#BroughtNWSLtoLA

Alessandro Acquistapace
6 min readJul 21, 2020

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Il 22 agosto del 2009, in quello che è oggi noto come il Dignity Health Sports Park, casa dei Los Angeles Galaxy della MLS — e anche dei Los Angeles Chargers della NFL — venne giocata la finale della prima stagione nella storia della WPS, allora la massima divisione statunitense del calcio femminile. Nell’angolo riservato agli ospiti le Sky Blue, arrivate lì dopo aver superato le doppie forche caudine dei primi due turni di quei particolari playoff — si qualificano quattro squadre, il seed #1 va direttamente in finale, il #2 in semifinale mentre #3 e #4 si giocano l’accesso in un turno preliminare — dopo aver terminato la stagione regolare in quarta posizione, si ritrovano ad affrontare, partendo da un’apparente situazione di svantaggio — a cui va aggiunto anche il fattore campo svantaggioso — aspettano di sfidare le Los Angeles Sol, la franchigia losangelina di proprietà dell’Anschutz Entertainement Group, lo stesso proprietario dei Los Angeles Galaxy nella MLS e che fa riferimento a Phil Anschutz, il miliardario legato ad organizzazioni anti-LGBT+ e dell’ultradestra che con il suo gruppo organizza anche Coachella, per il primo titolo in quello che è un nuovo tentativo di dare una casa dalle fondamenta solide e capace di durare a lungo al calcio femminile statunitense. La finale, che viene vinta, con un notevole upset, dalle Sky Blue di Christie Rampone e dell’MVP Heather O’Reilly, sarà non solo un bruttissimo colpo per una squadra, le Sol, che potevano contare su un roster spaventosamente pieno di talento comprendente, tra le altre, Stephanie Cox, la prima calciatrice ispanica ad indossare la maglia dello USWNT, Shannon Boxx, il cui nome come vedremo ritornerà in questo articolo, una colonna della nazionale americana come Aly Wagner, Aya Miyama, che diventerà campionessa del mondo due anni dopo con la maglia del Giappone e sopratutto Marta, la miglior calciatrice femminile nella storia dello sport, ma sarà anche l’ultima partita mai giocata nella storia di questa franchigia. A fine anno il gruppo di Anschutz toglierà il supporto, la WPS subentrerà alla guida della squadra, facendola partecipare anche al Draft della lega, mentre su degli altri tavoli prova a gestire la trattativa per un cambio di proprietà che si arenerà quando il gruppo interessato si tirerà indietro praticamente all’ultimo momento disponibile, portando così alla dissoluzione della franchigia e al Dispersal Draft in cui le giocatrici sotto contratto hanno potuto trovare una nuova casa. La WPS non avrà una storia così tanto più lunga, chiudendo i battenti nel bel mezzo della stagione 2012, interrotta e mai ripresa, ma la ragione per cui questa storia è interessante è che, nonostante la NWSL, attiva dal 2013, sia diventata la lega femminile statunitense più longeva di ogni epoca, il calcio femminile a Los Angeles — e neanche in California, visto che l’altra franchigia dello stato, il Gold Pride, si sciolse al termine della stagione 2010 — è fermo da oltre un decennio. Uno dei due mercati più importanti degli Stati Uniti, uno riempito fino all’orlo di squadre professionistiche tutte di buono/ottimo/eccellente successo, non è mai stato oggetto di interesse espansionistico da parte della principale lega di calcio femminile del paese. Mai, quantomeno fino ad oggi. Dopo anni e anni di pressioni provenienti dagli appassionati, la NWSL ha in giornata annunciato la sua prossima espansione nella Città degli Angeli, con una squadra che, sul modello di LAFC, presenterà un gruppo di proprietari variegato e ricco di celebrità, e che si preannuncia essere la cosa più eccitante che possa accadere al calcio americano da qui ai prossimi anni.

Per capire come si è arrivati a questo punto però, bisogna occuparsi un minimo del contesto storico circostante, come ci siamo già occupati di fare nella fase iniziale di questo articolo. Nel 2010 le Sol chiudono bottega, e da lì in poi, sopratutto dopo l’inizio della NWSL, un gran numero di persone hanno incominciato a chiedere, anche sugli spalti delle partite giocate in altri stadi in altre parti del paese, che la lega provasse ad espandersi anche in uno dei mercati più floridi d’America. Nell’agosto del 2019, casualmente dieci anni dopo l’ultima partita di calcio professionistico al femminile giocata sul suolo di Los Angeles, è nato un profilo Twitter — che come potete capire, oggi è in festa — la cui missione, chiarita anche nella bio, era quella di portare la NWSL nella città degli Angeli. Molte volte striscioni in supporto di questa iniziativa sono stati visti tanto nel Banc of California Stadium di LAFC quanto sulle tribune del Dignity Health Sports Park dei Los Angeles Galaxy e si può dire che alla fine, dopo tanto urlare e tanti tentativi di farsi notare, questa attività di public lobbying deve aver convinto più di una persona che ci fosse l’appetito giusto per portare il calcio femminile a Los Angeles a dieci anni di distanza dall’ultima volta e per farlo con successo.

Non sappiamo ancora quale sarà il nome e quali saranno i colori della squadra, che intanto ha aperto un suo profilo twitter con un handle abbastanza banale e che lascia aperte molte possibilità come @weareangelcity, ma già sappiamo molto su questa squadra, su chi ne sarà proprietario, e sulle ambizioni della franchigia, che sembrano essere superiori a quelle di qualunque altra squadra mai passata nel calcio femminile, e verrebbe da dire nello sport femminile, a stelle e strisce. L’ownership group della franchigia NWSL di Los Angeles è numeroso e composto per la maggioranza da donne, comprende ben quattordici ex calciatrici dello USWNT, inclusa Julie Foudy, colei che ha convinto le sue colleghe ad investire, Mia Hamm, che insieme al marito ex stella del baseball Nomar Garciaparra è tra i proprietari di LAFC, l’ex Los Angeles Sol Shannon Boxx, Lauren Holiday e Abby Wambach tra le altre, è guidato da Julie Uhrmann, imprenditrice nel campo dei videogiochi che qualche anno fa riuscì nell’impresa di produrre la console Ouja, l’investitrice Kara Nortman, la star di Hollywood Natalie Portman, e il fondatore di Reddit Alexis Ohanian, insieme alla moglie Serena Williams — sì, quella Serena Williams proprietaria anche di una piccola quota nei Miami Dolphins della NFL — e a Alexis Olympia Ohanian, la figlia di appena due anni della sopracitata super-coppia, che diventa così la più giovane proprietaria nella storia dello sport professionistico americano — record che, mi lancio in una previsione avventata, difficilmente verrà battuto. A questi vanno aggiunti anche attrici come Eva Longoria e America Ferrara, la youtuber Lily Singh e l’imprenditore Casey Neistat. Il quantitativo del potenziale economico della franchigia sembra enorme, una copiosa lista tipo debiti di Paperino che fa impallidire chiunque nel mondo ancora non troppo ricco dello sport femminile. La visione del club, per ovvie ragioni, ancora non può essere troppo chiara, ma intanto per capire qualcosa abbiamo le parole che tre dei nuovi proprietari, prima Natalie Portman — che in marzo aveva condiviso sul suo Instagram una petizione per portare la NWSL a Los Angeles, in un periodo in cui certamente i contatti per l’espansione annunciata oggi erano già iniziati — e poi Alexis Ohanian e Julie Uhrmann, hanno rilasciato a Meg Linehan di The Athletic riguardo alla nascita e al futuro della franchigia.

La NWSL è già adesso la lega professionistica di maggior successo nella storia del calcio femminile statunitense. Non solo, con la sua settima stagione, è diventata la più duratura tra le tante che si sono susseguite negli anni, ma l’arrivo della nuova commissioner Lisa Baird e la gestione estremamente competente della Challenge Cup, che ha permesso alla NWSL di diventare la prima lega professionistica a ricominciare le attività costruendo anche un ambiente sicuro dove nessuna calciatrice è mai risultata positiva ad un test — il torneo deve ancora finire, ma il trend sembra essere sicuramente molto incoraggiante — hanno contribuito a dare della NWSL l’immagine di una lega competente, che mette al centro la sicurezza delle proprie atlete, che mette in mostra uno dei migliori prodotti sportivi disponibili al momento e che sembra avere incredibile potenziale di crescita — anche magari sfruttando la popolarità della squadra nazionale del paese in cui svolge le proprie attività. Lo sbarco della lega a Los Angeles, per di più con un gruppo di proprietari che sembra poter mantenere la stessa ambizione che in MLS hanno mostrato, ad esempio, Atlanta e Los Angeles FC, sembra un altro deciso passo nella direzione della crescita — si aggiunge all’espansione già prevista di Louisville — che potrebbe attendere la lega nei prossimi anni, rendendola una delle principali realtà da seguire con attenzione per provare a capire quale potrebbe essere il futuro dello sport professionistico, negli Stati Uniti e non solo.

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Alessandro Acquistapace

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