L’uomo italiano è il più femminile sui media globali
Barbuto, ma molto raffinato. Ecco cosa emerge dai dati di BuzzFeed sull’uomo italiano.
Da qualche anno a questa parte su periodici, siti web e social network è tutta un’invasione di pelo. Barbe curatissime e ciuffi vertiginosi occupano buona parte della ritrattistica maschile nella comunicazione pubblicitaria e nelle conversazioni sui social network.
Stando a quelle ricerche di presunti esperti di università di stati forse nemmeno riconosciuti dall’ONU, l’era dell’uomo metrosexual è terminata per lasciare spazio al lumbersexual, cioè l’uomo dal look studiato per somigliare a un barbone o — più precisamente — a un boscaiolo. Il brand di abbigliamento che ha sposato perfettamente questo trend è l’americano Urban Outfitters, che ha spinto molto sull’iconografia hipster negli ultimi cinque anni.
Quando parliamo di bellezza, sia femminile che maschile, dobbiamo però sempre ricordare che si tratta di un concetto relativo, basato sulla cultura e sull’immaginario collettivo di ogni paese. Lo ha dimostrato bene BuzzFeed con un video che, incrociando diversi dati sui canoni di bellezza maschile sui media, mette in relazione gli standard di dodici paesi diversi. Da questi numeri pare che l’uomo italiano sia il più femminile di tutti per i seguenti motivi.
L’uomo italiano non prova imbarazzo a indossare colori sgargianti
A meno che non siate sul set di un film di Bollywood, difficilmente negli altri paesi troverete uomini che indossano tonalità accese o colori come il rosa e il viola, culturalmente legati al total look femminile.
L’Italia è la vetta della moda maschile
Nell’area del menswear (abbigliamento maschile), siamo ancora i detentori dello standard (norma), almeno per quel che riguarda il luxury (lusso e alta moda). Nell’area del lessico evidente che non lo siamo mai stati.
L’Italia traina l’industria dei cosmetici per uomo
I miei nonni, grandi lavoratori e operai, avevano dei solchi sulla pelle che nemmeno Roma con i lavori della metro C. Attualmente le parole scrub, maschera e crema sono invece consolidatissime nel dizionario maschile, tant’è che l’Italia, insieme al resto dell’Europa occidentale, traina il mercato mondiale dei prodotti skincare per uomo. Il totale dei paesi genera il 21% degli acquisti.
L’uomo italiano cura il pelo
Sembrerebbe che il maschio italico abbia salutato il barbiere Mimmo, Aldo, Mattia o Nanni (dipende dalle regioni), leader di mercato nell’offerta di un taglio funzionale che costava dai 7 € ai 10 €. Da ormai un decennio il parrucchiere, l’estetista e la cura domestica e maniacale del capello e della barba non sono più un tabù.
Il mito del latin lover
Premettendo che si tratta di un finto inglesismo partorito in Italia che altrove indicherebbe un fan di Cicerone, il latin lover è ancora uno standard italiano. Sembra che gli uomini italiani siano famosi per la loro “sprezzatura”, ovvero quella capacità di emanare sicurezza e spontaneità. Capacità che, contrariamente a come si presenta, sembra essere invece molto studiata.
Sempre secondo i dati raccolti da Buzzfeed, gli uomini italiani che incarnerebbero maggiormente gli standard nazionali sono Raul Bova, Claudio Marchisio e Giulio Berruti.
Non sono però soltanto i maschi del nostro paese ad aver adottato nei loro consumi abitudini che tradizionalmente erano attribuite alle donne, e lo si può vedere anche negli standard dei dodici paesi analizzati su BuzzFeed (Stati Uniti, Messico, Brasile, Sud Africa, Nigeria, Turchia, Italia, Regno Unito, India, Corea del Sud, Filippine e Australia).
Anche il dato mondiale mostra un aumento della cura personale. Le vendite dei prodotti di bellezza per uomo sono aumentate del 70% tra il 2012 e il 2014. Non solo profumi, deodoranti e prodotti per la barba (già sdoganati negli anni dei nostri genitori), ma anche creme per il viso, che nel 2013 hanno generato un valore di 3,3 miliardi.
Tra i vari standard di bellezza non sembra essercene uno dominante. Probabilmente quello statunitense, anche se — come ipotizza il video — in futuro il canone di bellezza dei Millenials potrebbe essere rappresentato da un mix di etnie caucasiche, asiatiche e africane. Credo che oltre all’evoluzione della specie, dovremo attendere l’estinzione di pubblicitari ancora fermi al criterio di bellezza ariano.
Qui potete vedere l’articolo completo su tutti i dodici paesi. Se la pigrizia vi mangia vivi, trovate qui sotto un video riassuntivo.