La Fashion Week diventa digitale, la pandemia riscrive la storia delle passerelle

La moda fronteggia l’emergenza sanitaria e si reinventa, tra comunicazione digitale e innovazione

Annalisa_Pomponio
Innovation Eye
3 min readFeb 25, 2021

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Backstage Fashion — Credits: Flaunter Unsplash

Il 14 luglio 2020 Milano accoglie la sfida della prima sfilata interamente digital creata dalla Camera Nazionale della Moda, lo scorso settembre invece, la capitale del lusso italiano aveva accolto con entusiasmo e voglia di ripartire, la prima Fashion week in modalità phygital, con eventi in presenza ma molti ancora in modalità streaming. Purtroppo, con l’altalena tra la zona gialla, arancione e rossa e i numeri di contagio ancora alti, anche la prossima settimana della moda, in programma dal 23 Febbraio al 1° marzo, sarà solamente online.

Ancora una volta social, link e maxi schermi saranno i principali canali per seguire le presentazioni dalle collezioni autunno/inverno 2021. Camera Nazionale della Moda ha proposto una piattaforma digitale con presenti contenuti fotografici e video, interviste e backstage dei momenti creativi, organizzati in un calendario, con l’obiettivo di creare un palinsesto ricco e variegato. Una risposta concreta a un periodo di massima difficoltà, per sostenere la ripartenza dei grandi marchi ma anche degli stilisti emergenti, creando una fashion community studiata per agevolare il lavoro di tutti gli operatori del settore.

La moda non si ferma, si reinventa

Con la pandemia è arrivata anche l’esigenza di riprogettare completamente i fashion show, in una chiave chiara, che coinvolga ogni spettatore, d’impatto e ben realizzata. Come fare? Affidandosi alla tecnologia innovativa dei social network. Partendo proprio da questa necessità, Instagram, in partnerships con Cnmi, ha progettato una vera e propria guida di supporto ad aziende e stilisti nella realizzazione di eventi e presentazioni digitali- come affermato da Pambianconews, autorevole risorsa sui settori moda ed enogastronomia -. Passerelle a porte chiuse sì ma, trasmesse in streaming su IGTV, con inserzioni pubblicitarie e dirette. Ecco allora che Virgil Abloh, anima di Louis Vuitton, firma una collezione presentata in anteprima su Instagram. Un’evoluzione che ha permesso anche alle maison emergenti di cavalcare l’onda della rivoluzione. Come Gall, il brand activewear che porta alla settimana della moda uno scenario fashion innovativo e a tratti post apocalittico ispirato al mondo dei videogame.

Collezione autunno inverno by Virgil Abloh — Credits Louis Vuitton

«Digital Fashion Week nasce come risposta al distanziamento sociale ed alla difficoltà di viaggiare ma vuole anche essere una soluzione dinamica alle complessità del presente […]” — ha detto Carlo Capasa, presidente della Cnmi al Sole24 Ore. Un progetto nato per essere inclusivo, anche in questo momento in cui le chiusure ci impediscono di vivere in quella che abbiamo sempre chiamato normalità. Dolce&Gabbana e Valentino, per questa Fashion week, avevano “difeso” la presentazione live dei nuovi abiti ma devono arrendersi all’idea.

Se per più di un decennio i big hanno inseguito i ritmi frenetici e serrati della moda, tra creazioni fast e sfilate eccessive, con i lockdown hanno dovuto tirare il freno. La pandemia ha portato le case di moda a riflettere sulla saturazione del mercato. Primo tra tutti Giorgio Armani, con una lettera aperta scritta a Wwd, il quotidiano americano della moda e del lusso. Già ad aprile, Re Giorgio parlò del «declino del fashion system» in favore di una moda slow, sostenibile ed etica. Dalla moda prêt-à-porter alle maison di lusso, l’intento è univoco: riscrivere la storia dello stile, accogliendo l’innovazione lanciando un messaggio chiaro: la moda non si ferma.

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Annalisa_Pomponio
Innovation Eye

👩🏼‍💻 Journalist 💥 Digital communication specialist ✍🏻 Copywriter 🥇Premio Nazionale Papa Ernest Hamingway