Di obiettivi, felicità e altre sciocchezze…

Salvatore M. A. Savarese
5 min readNov 9, 2018

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Ci avviciniamo sempre più alla fine dell’anno ed è tempo di primi bilanci.

Prendendo in esame gli obiettivi che ci eravamo prefissati ad inizio anno, siamo già in grado di valutare se li abbiamo raggiunti o meno.

E se non fossimo contenti di quanto fatto sin qui, non ci sarebbe nulla di più facile e scontato che dire a noi stessi che avevamo fissato degli obiettivi sbagliati.

Forse erano troppo sfidanti o forse poco stimolanti oppure non erano abbastanza specifici o forse non erano poi così importanti e per questo era facile perdere la convinzione e la focalizzazione.

Ma la verità è che non è colpa degli obiettivi e di come li abbiamo definiti. Non è questo il motivo per cui quest’anno non abbiamo concluso nulla… semplicemente, gli obiettivi non aiutano a star meglio, a raggiungere benessere e felicità e soprattutto non aiutano ad essere felici a lungo termine.

E’ inutile aspettarsi di essere più felici grazie alla definizione di nuovi obiettivi e al loro raggiungimento. E’ come usare lo strumento sbagliato per fare il lavoro giusto. Di per sé può sembrare utile stabilire degli obiettivi per ottenere quello che vogliamo ed in una certa misura questo può aiutarci. In fondo un obiettivo fissato tangibile, tracciabile, limitato nel tempo, permettono di fissare un punto di partenza e un punto d’arrivo, è una spinta ad agire.

Peccato che ciò che davvero vogliamo è la felicità. E la felicità non è tangibile, tracciabile, misurabile, non c’è un punto di partenza e uno di arrivo. Non c’è un percorso chiaro e predefinito, non c’è un orientamento.

Ecco perché spesso, quando definiamo un obiettivo, finiamo, su base giornaliera a provare ansia, ad essere preoccupati, in tensione per quello che dobbiamo fare. Oppure nella migliore delle ipotesi, questo obiettivo, giorno dopo giorno sfuma e lo lasciamo nel dimenticatoio, superato da nuovi obiettivi e da nuove azioni da fare. E, anche quando l’obiettivo lo raggiungiamo, gli effetti positivi della nostra soddisfazione e del nostro festeggiare svaniscono molto velocemente.

E’ come assistere ad un meraviglioso spettacolo pirotecnico con il naso all’insù, a bocca aperta, ad ammirare i fuochi d’artificio in un susseguirsi di “wow!”. Ecco… questi fuochi colorati così come, velocemente sono apparsi, altrettanto velocemente svaniscono, e il nostro “wow!” lascia il posto ad un sorriso che pian, piano si spegne sul nostro volto.

Erroneamente pensiamo “E’ questa la felicita! Felicità è raggiungere gli obiettivi che ci poniamo e festeggiare.” E non fa niente se l’effetto “wow!” svanisce velocemente. Tanto avremo qualche altro obiettivo da raggiungere! E così la giostra ricomincia a girare ancora più velocemente e altrettanto velocemente svanirà la nostra sensazione di pseudo-felicità.

Tal Ben Shahar ricercatore di Harvard che ha tenuto per anni dei frequentatissimi seminari sulla felicità e sulla psicologia positiva, insegna a diventare consapevoli che è inutile cercare il successo a tutti i costi o tentare di essere i migliori in tutto, quando siamo semplicemente delle persone con i nostri pregi e i nostri difetti. E pertanto avere degli obiettivi e raggiungerli non ci darà la felicità. Il successo, l’essere arrivati ci daranno soltanto gioia e soddisfazione momentanee.

Al massimo, definire degli obiettivi può essere la nostra bussola che ci spinge in avanti ma niente più di questo.

Se vogliamo davvero sentirci soddisfatti appieno della nostra vita, felici, sereni e appagati dobbiamo seguire il nostro “perché”, il nostro “tema”, ciò che da senso profondo a noi e alla nostra vita. E quindi non sarà il susseguirsi di singoli successi a darci la felicità, ma sarà il nostro “viaggio”, il nostro cammino, che ci siano o meno successi e “vittorie” a darci la felicità. A patto che abbiamo chiaro il motivo profondo del nostro viaggio, il tema, il senso.

E’ per questo che sempre di più, oggi, c’è una ricerca di senso e di significato da parte delle persone. Ricerca che non ha nulla a che vedere con il piacere. Il senso e il significato è nelle azioni che compiamo, il piacere (effimero) è nel risultato. E’ la stessa differenza che c’è tra scopo e passione.

E allora, la felicità. Il nostro benessere dipendono dal nostro personale tema, dal senso che abbiamo rispetto alla vita, da un ideale che sostiene le nostre azioni, le nostre decisioni, in modo persistente.

Quando abbiamo consapevolezza della nostra direzione allora diventiamo immuni rispetto alla preoccupazione del domani e indifferenti al rimpianto di ciò che era ieri. Quello che conta è ciò che facciamo oggi coerentemente con la nostra identità e con le nostre scelte.

E la felicità non sarà nell’obiettivo da raggiungere lontano o in quello che otterremo, ma sarà ogni giorno, ogni qual volta avremo agito coerentemente rispetto al nostro essere.

Perché la nostra vita non è un susseguirsi di successi o di sconfitte, non è costellata di obiettivi raggiunti o mancati. La nostra vita è nel percorso che facciamo, nella vita di ogni giorno, nei momenti in cui agiamo guidati da ciò che siamo.

Raggiungere degli obiettivi è soltanto l’1% della nostra vita così come il piacere che ne consegue. E il 99% di ciò che vogliamo dalla vita può essere trovato e deve essere trovato lungo la strada, lungo il viaggio.

Il nostro tema personale è quello che ci guida e che ci permette di essere felici. Il nostro tema è al di sopra dei nostri obiettivi. Siamo felici (perché abbiamo dato un senso alla nostra vita) allora raggiungiamo i nostri obiettivi! Non il contrario.

Ogni volta che definiamo un obiettivo ci chiediamo cosa vogliamo, quando cerchiamo il senso, il tema della nostra vita ci chiediamo: “Chi sono?”.

Un tema ci farà fare delle azioni. Ed ogni azione sarà parte di un meraviglioso percorso di crescita e di sviluppo, di appagamento e di felicità. Senza l’ansia, e la prospettiva di un obiettivo da raggiungere, di una performance da sostenere.

Un tema mette ordine nel caos della vita, un obiettivo condanna ad ordinare questo caos o a fallire.

Un tema ci dà opportunità per creare felicità nel presente, un obiettivo sposta la tua felicità nel futuro.

Un tema pone l’accento su cosa è andato bene oggi, un obiettivo porta a valutare dove siamo arrivati oggi.

Un tema è fluido, ci attraversa, è parte di noi, è dentro di noi e ci permette di cambiare durante il percorso.

Un tema ci offre sostegno per essere chi siamo, non una volta ogni tanto, ma ogni giorno!

Un tema ci permette di essere consapevoli di chi stiamo diventando passo dopo passo, scelta dopo scelta, un passo alla volta e di trovare soddisfazione e benessere in questo viaggio!

Quindi un tema porterà qualcosa nella nostra vita che nessun obiettivo potrà mai darci: la sensazione o ancor meglio la consapevolezza che chi siamo oggi, proprio qui ed ora è abbastanza!

[foto di Chris Fuller su Unsplash]

Originally published at Salvatore Savarese.

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Salvatore M. A. Savarese

Capitano di lungo corso, di percorsi di sviluppo professionale. Mi oriento grazie al coaching nel mare pericoloso delle credenze e delle convinzioni limitanti.