Ho scritto un libro e forse morirò

Se leggere è proibito: distopia o futuro (non troppo) immaginato?

Roberto Gerilli
4 min readNov 9, 2016

Siamo lettori e siamo orgogliosi di esserlo. Abbiamo autori preferiti e romanzi che ci portiamo dietro come coperte di Linus letterarie, spendiamo cifre folli in libreria e conosciamo per nome il corriere che ci consegna i libri acquistati online. Leggere è parte del nostro essere e anche se ci proviamo non riusciamo proprio a comprendere gli appartenenti alla categoria dei non-lettori.

Pensiamo siano strani, li guardiamo con diffidenza, ma la verità è che sono la maggioranza. In Italia il 60% della popolazione non legge nemmeno un libro all’anno. Siamo noi gli eccentrici, non loro, e per capirlo basta usare un po’ di fantasia.

Mettiamoci nei panni del signor Anti-Letteratura. È il nostro vicino di casa, quello che ci guarda rientrare con le buste cariche di libri, e che ci sente ridere e piangere per personaggi immaginari e storielle inventate. Mettiamoci nei suoi panni e riflettiamo: cosa vede lui mentre ci osserva?

Dove lo trovate il tempo di leggere? Non avete un lavoro o una vita sociale? E i soldi? Come fate a comprare tutti quei libri? Avete la casa piena, eppure continuate ad acquistarne altri: perché non vi accontentate di rileggere quelli che avete? Se non li rileggete, perché non li vendete? Che senso ha tenerli? E poi è inutile che mi continuate a raccontare che i romanzi sono meglio dei film: come la mettiamo con gli effetti speciali, il dolby surround e i pop-corn? E comunque i libri di Fast & Furious non esistono, per cui che ne parliamo a fare? E poi, la cosa più importante: leggete a ogni ora del giorno e della notte, perfino di sabato sera. Non sarebbe meglio andare in discoteca, incontrare qualcuno e farsi una bella scopata? Cioè, sul serio, fatevi una vita!

Sembrano considerazioni un po’ stereotipate, ma non sono inventate, o almeno non del tutto. Alcuni anni fa girava un video composto da alcune interviste realizzate nelle maggiori piazze italiane, non mi ricordo chi l’avesse realizzato, e nemmeno come ritrovarlo su YouTube, ma mi è rimasto impresso perché i pensieri dei non lettori erano tristemente simili a quelli del nostro signor Anti-Letteratura.

E così mi sono chiesto: cosa accadrebbe se iniziassero a circolare studi pseudo-scientifici sui danni fisici e mentali causati dal continuato e reiterato consumo di letteratura? La popolazione avrebbe la capacità di distinguere la verità o si perderebbe nell’allarmismo pandemico? Visto che il 60% già non legge, sarebbe così complicato obbligare tutti a rinunciare alla letteratura per difendere la propria salute?

Vietato leggere all’inferno è nato qui.

Ho immaginato un mondo che ha rinunciato alla letteratura e ho scoperto che non è molto differente da quello nel quale viviamo. In entrambi, gli editori vendono solo una merce, puntando più sulla quantità che sulla qualità. In entrambi, gli scrittori cercano una formula per creare bestseller a tavolino. In entrambi, i lettori sono la minoranza emarginata, che fatica a trovare il proprio posto in una società in cui ci sono più palestre che librerie.

Questo parallelismo critico è servito per creare una storia divertente. Sì, esatto, avete capito bene. Niente di pretenzioso o educativo. Vietato leggere all’inferno è un thriller/pulp che rispetta tutti gli stilemi del genere. Parla di inseguimenti, sparatorie, omicidi e i personaggi sono trafficanti, spacciatori e drogati. Ma la droga è la letteratura e i tossici sono ragazzi che si sballano con citazioni di Shakespeare, Dickens, Bukowski, Tolkien, Welsh e King, e ragazze che cercano una dose di Stevenson, Kerouac, Carroll, Salinger, Hornby e Palahniuk. Sono libromani che stringendo in mano una copia de La storia infinita sognano di tornare a essere i protagonisti dell’editoria e della società.

Un sogno che abbiamo anche noi — minoranza italiana di lettori — che viviamo in un paese in cui perfino la comunicazione di una notissima catena di attrezzature e abbigliamento sportivo è gestita da un signor Anti-Letteratura. Forse è il caso di iniziare a cercare il nostro spacciatore di fiducia.

Quello che hai letto è il primo articolo di una serie che racconterà alcune curiosità e retroscena sul romanzo Vietato leggere all’inferno, pubblicato da Speechless Books e scaricabile gratuitamente online. Appuntamento alla prossima settimana con Pia Ferrara per scoprire come un ragazzino può cambiare la vita delle persone, reali o immaginarie che siano.

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Roberto Gerilli è un lettore anconetano di trentasei anni. Non esce mai da una libreria senza aver comprato almeno un libro, riconosce gli editori dall’odore della loro stampa e vive in una casa in cui ci sono più librerie che armadi. È talmente dipendente dalla lettura che ha cominciato a scrivere.
www.vietatoleggere.it

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Roberto Gerilli

Sono un ingegnere dello storytelling: progetto e collaudo storie.