Ultime notizie: l’assassino è un pazzo
Our communities have been deeply enhanced by immigration, be it of Irish Catholics across the constituency or of Muslims from Gujarat in India or from Pakistan,principally from Kashmir. While we celebrate our diversity, what surprises me time and time again as I travel around the constituency is that we are far more united and have far more in common with each other than things that divide us. Jo Cox, 2015
Jo Cox, deputata laburista del Regno Unito, è stata uccisa il 16 giugno di quest’anno appena prima di compiere 42 anni.
Era tra le più attive sostenitrici della permanenza del suo Paese nell’Unione europea ed era stata per questo il bersaglio di minacce negli ultimi mesi della sua vita. Aveva continuato a testa alta la sua campagna anti-Brexit e le sue azioni nel sociale e nella difesa dei diritti umani.
Fino a quel 16 giugno quando Thomas Mair le ha sparato due colpi al volto e uno al petto con un fucile a canne mozze e poi l’ha massacrata con quindici pugnalate.
Come è stata riportata la notizia sui giornali italiani?
- Thomas Mair, il 52enne che ha ucciso Jo Cox urlando “Britan first” (“Prima la Gran Bretagna”), è stato torchiato per ore dagli inquirenti che stanno cercando di ricostruirne il profilo, a cavallo tra il fanatismo politico e lo squilibrio mentale. Ed è stato formalmente accusato di omicidio. Ma oltre alla militanza, la polizia indaga pure sulla storia di disagio mentale del killer, che secondo il fratello Scott “era stato curato” qualche anno fa. Alberto Custodero, La Repubblica, 17 giugno 2016
- Tragedia sul referendum inglese: uccisa Jo Cox, deputata laburista anti-Brexit L’uomo fermato si chiama Tommy Mair. Secondo fonti investigative locali, ha 52 anni e risulta originario di Batley, nello Yorkshire, non lontano da Birstall, dove è avvenuto l’agguato. […] Secondo i media locali, l’uomo soffre di disturbi mentali. Leonardo Maisan, Il Sole 24 Ore, 16 giugno 2016
- Delitto Cox: il killer Thomas Mair soffriva di disturbi mentali. Media: deputata era minacciata da mesi […] Eʼ stato inoltre un “devoto sostenitore” di un gruppo neonazista con sede negli Stati Uniti, Tgcom24, 17 giugno 2016
- Chi è l’aggressore. […] i vicini lo hanno descritto come una persona solitaria di cui si sapeva poco, ma che non era mai sembrata aggressiva. In molti lo conoscevano solo di vista o per i consigli di botanica che dava ogni tanto ai suoi vicini. Uno dei suoi due fratelli ha detto che faceva volontariato in una scuola della zona e lui stesso, in un’intervista a un giornale locale, aveva parlato positivamente del suo lavoro come volontario e di come lo avesse aiutato “più delle medicine e della psicoterapia”. Nessuna delle persone che lo conoscono ha parlato di Mair come di qualcuno particolarmente politicizzato o con opinioni molto forti. Il Post, 17 giugno 2016
- E ci sono già alcuni rapporti secondo cui Mair sarebbe una persona con problemi mentali alle spalle, uno definito “solitario” dai suoi vicini di casa intervistati. Il collegamento con “Britain first” è al momento al vaglio degli inquirenti, riporta The Guardian. Probabilmente si tratta di un caso isolato dovuto alla mente squilibrata di una persona malata che ha compiuto un gesto orribile, e incomprensibile. Ma nel frattempo, su twitter c’è già un fiume in piena di tweet contro i nazionalisti di Britain First, e contro tutta la violenza che negli ultimi giorni e settimane si è riversata sul Regno Unito del referendum per uscire dall’UE. Per questo il fatto di oggi, che ha scioccato una nazione, anche se si rivelerà essere dovuto alla follia, sembra proprio non essere accaduto per caso. Michele Azzu, Fanpage, 16 giugno2016
- I familiari di Thomas Mair hanno raccontato ai media britannici come l’uomo avesse una lunga storia di problemi mentali. Diversi quotidiani hanno rivelato come Thomas Mair avesse simpatie per l’estrema destra e i movimenti razzisti. Informazioni per ora non confermate completamente dalle autorità britanniche. Jo Cox potrebbe essere stata uccisa da un estremista di destra, che aveva gravi disordini mentali. Giornalettismo, 17 giugno 2016
- Ecco chi è Thomas, lo squilibrato di 52 anni che ha ucciso la deputata laburista Jo Cox. Leggo.it, 17 giugno 2016
- Ci sono pazzi e omicidi che cambiano il corso della storia. Quello che è successo ieri a Birstall, vicino a Leeds, potrebbe rientrare in questa tipologia. Perché è altamente probabile che tra sei giorni, gli inglesi voteranno più che sulla Brexit, sull’orrore della morte di Jo Cox. E se l’onda emotiva farà pendere l’ago, oggi a favore del «sì», verso il «no», vivremo il paradosso dell’unità europea salvata da uno squilibrato assassino. Qualche segnale in tal senso c’è già: pochi minuti dopo gli spari, le borse, che viaggiavano in pesante perdita spaventate dalla vittoria dei «Britain first», hanno velocemente e cinicamente virato verso il bello. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 17 giugno 2016
Molti giornalisti italiani hanno citato altri articoli pubblicati sui giornali inglesi che presentavano le stesse caratteristiche:
- cautela nell’attribuire all’assassino l’appartenenza a gruppi di estrema destra o quasi tenerezza espressa ad esempio con “devoto sostenitore”;
- certezza nell’attribuire all’assassino più o meno gravi disordini mentali.
Mentre sul primo punto c’erano già diversi indizi e le prove iniziavano ad essere ritrovate in casa di Thomas Mair, sul secondo punto c’erano solo le voci dei vicini e dei parenti e nessun documento, nessun referto, nessuna intervista agli specialisti di Mair.
La diagnosi di una malattia mentale è un processo lungo che richiede diversi passi e accertamenti al termine dei quali viene redatto un referto specialistico con le indicazioni della diagnosi, della gravità e della terapia.
Come le malattie fisiche, le malattie mentali sono un insieme eterogeneo: ne fanno parte gli attacchi di panico, il disturbo post-traumatico da stress, la schizofrenia, il disturbo ossessivo provocatorio, la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione verbale, ecc. Si va da condizioni transitorie a condizioni croniche, da condizioni reattive a condizioni idiopatiche (senza causa riconosciuta), da condizioni guaribili a condizioni curabili, addirittura da condizioni a sintomi.
Ricorrere ai disordini mentali per spiegare le motivazioni di un assassinio è un esercizio di ragionamento circolare ma non è una novità.
Perché l’ha uccisa? La risposta Perché aveva dei disturbi mentali è una conveniente distrazione che non fornisce alcuna spiegazione. Spiegazioni possibili potrebbero essere era spaventato e ha reagito d’impulso, gli hanno detto che le sue voci non erano reali, era in una fase maniacale, aveva abusato di droghe, era molto arrabbiato, era disoccupato,…
Queste ultimi fattori scatenanti sono comuni alla popolazione generale.
Si può ammettere che un crimine sia causato da un disordine mentale solo quando è commesso nel corso di un episodio psicotico, di un delirio di persecuzione o di un’ospedalizzazione coatta. Questi casi ci sono ma sono circoscritti a minime percentuali all’interno di sottogruppi di persone con gravi e non curati disordini mentali.
Uno studio del 2014 di Peterson e collaboratori, pubblicato su Law and Human Behavior, ha dimostrato che solo il 7.5% dei crimini commessi da persone con gravi disturbi mentali era direttamente collegato ai sintomi della malattia. In particolare, su 429 crimini, il 4% era collegato alla psicosi, il 3% alla depressione e il 10% a un disturbo bipolare ma solo una minima percentuale di questi crimini era violento. Gli altri crimini commessi erano legati a condizioni di povertà, disoccupazione, assenza di una dimora, abuso di sostanze: gli stessi fattori scatenanti comunemente rintracciati nella popolazione generale
Le persone con disordini mentali non sono affatto più violente e pericolose delle persone ‘sane di mente’.
Diversi studi condotti negli Stati Uniti sono concordi nel riportare che meno del 5% dei crimini sono commessi da persone con disordini mentali e le percentuali si abbassano per i crimini legati all’uso di armi. Molto più frequentemente le persone con disordini mentali sono invece le vittime di crimini violenti.
La distorsione nell’associazione violento-malato di mente conivolge in verità anche tanti psichiatri e alcuni psicologi sia nelle interviste rilasciate ai giornali (è buona pratica che non si formulino interpretazioni cliniche se non si studia direttamente il caso o la sua cartella) sia nella tendenza a pubblicare più articoli scientifici in cui le persone con disordini mentali sono aggressori e meno quando sono vittime, che nella realtà sono i casi enormemente più frequenti.
Com’è andata a finire con Thomas Mair?
Alcuni giorni fa è stata pronunciata la sentenza dopo un processo molto rapido.
Il tenore degli articoli — pochi questa volta — pubblicati sui giornali è diverso, tranne un caso di resistenza sulle ‘turbe psichiche’ (ma che vuol dire?):
- Gb, ergastolo all’assassino di Jo Cox. “Spinto a uccidere da idelogia neonazista e razzista”. Sono bastati una settimana di udienze e 90 minuti di camera di consiglio per arrivare alla sentenza: Thomas Mair 53enne giardiniere disoccupato, è stato riconosciuto colpevole di un delitto equiparato a un attacco terroristico e condannato al carcere a vita, la massima pena possibile in Gran Bretagna. L’imputato non ha mostrato la minima reazione alla lettura del verdetto. Pur rifiutandosi di essere interrogato e di riconoscersi colpevole, aveva chiesto di poter rivolgere un messaggio al tribunale. Il giudice glielo ha negato. Enrico Franceschini, La Repubblica, 23 novembre 2016
- Brexit, il filonazista Thomas Mair condannato all’ergastolo per lomicidio di Jo Cox. Tra le proprietà di Mair erano stati trovati, tra le altre cose, articoli che descrivevano l’impegno di Cox per il fronte “Remain”, un’aquila con una svastica (simbolo della Germania nazista) e libri di storia militare tedesca. Tgcom24, 23 novembre 2016
- Mair, 53 anni, giardiniere disoccupato, affetto verosimilmente da turbe psichiche ma al contempo acceso sostenitore di tutti i movimenti più reazionari, è stato riconosciuto colpevole di omicidio premeditato e la giuria dell’Alta Corte Penale di Londra gli ha inflitto l’ergastolo: non però semplicemente il carcere a vita, bensì un ‘whole life term’, espressione giuridica che in Inghilterra e in Galles non prevede la benché minima possibilità di essere ammessi alla libertà condizionale, neppure dopo aver scontato una frazione prestabilita della pena. Si tratta di un verdetto pronunciato molto di rado, e soltanto in presenza di circostanze eccezionali. “Non c’è dubbio”, ha proseguito il giudice, “che il delitto è stato perpetrato per assecondare una motivazione politica. Affaritaliani.it, 23 novembre 2016
Nonostante la durezza e chiarezza della sentenza di primo grado c’è chi si ostina a riproporre la “verosimile” associazione tra assassinio e disordini mentali.
Lo stesso procedimento è stato seguito dopo gli ultimi atti terroristici che si sono verificati in Europa.
Per prima l’Europol ha parlato di persone con disordini mentali ma senza prove. Nel rapporto pubblicato lo scorso 20 luglio — Lone actors attack — sono citati non meglio definiti disordini mentali degli autori degli ultimi attacchi terroristici in Europa:
Despite the fact that a number of lone actors attach religion and ideology to their acts, the role of potential mental health issues should not be overlooked. The Nice attacker reportedly suffered from a serious psychiatric disorder and was receiving treatment. In December 2014, two attacks with similar modus operandi occurred in France (TE -SAT 2015). In both cases the perpetrators appeared to suffer from mental illness. On 21 December 2014 in Dijon, police arrested a man after he ran over 11 people in five different areas of the city. The suspect was known to the police for criminal activities not related to terrorism and was eventually confirmed as suffering from schizophrenia. On 22 December 2014 in Nantes, a man drove a van into a crowd of people attending a Christmas market, and then attempted suicide by stabbing himself. One person died, and nine were injured. The perpetrator was reportedly “unbalanced”.
Questa ipotesi è stata riportata fedelmente su tutti i giornali con diverse sfumature, molto spesso come certezza e senza citare Europol.
Prendo un solo esempio per la strage di Nizza:
- Nizza, la vita dannata dell’attentatore: alcol, droga e sesso sfrenato. Attentato Nizza, il killer “solitario e silenzioso” […] era un mangiatore di maiale, bevitore di alcool, consumatore di droghe, violento anche con la moglie e i figli e con una vita sessuale sfrenata». Donne, molte, ma anche uomini, compreso un amante di 74 anni, già sentito dalla polizia. Era palestrato, sempre vestito all’occidentale, amante dei balli latini, specialmente la salsa. Alessandro Farruggia, Quotidiano.net, 19 luglio 2016
Senonché poi il corso delle indagini ha smontato il nesso causale tra disordine mentale (non documentato) e atto terroristico.
- Strage di Nizza, le indagini confermano: Bouhlel aveva complici. “Attentato preparato per mesi” . Non era così solitario, Mohamed Lahaouiej Bouhlel. E il suo attacco alla Promenade di Nizza — in cui sono morte 84 persone — non è stato neppure un gesto improvvisato, di un “radicalizzato express”, secondo l’analisi che ne ha fatto sbrigativamente il governo francese. Anais Ginori, La Repubblica, 21 luglio 2016
Con l’esplosione di nuovi fenomeni criminali che minacciano la sicurezza pubblica assistiamo oggi all’applicazione di vecchie strategie.
Iniziò l’FBI (Federal Bureau of Investigation) tra gli anni ’60 e 70 del secolo scorso a stilare una lista di ‘killer schizofrenici’ e nei film americani iniziarono ad essere rappresentati schizofrenici violenti e ribelli.
La conseguenza — scrivono Metzl e MacLeish in un articolo del 2015 pubblicato sull’American Journal of Public Health — fu non un aumento delle violenze commesse dai malati mentali ma la ridefinizione diagnostica dei disordini psichiatrici: nell’edizione del DSM del 1968, la schizofrenia paranoide venne descritta come una condizione di proiezione di rabbia, ostilità e aggressione. Lo stesso destino toccò al disturbo post-traumatico da stress a metà del 1900: da una reazione normale ad eventi inattesi è passato ad essere associato a reazioni violente e crimini senza evidenze scientifiche a sostegno di tale credenza.
Come ricordano Metzl e MacLeish, un altro argomento molto sfruttato è proprio quello dei lupi solitari: oggi sono uomini, bianchi, arrabbiati, armati. In realtà nessuno è isolato dal suo contesto storico e sociale.
Negli anni ’60 e ’70 furono i neri a vedersi attribuiti disordini mentali e crimini violenti. Bromberg e Simon sugli Archives of General Psychiatry parlarono di “protest psychosis” e aggiunsero che i movimenti per i diritti civili degli afroamericani portavano gli uomini neri all’insanità mentale e all’aggressione dei bianchi. Altri azzardarono che per un nero crescere negli Stati Uniti voleva dire andare incontro con certezza a difficoltà di integrazione e allo sviluppo di comportamenti schizofrenici.
Questa retorica si estese al marketing dei farmaci, come si vede dalla pubblicità dell’Haldol sugli Archives of General Psychiatry (in Metzl e MacLeish, 2015):
Nei documenti dell’FBI dell’epoca, allo stesso Malcom X veniva attribuita una “schizofrenia paranoide pre-psicotica” assieme al “culto dell’islam”. Né Malcom X né altri leader dei gruppi neri erano in realtà schizofrenici.
In una situazione di incertezza si diffondono spiegazioni stereotipate per modulare la paura.
La tendenza attuale è quella di non citare d’immediato le motivazioni ideologiche di un attacco alla sicurezza pubblica, di avere riguardo per gli estremismi di destra e per il terrorismo politico e jihadista e di sfruttare retoricamente il solido pregiudizio dei malati mentali violenti.
Le conseguenze indirette sono molto gravi perché rafforzano la discriminazione, la diffidenza e il timore nei confronti di chiunque soffra per un periodo o per tutta la vita di un disordine mentale.
Un autentico servizio informativo dovrebbe ridurre il rassicurante esercizio pseudodiagnostico e approfondire la comprensione della complessa realtà attuale di crisi economica, multiculturalità incompiuta, esclusione sociale, radicalizzazione e la sua evoluzione storica.
Consiglio di lettura:
In realtà, la letteratura scientifica ci dice che i terroristi sono tra gli autori di reato a più basso tasso di psicopatologia — spiega lo psichiatra [Corrado De Rosa] — e definirli sbrigativamente pazzi è un modo, per certi versi, auto-consolatorio di leggerne i comportamenti: una sorta di rinuncia a priori a indagare le motivazioni che spingono a comportamenti apparentemente incomprensibili. Questo approccio significa anche dire a sé stessi: io non sono pazzo, a me questo non potrà mai accadere.