di questa epidemia. Inoltre, potrebbe essere anche utilizzata per identificare le zone in cui il virus ha fatto molte più vittime di quelle ufficiali.

Prima di concludere, vale la pena ancora ricordare che i dati Covid-19 estratti dal database ufficiale della Protezione Civile/ISS e quelli SiSMG non sono coerenti fra loro. Il numero di morti stagionali è fornito per singole città, mentre attualmente quello di decessi Covid-19 per regione. Per questo motivo abbiamo dovuto usare delle estrapolazioni per poter confrontare i due dati che comportano delle incertezze nelle stime. L’ISTAT ha appena messo a disposizione dati più dettagliati e coerenti con i quali sarà possibile estendere questo studio e fornire una stima più accurata dell’impatto dell’epidemia (qui una prima analisi su questi dati). Appare chiaro che questo metodo offre un potenziale per stimare la reale diffusione del contagio, eventualmente da confrontare con gli eventuali test sierologici che verranno effettuati a campione sulla popolazione.

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