Nelle strutture matematiche cerco rifugio dalla triste cecità della mia razza. Il cubo e l’ottaedro appartengono allo stesso gruppo di simmetria, un livello di astrazione superiore, una coesione ontologica che scintilla oltre le apparenze. Ogni angolo della vita si lega in un cristallo logico verso nuove dimensioni di realtà. Uno spazio profondo non visibile nell’immediato, accessibile per istanti, in modo parziale, aprendo gli occhi della ragione. Un oceano immenso di esistenza. Una sfera solida di infinite dimensioni, di cui sfioriamo un bagliore. Ma i miei occhi sono lenti e stanchi … e la distesa della conoscenza è senza fine. Sono una formica, persa nella biblioteca di Alessandria.