Il personal branding dopo l’età della pietra. Cioè oggi...
C'è sempre stato, ma ora più che mai fa parte della nostra vita. Il marketing c'entra sempre.
Una volta era confinato al mondo del business, definiva l’azione delle aziende sul potenziale bacino di fruitori utilizzando mezzi come la televisione, la radio e la stampa. Oggi invece è una cosa ben più complessa: il marketing è diventato popolare, una moda, una necessità dei tempi moderni. I nuovi mezzi di comunicazione, su tutti internet, hanno trasformato gli “spettatori” (fruitori dei media) in protagonisti, non solo all’interno dei new media, ma anche nella vita reale. Ed è così che il modo di camminare, quello di parlare, il linguaggio del corpo e tutto il resto (compresi i selfie), sono diventati, sotto quest’influenza, un tutt’uno con la nostra identità online confezionata in una sorta di Personal Branding (chiamiamolo così) “personale”.
Una tipologia di Personal Branding che non è poi molto distante da quella del business: infatti come tutti sappiamo l’azienda sviluppa un piano per ingrossare il fatturato, così anche la persona lo fa per aumentare il valore rispetto ai suoi simili al fine di effettuare una scalata nella società (trovare l'anima gemella, diventare un leader nella sua comunità, ottenere un lavoro migliore, guadagnare di più, ecc.).
Oggi tutti abbiamo il potenziale per diventare popolari, e con “tutti” intendo proprio le persone comuni. Ma spesso, presi dal desiderio di mostrarsi nella “gogna” dei new media, dimentichiamo uno degli aspetti che solitamente il marketing non trascura mai: la coerenza. Il recente caso Barilla, ad esempio, ci insegna (anche) che non è più possibile separare le persone dalle aziende, che la risonanza delle nostre idee personali si sovrappone necessariamente al nostro lavoro. In uno scenario come questo è indispensabile una trasformazione del modo di fare business per relazionarsi con una nuova tipologia di utenza, quella appunto smaliziata e abituata a vivere in un mondo digitale e analogico.
Ora più che mai è importante dimostrare anziché mostrare: il “real selfie”, quello che vede il mondo, non deve essere per forza bello, ma deve essere sincero. La nostra posizione nella società è legata indissolubilmente al nostro lavoro ed è fondamentale investire per migliorare se stessi, mostrarsi senza paura e coinvolgere altre persone.
Sin dall’età della pietra l’uomo ha tentato la scalata al successo utilizzando una preistorica forma di personal branding: la clava. Ma forse oggi siamo più intelligenti... o quasi.
PS: Non è proprio in tema, ma scrivendo mi è venuta in mente una scena del film "Provaci ancora Sam" interpretato da Woody Allen (Sam), Diane Keaton (Linda) e Tony Roberts (Dick), dove Dick parlando del fallimento matrimoniale dell’amico lo paragona a un investimento sbagliato...
Qui il link al video: