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Classificazione: PG-13 (Violenza avventurosa)
Genere: Fantasy, Azione, Avventura, Commedia
Lingua originale: inglese
Regia: Jaume Collet-Serra
Produttore: John Davis, John Fox, Beau Flynn, Dwayne Johnson, Dany García, Hiram García
Sceneggiatura: Michael Green, Glenn Ficarra, John Requa
Data di uscita (teatri): 30 luglio 2021 Wide
Durata: 2h 7m
Coproduzione: TSG Entertainment, Davis Entertainment, Flynn Picture Company, Walt Disney Pictures, Seven Bucks Productions
Mix audio: Dolby Atmos
I film Disney non sono reali. Beh, ovviamente, ma con altri film in genere stai cercando di dare al pubblico un’esperienza reale. In altre parole, dove altri film generalmente cercano di essere la versione cinematografica di qualcosa di reale, è giusto dire che i film Disney mirano a essere la versione da parco di divertimenti di quell’esperienza. E considerando che la Jungle Cruise è vagamente basata su un viaggio Disney, probabilmente puoi indovinare dove va.
Le cose iniziano sorprendentemente bene, prima nel 1916 a Londra, dove la dottoressa Lily Houghton (Emily Blunt) sta rovistando nelle stanze sul retro di un congestionato club di scout mentre suo fratello MacGregor (Jack Whithall) è distratto dal distrarli con un tentativo fallito di bere . preso in prestito un artefatto. hanno appena venduto segretamente al principe tedesco Joachim (Jesse Plemons). E sì, la prima guerra mondiale è attualmente in corso, rendendo anche questi esploratori traditori? E nessuno nel Regno Unito ha riconosciuto il figlio del Kaiser che camminava per le strade di Londra?
Queste domande vengono rapidamente dimenticate grazie ad alcune sequenze esilaranti in cui Lily afferra la misteriosa punta di freccia, poi si abbassa e si arrampica attraverso la collezione per scappare. La prossima tappa, l’Amazzonia, dove Frank “Skipper” Wolff (Dwayne Johnson) sta portando la sua barca scadente come parte delle crociere nella giungla, che sembrano anche un po’ astoriche ma raccontano un sacco di brutte barzellette, quindi chi?
Gli Houghton vogliono risalire il fiume per trovare un albero mitico i cui fiori possono curare qualsiasi malattia, Wolff vuole essere pagato per poter pagare i suoi numerosi debiti, ci sono una serie di sequenze di inseguimento mentre tutti corrono come matti, Joachim appare in un sottomarino , e l’intero primo atto si conclude con un’esagerata orgia di distruzione che sarebbe stata il culmine di un film più piccolo ma forse migliore.
Il regista Jaume Collet-Serra (The Commuter, The Shallows) si è fatto un nome con film che accumulano incidenti su incidenti con effetti entusiasmanti: lavoro sui personaggi, non tanto. Man mano che l’azione procede lungo il fiume, il film si divide sempre più tra pezzi sempre coinvolgenti e tentativi poco impressionanti di persuadere il pubblico che c’è una sorta di scintilla romantica tra Lily e Frank (MacGregor diventa l’idiota che alla fine diventa buono). Le battute scritte non sono male e sono entrambi personaggi simpatici a sé stanti, ma insieme? La metà delle volte, sono poco convincenti come colleghi di lavoro.
Questo è un problema, perché le battute civettuole e gli argomenti forti sono il valore commerciale dei film (più vecchi, migliori) di cui questa è una versione Disney. Anche la mancanza di rischi su questa crociera fluviale apparentemente mortale è un problema: le scene di apertura riescono a bilanciare i cattivi dei cartoni animati (esattamente che accento deve avere il crocierista rivale di Paul Giamatti?) Con inseguimenti altrettanto fumettistici, Ma quando le cose dovrebbero diventare serie in seguito questo si trova spesso senza un vero modo per aumentare la posta in gioco.
Un quartetto di conquistatori soprannaturali (con Edgar Ramirez che interpreta il loro capo) maledetti a vivere per sempre finché non lasciano mai il fiume dovrebbe ricoprire questo ruolo, ma le oscure sequenze di combattimento e un colpo di scena o due mitigano notevolmente la loro minaccia, anche se almeno sono memorabilmente raccapriccianti da guardare.
Jungle Cruise è ancora divertente e i suoi difetti non sono interamente colpa dell’approccio della Disney: Johnson può fare molte cose, ma interpretare un umano alle prese con sentimenti romantici non è uno di questi. Ma questo tipo di avventura leggera ha un disperato bisogno di qualcosa di credibilmente umano sotto tutti i mostri e le trappole mortali. È una lezione sui limiti di quanto lontano può portarti lo spettacolo senza scommesse reali; il risultato è un film che troppo spesso si trova nel torrente senza pagaia.
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Se c’è una cosa a cui non ero preparato con la tanto attesa Jungle Cruise della Disney, un’avventura d’azione basata sul giro del parco a tema Disneyland che è in lavorazione dalla fine del 2019, è che lo paragonerei negativamente al 1972. Film di Werner Herzog Aguirre, l’ira di Dio. Il che non vuol dire, sia chiaro, che speravo di confrontarlo positivamente con Aguirre, God’s Wrath, un capolavoro imponente della storia del cinema che è meglio di quanto la Walt Disney Company sia anche teoricamente in grado di rilasciare a questo punto. Semplicemente non mi aspettavo di essere commosso per paragonarlo ad Aguirre, l’ira di Dio. Eppure ci siamo, e letteralmente un minuto dopo la scomparsa del logo dello studio (anche questo film gioca sul logo in un modo piuttosto divertente), apprendiamo che il retroscena del film coinvolge Lope. de Aguirre (Édgar Ramírez), il famigerato conquistatore e pazzo del XVI secolo. E ancora molto più tardi, scopriremo che Aguirre, nella mitologia di questo film, era un uomo fondamentalmente affabile che si è trasformato in malvagio a causa del suo amore disperato per la figlia malata, che è un po’ di divertente revisionismo per indicare un uomo considerato pazzo. pericoloso e distruttivo anche per gli standard delle altre persone coinvolte nello sfruttamento coloniale spagnolo delle Americhe. E che, poco prima di morire, avrebbe ucciso quella stessa figlia per proteggere la sua castità.
Tuttavia, non va bene per nessun film iniziare dicendo: “Ehi, ti ricordi il miglior film di Werner Herzog?” e soprattutto non qualcosa di così generico nelle sue intenzioni gonfiate da film di serie B come Jungle Cruise, che è, dopo tutto, principalmente uno sforzo promozionale incrociato tra i diversi angoli dell’impero multimediale Disney. Fortunatamente, il film si muove abbastanza rapidamente verso la scoperta di ricordi di un film molto diverso che non può sperare di essere all’altezza poiché diventa un clone virtuale di Pirati dei Caraibi del 2003: La maledizione della prima luna. Il che è onestamente probabilmente inevitabile; Non è semplicemente il miglior film là fuori basato su un giro in un parco a tema Disney, è quasi certamente il miglior film del suo genere che potrebbe esistere, soprattutto perché è sfuggito così palesemente ai suoi gestori aziendali. Jungle Cruise è, quindi, una sorta di tentativo di recuperare parte di quella magia ma tenerla al sicuro sotto le restrizioni sempre più rigide di ciò che “un film Disney” può significare all’inizio del terzo decennio del 21° secolo.
Ovviamente questo non porta a nulla di particolarmente interessante, ma devo confessare che la Jungle Cruise mi ha sorpreso parecchio — gran parte della prima metà è, infatti, attivamente affascinante. La scena del dipinto con i numeri trova la dottoressa Lily Houghton (Emily Blunt), un’eccentrica botanica, che infuria contro il sessismo dell’accademia britannica nel 1916 e lotta per rubare un artefatto in un primo momento che mostrerà lei e il suo sfortunato fratello. MacGregor (Jack Whitehall) il percorso verso un albero magico che si dice cresca in profondità nel bacino amazzonico. Apprendendo lungo la strada che anche il ben curato aristocratico tedesco Prince Joachim (Jesse Plemons) è dietro l’albero, gli Houghton arrivano in Brasile, dove fanno pressione sulla guida turistica locale Frank Wolff (Dwayne Johnson) per portarli invece a risalire il fiume. lavoro di fare giochi di parole sulla flora e la fauna locali mentre li guida sul suo vecchio battello a vapore (la sua scena introduttiva che fa proprio questo è piena di riferimenti al viaggio, ed è l’unica volta in tutto il film che Jungle Cruise fa qualcosa anche lontanamente connesso al suo materiale di partenza).
È inconfondibile il caso che il film scommetta circa il 115% del suo successo sul binomio Blunt/Johnson, e ne vale quasi la pena. Nessuno degli attori si sta allungando un po’, ma nessuno di loro è esattamente pigro; il punto è vedere un paio di colpi di scena da star del cinema vecchio stile, in cui gli attori fanno esattamente quello che vogliamo che facciano e lo fanno molto bene. E questo va bene, per quanto va bene, tranne che non c’è mai esattamente “chimica” tra i due. E questo succedeva a volte anche con le star del cinema vecchio stile: gli studios mettevano insieme due dei loro giocatori assunti, solo per vedere cosa succedeva. A volte faceva miracoli. A volte hai solo due spettacoli molto divertenti di attori simpatici e carismatici che corrono costantemente in parallelo l’uno con l’altro, senza davvero “clic”. Ed è quello che otteniamo a Jungle Cruise, dove Lily e Frank sembrano sempre colleghi molto cordiali, legittimamente felici di vedersi, ma non esattamente amici, e sicuramente non partner romantici come vorrebbe la sceneggiatura creata dal comitato. . che sono. Solo un paio di professionisti che fanno un lavoro congiunto con qualcuno di cui sanno di potersi fidare per portare a termine il lavoro nel modo giusto.
La prima volta che sono andato a Disneyland avevo 32 anni. Jungle Cruise è un giro che molti amanti dei parchi a tema incoraggiano a visitare i principianti, quindi ho aspettato in fila per 45 minuti e sono rimasto molto deluso. Per fortuna il nuovo film, con Dwayne Johnson, Emily Blunt, Édgar Ramírez, Jack Whitehall, Jesse Plemons e Paul Giamatti, è molto più divertente.
Jungle Cruise, diretto da Jaume Collet-Serra da una storia di Glenn Ficarra e John Requa e da una sceneggiatura di Michael Green, Ficarra e Requa, è un’avventura live-action basata sulla famosa attrazione di Disneyland con protagonisti due degli attori più carismatici del affari: Dwayne “The Rock” Johnson ed Emily Blunt. Per quanto divertente sia questo film, la sceneggiatura prende decisioni che impediscono a un buon film di trasformarsi in uno eccezionale.
Lily Houghton (Blunt) è una botanica idealista che cerca le “lacrime di luna”, un’antica pianta indigena del Brasile con poteri curativi. Il suo obiettivo è ottenere un petalo dall’albero nella speranza di salvare vite umane, così lui, insieme a suo fratello Macgregor (Whitehall), si reca in Sud America con nient’altro che una sacra punta di freccia e una mappa. All’arrivo, la coppia incontra Frank Wolff (Johnson), un mecenate che truffa i visitatori con la navigazione sul Rio delle Amazzoni. Lily sta cercando una barca, Frank ha una barca, e dopo un po’ di manovre e bugie, il trio accetta di essere compagni di viaggio. Purtroppo, non sono gli unici a cercare il petalo, e il principe tedesco Joaquin (Plemons) e il 400enne Conquistador Aguirre (Ramírez) complicheranno il viaggio.
Jungle Cruise prende chiaramente molti spunti da film come Indiana Jones, La mummia, Romancing the Stone e The African Queen. Non sta in piedi da solo con così tanto raccolto dal precedente lavoro creativo, ma non è una brutta cosa qui. Jungle Cruise è divertente ed esilarante quanto la sua ispirazione, e le scintille tra gli attori principali danno vita a questo film. Individualmente, Rock e Blunt sono già incredibilmente affascinanti, ma come duo creano un ritmo di movimento e suono che fa saltare fuori dallo schermo la loro chimica dinamite e ti prende a pugni in faccia. Questo è solo rafforzato dal fatto che loro due sono attraenti distrattamente con i sorrisi più elettrici, che mi hanno fatto sorridere per tutto il tempo.
Il film live-action della Disney è sicuramente un passo avanti per il regista Jaume Collet-Serra, i cui film precedenti includono House of Wax (2005) e The Shallows (2016). Sembra aver sviluppato un buon rapporto di lavoro con The Rock, poiché sta anche dirigendo il film di supereroi della Warner Bros. DC Black Adam. Lo sterzo dinamico e coinvolgente di Collet-Serra cattura l’azione frenetica in modo nitido e pulito, evitando l’aspetto statico e traballante della telecamera a cui a volte possono essere soggetti i film Disney. Tuttavia, il clou cinematografico è la fotografia di Flavio Martínez Labiano. Ogni scena è perfettamente illuminata e colorata in un modo stranamente inebriante che conferisce al film quell’aspetto cinematografico dell’età dell’oro di Hollywood degli anni ‘50.