La triste vicenda di Giunio Fausto

Quando le famiglie non erano migliori

Storie di Storia
2 min readJun 28, 2023
Mosaico con ritratto del dio Dioniso bambino, Roma

Secondo un ritornello comune “una volta” certe “brutte cose” non succedevano: le famiglie erano solide, i fatti di cronaca nera inesistenti, e così via.

Purtroppo, si tratta di una pia illusione, e l’archeologia svela tante brutture.

Ad esempio, così recita un’iscrizione funebre rinvenuta a Roma e risalente alla seconda metà del I secolo avanti Cristo:

Qui è posto Aulo Giunio Fausto, un povero piccino di due anni. Che gli dei del Cielo e degli Inferi rendano alla mia madre empia e sciagurata il dovuto per avermi…

Sfortunatamente il testo è lacunoso, quindi non abbiamo tutti i dettagli della vicenda, ma è chiaro come il committente dell’epigrafe (il padre di Fausto, un nonno?) fosse sgomento per il comportamento della madre del bimbo, definita “empia” e “sciagurata”, quindi colpevole di fronte alle leggi divine e umane.

Colpevole: ma di cosa?

Un’ipotesi è che la madre di Fausto avesse abbandonato la famiglia, forse per una relazione extraconiugale; in questo caso a far incidere parole tanto dure potrebbe essere stato il padre del bambino, marito abbandonato.

Ma attenzione a puntare subito il dito contro una moglie fedifraga e madre snaturata: forse la donna era fuggita da un matrimonio combinato dai genitori, magari segnato da abusi e violenze, e senza l’appoggio per chiedere un divorzio o il denaro per provvedere al piccolo Fausto aveva deciso di lasciarlo presso il padre.

Chissà, può essere che la vita di famiglia fosse diventata un peso insopportabile per lei, in un’epoca di maternità obbligata e di totale ignoranza sulla depressione post partum, e che andarsene fosse l’unica strada per non impazzire.

Si tratta solo di alcuni dei possibili scenari, certamente se ne potrebbero formulare altri, anche più sinistri.

Quel che ci resta è una storia che si ripete ancora oggi: bambini innocenti in balia di scelte fatte da adulti a loro volta spesso prigionieri di leggi e norme create e imposte da altri.

Un dramma senza tempo, a dispetto dei nostalgici.

Per approfondire:

  • Il testo originale dell’epigrafe di Giunio Fausto, leggibile qui inserendo "CIL 06, 38517" nella barra di ricerca

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