Obscurities from Japan #4 | Linda³ Again
Nel corso dei miei instancabili giretti in lungo e in largo per il web a volte scorgo tantissime perle mai viste prima ma che, in un modo o nell’altro, stilisticamente mi ricordano altre opere.
Quando ho visto per la prima volta le illustrazioni di Linda³ (si legge Linda Cube) ho pensato subito al bellissimo Akira di Katsuhiro Ōtomo. Non sono poi andata tanto lontano.
Il character designer che ha curato questo misterioso JRPG, Tatsuyuki Tanaka in arte CANNABIS, ha effettivamente lavorato per il lungometraggio di Akira; sono sue le animazioni durante la fase di Mutazione di Tetsuo. In effetti, lo stile — molto cyberpunk e fantascientifico — è simile a quello Ōtomo e ha trovato terreno fertile in narrative molto simili (il suo contribuito si può trovare anche in Blade Runner: Black Out 2022).
Ma torniamo a Linda³, uno stranissimo gioco di ruolo che fece il suo debutto su PC-98 nel 1995, dal quale poi si sono succedute diverse versioni tra cui l’ultima rilasciata nel 1997 per Playstation e Sega Saturn, dal titolo Linda³ Again.
La storia è ambientata su un pianeta chiamato Neo Kenya; il pianeta è minacciato da un evento drammatico, tra otto anni sarà colpito da un gigante asteroide chiamato “The Grim Reaper” che lo distruggerà all’istante. Non c’è alcuna possibilità di evitarlo, l’unico modo per mettersi in salvo è abbandonare il pianeta.
Il governo non sa proprio come fare per evitare questo fenomeno. Arrendersi alla morte o lottare strenuamente al fine di salvarsi? Tutti gli sforzi sono vani, la fine del mondo è arrivata ed è impossibile posticiparla.
Tuttavia, dal nulla — senza alcun preavviso e grazie ad una misteriosa forza divina — scende dal cielo una gigantesca arca, maestoso serraglio spaziale che somiglia molto all’imbarcazione biblica.
Ha, quindi, avvio il piano di evacuazione chiamato Project Ark, che si ispira proprio all’Arca di Noè. Neo Kenya è un pianeta ricco, popolato da centinaia di specie di animali, alcuni innocui ma altri selvaggi e pericolosi.
Questa fauna si ribellerà man mano che il pianeta si avvicinerà alla sua fine e questo crea una forte tensione tra gli abitanti. Due abitanti sono, tuttavia, incaricati dal governo di catturare una coppia di ciascuna delle specie animali esistenti e portarle sull’Arca al fine di preservarle dall’estinzione.
Questi due sono Ken e la sua fidanzata Linda, avranno a disposizione otto anni di tempo per recuperare tutte le specie di animali presenti sul pianeta, prima della distruzione.
Man mano che si procede nel gioco, le stagioni cambiano e le città vengono abbandonate dai cittadini, dando la vera impressione di una terra sull’orlo di un’apocalisse. Un mondo mutevole agli eventi, una cosa quasi impossibile da creare con i mezzi dell’epoca.
A questo punto trovo abbastanza utile il commento fatto da un utente su Reddit per descrivere in breve il core di un gioco davvero tanto strano come Linda³.
It’s Pokémon + Lunar, if Lunar was designed and written by David Cronenberg and Hideki Anno
Il game director del gioco, Shoji Masuda, concepisce l’idea mentre lavorava ad un altro gioco di ruolo che riscosse notevole successo in Giappone, Tengai Makyou 2.
A noi occidentali non dirà niente un titolo del genere, non a caso — proprio come Linda³ — non è mai stato pubblicato all’estero; ma è famoso nel mondo dei videogiochi in quanto è da considerarsi come la prima produzione videoludica più costosa di sempre (tra le file c’è da menzionare Joe Hisaishi alla colonna sonora).
Tengai Makyou si tratta di una serie videoludica molto tradizionalista, un mondo piegato dalla guerra, due fazioni, una di buoni e l’altra di cattivi. Masuda decise di creare qualcosa in grado di “smantellare” le convenzioni di genere e la tradizione dei giochi di ruolo ambientati in un mondo fantastico e creare qualcosa di completamente diverso, un videogioco complesso, difficile e decisamente gore.
Un antesignano di Monster Hunter, con scienziati pazzi e un omicida vestito da Babbo Natale
Linda³ ha una struttura tutt’altro che lineare: tre scenari narrativi, il giocatore dovrà scegliere a quale giocare per primo. Ovviamente, è utile iniziare dai primi due poiché non sono altro che una parte di tutta la storia.
Il primo, scenario A “Merry Xmas”, vede Linda aggredita e rapita dal gemello malvagio di Ken, dal nome Nek, cresciuto da (non chiedetemi perché) estimatori di Babbo Natale. Inizialmente la storia parte un po’ scanzonata per poi trasformarsi totalmente in qualcosa di brutale e grottesco.
Nello scenario B, “Happy Child”, Ken, Linda e i suoi genitori vengono attaccati da strane creature, il risultato dell’attacco è drammatico: Linda perde il braccio ma decide di farsi aiutare da un medico che ha vaghe somiglianze con un noto dittatore austriaco. Il tema dello scienziato pazzo e la body modification deragliano verso uno scenario molto più sci-fi horror sulla scia di Snatcher, la bellissima visual novel di Hideo Kojima.
Lo scenario C, il più criptico, inizia con Ken che scivola su una buccia di banana e — a seguito della caduta — rimane in coma per un anno, i personaggi sono sempre gli stessi ma cambiano drasticamente, il gemello di Ken è invece un personaggio positivo e supportivo. Non c’è una vera e propria trama, a differenza dei primi due che sono story-driven; semplicemente il focus centrale è catturare i mostri e completare alcune quest, la struttura è open world.
Poi esiste un quarto scenario, quello D, che è disponibile dopo aver finito i restanti tre capitoli che fu aggiunto solo nel remake, quindi non presente nell’originale per PC Engine. Anziché 8 anni, i videogiocatori in questo scenario avranno a disposizione un tempo limitato di un anno per poter catturare tutti gli animali; è come una sorta di modalità speedrun.
Non tutti gli scenari ricoprono gli otto anni di tempo; ad esempio, il primo va dall’estate del 1991 a quella del 1992, ricoprendo un solo anno. Il secondo scenario durerà circa tre anni, fino al 1993. Il terzo scenario è quello in realtà più completo, in quanto va dal 1991 fino al 1999, l’arrivo definitivo dell’asteroide che annienterà Neo Kenya.
Folle, oltre ogni limite
Masuda e il suo team hanno reso bene lo spirito che volevano intraprendere con un gioco come Linda³, rottura di qualsiasi schema e follia su più fronti. Non a caso, le recensioni dell’epoca descrissero la sua follia come qualcosa di impossibile da spiegare a parole.
Queste stranezze si trovano ovunque, nelle trame, nei dialoghi ma anche nelle fattezze dei mostri (sono ben 120 tipi diversi!) e in alcune bizzarre ma innovative scelte di gameplay. Per spiegarvene una: negli scontri i nemici non vengono affrontati solo “frontalmente”, come nei normali videogiochi di ruolo, bensì attaccano su quattro lati: di fronte, ai due lati e alle spalle.
Inoltre, visto che il nostro obiettivo è quello di catturare le creature, non dobbiamo ucciderle, bensì indebolirle o farle arrivare ad un numero irrisorio di punti vita per catturarle; una cosa che Pokémon (nel 1996, quindi un anno dopo Linda³) ha riproposto per la cattura dei piccoli mostriciattoli. Uccidere gli animali non vi darà, diversamente dalla grande maggioranza dei JRPG, dei punti esperienza.
Gli animali non servono solo a trasportarli all’arca, possono diventare nostri alleati combattendo accanto a noi (cani, lupi, aquile, serpenti… addirittura delfini!). Dai mostri si possono creare armi o recuperare la carne che può essere usata come oggetto curativo, una cosa a tratti discutibile visto che è possibile farlo anche con quelli che consideriamo animali domestici.
I dialoghi degli NPCs fungono da diario aperto degli sviluppatori, si possono leggere interessanti riflessioni sulla vita, società e relazioni e rispecchiano un po’ quel senso di malinconia e smarrimento del decennio perduto giapponese post-Bolla (ne ho parlato anche in Kowloon’s Gate).
Linda³ contiene diversi generi che vanno dal fantasy all’horror psicologico, dalla romance alla black comedy e così via. Il gioco fa molta attenzione anche al tema del sesso, inteso non come tematica “ecchi”, bensì come parte integrante nella storia tra Ken e Linda. Non a caso, il titolo è creato solo per un audience adulto, con un rating “18+” su tutte le piattaforme sul quale è uscito.
Stando ad una retrospettiva trovata su un sito russo dedicato alla saga di Siren, Linda³ è uno dei primi videogiochi horror con mostri con delle fattezze che sublimano alcuni aspetti sessuali, idea che fu ripresa anche in altri titoli come Germs e Silent Hill 2. Molto di tutto questo fu rimosso nel remake su PS1 in quanto, le politiche di Sony, erano molto più restrittive a riguardo.
Tuttavia, nonostante le censure (e le autocensure da parte degli sviluppatori stessi), il titolo contiene un contenuto ai limiti della moralità; sia nell’originale che nel remake (in cui le cutscenes sono tutte in stile anime) ci sono scene che mostrano brutali omicidi, suicidi, mutilazioni, modificazioni corporali e così via.
Linda³, oggi
Il titolo è discretamente conosciuto in rete per via delle tematiche brutali che rappresenta e anche per alcune innovazioni lato gameplay che poi sono state riprese in opere di tutt’altro tenore come Pokémon o Monster Hunter.
Fino a poco tempo fa, per via del grande limite linguistico, era quasi impossibile giocarci, tuttavia, il traduttore amatoriale Cargodin e lo sviluppatore EsperKnight si sono prodigati nel tradurre il titolo dal giapponese all’inglese (unica lingua disponibile, ad ora) in un periodo lungo dieci anni.
Cargodin rilascia un intervista molto interessante riguardo Linda³, il quale spiega che la traduzione in inglese, quindi in una lingua accessibile a tante persone che sono rimaste “superficialmente” impressionate dal titolo, “smantella” un po’ di quel misticismo che si è creato nel corso degli anni intorno al gioco.
Secondo lui, a prima vista, i videogiocatori vedono Linda³ come un titolo strano ma allo stesso tempo stravagante, divertente. In realtà, paradossalmente, Cargodin ci invita quasi a non giocarlo per via delle tematiche presenti: violenza, brutalità ma anche complessi punti di vista su politica e religione.
Linda³ non è un videogioco semplice, non ha la pretesa di essere un videogioco per tutti e fa strano chiedersi come mai abbia avuto tanto successo in Giappone. Anche in questo caso, ci viene in aiuto un bravissimo youtuber gnosis che fa una splendida e accurata analisi sul titolo e sulla sua gestazione.
Nei primi anni Novanta Shoji Masuda diventò padre per la prima volta e questo evento lo portò a domandarsi sull’importanza della vita e della riproduzione; non a caso il tema centrale di Linda³ è proprio la riproduzione sessuale che permette al mondo e alle creature di sopravvivere nonostante l’abbandono, la morte e la distruzione.
C’è un piccolo evento all’interno del gioco in cui è possibile trovare in prigione uno scienziato di nome Panhaim.
Questo NPC ogni tanto farà battute, oppure darà a Ken degli oggetti inappropriati. Tempo dopo, durante la progressione della storia, se dovessimo ritornare a quella cella, troveremo Panhaim morto.
Sopra il suo cadavere campeggia una scritta, fatta con il suo stesso sangue: “Love Forever”.
In queste due parole è racchiusa la vera essenza di un titolo così brutale e violento come Linda³, l’amore vince sopra ogni cosa, è la vincita più profonda nei confronti della morte e della violenza. L’amore carnale, quello di cui siamo spettatori inermi — nel finale — di un lunghissimo e travolgente bacio tra Ken e Linda.
Amore al cubo.
つづく…
Special thanks to…
Baxter (https://x.com/cosmicspooks) and his blog: tsundokudiving
Love’s Secret Domain — The Haunted and Intimate World of 1990’s Japanese Game Linda³ — by Yu Hirayama
Obscure Games (Ludomedia) — grazie a AmazingAlex e Kacaronte
