Flappy Bird, The Stanley Parable e il dramma del successo

Diventare famosi non è uno scherzo, in particolare oggi che la notorietà è democratica come non mai; bisogna ricordarsi di rimanere persone civili, però.

Federico Nejrotti
9 min readMay 29, 2014

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su The Shelter, lo ripubblico qui su Medium perché lo posso rendere visivamente fregno come Tiger Fregna. Puoi trovare lo speciale a questo indirizzo: http://theshelternetwork.com/flappy-bird-stanley-mo-money-mo-problems/

Tutti gli articoli che pubblico su Medium sono gentilmente sponsorizzati da un artista. Quello di oggi è Egon Schiele.

Ieri è successa una cosa piuttosto… normale. Uno sviluppatore, nel nostro caso quello di The Stanley Parable, ha detto che il successo alla fine della fiera non è poi così bello: prima c’erano lui e il suo gioco, adesso ci sono lui, il gioco e tutti coloro che lo giocano e, diciamocela tutta, condividere i giochi non è mai piaciuto a nessuno. Per questo si è sentito in dovere di espletare questo suo malessere sul sito di Galactic Cafè, la casa di produzione di, appunto, The Stanley Parable. Fino a qui tutto bene, la questione terribilmente disturbante arriva quando vieni a sapere che tale articolo è arrivato in frontpage su Reddit, e chiunque sappia cos’è Reddit sa che raggiungere la frontpage non è uno scherzo.*

*Reddit è un aggregatore di user-generated contents, ovvero un sito dove tu metti le tue cosette (immagini, musica, articoli, parole a cazzo di cane) e poi le altre persone votano il contenuto. Se il contenuto piace sale sempre di più nella pagina di un determinato argomento (nel nostro caso la frontpage è quella della subreddit gaming”), se non piace viene affossato; se piace veramente tanto oltre che a salire nella pagina dell’argomento sale anche nella lista dei contenuti visualizzati nella frontpage di reddit stesso, che raccoglie i contenuti più votati di tutte le subreddit principali.

Ricapitoliamo gli avvenimenti: The Stanley Parable è una mod per Half Life 2 pubblicata, nel suo stato più embrionale, il 27 Luglio 2011. Da quella data ad oggi è successo che questa mod ha riscosso un successo decisamente considerevole fino a trasformare il progetto della mod in un piano di sviluppo per un gioco completo che viene poi rilasciato il 17 Ottobre 2013 su Steam. Arriva il momento di proclamare i giochi migliori dello scorso anno e The Stanley Parable in qualunque classifica presente sul web si aggiudica una nomination, nessuna eccezione. (se non conoscete il gioco e vi state chiedendo perché abbia ottenuto così tanto successo vi consiglio di giocarvi la mod, che è ancora disponibile gratuitamente, e vi dico che è un’avventura in prima persona ambientata in un ufficio e che fa dello stile di narrazione la sua carta vincente; giocatevelo che tanto se ve lo spiego io non ci capite un cazzo, tanto è gratis)

Ora parliamo anche di un altro gioco, questa volta per dispositivi mobili. Flappy Bird lo conoscete anche se pensate che i videogiochi incoraggino alla violenza e alla sodomia. Flappy Bird viene pubblicato sull’App Store di Apple a Maggio 2013, passa sostanzialmente un anno nel più totale anonimato, all’inizio di quest’anno esplode (non ho ancora ben capito perché è esploso proprio a inizio Gennaio, se qualcuno lo sa me lo dica perché sono proprio curioso), raggiunge cifre di download da capogiro e nella seconda settimana di Febbraio Dong Nguyen, lo sviluppatore del gioco (che ricordiamo anche per lo storico QWOP), decide di ritirarlo dal mercato. Nota bene, nelle settimane a cavallo tra Gennaio e Febbraio 2014 Nguyen dichiara a The Verge di guadagnare circa 50,000 dollari al giorno in pubblicità.

La buon anima di Notorious B.I.G. ha posto sotto l’attenzione del mondo intero un problema che per ovvi motivi è distante dai più, ovvero che “mo money mo problems“, fare più soldi equivale ad avere più problemi. Arriviamo al punto del discorso: nell’arco di un mese due sviluppatori, padri di due giochi che, al di là delle loro qualità effettive, hanno fatto un grosso successo (seppur in proporzioni diverse), hanno lamentato un malessere nei confronti della risonanza mediatica che le loro creature hanno ottenuto, ma, ancora più importante, questi avvenimenti hanno generato un tam-tam generale incredibile. Perché stupisce che qualcuno possa soffrire per il successo?

La storia dell’intrattenimento ci ha fornito numerosi esempi di un successo incredibile che viene gestito in maniera più o meno consona. I musicisti ne sono l’esempio più palese: abbiamo rockstar che finiscono nel tunnel della droga e ci rimangono secchi, che rimangono intrappolati nello star-system e che arrivano, come il sopracitato Notorious, a rimanerci stesi in orizzontale e circondati da quattro lastre di mogano per la loro presenza nel gioco dei VIP. Ma questo non ci ha mai stupito più di tanto: se una personalità genera intrattenimento per le masse allora siamo portati a pensare che tale personalità sia anche capace di gestire i pro e i contro derivanti dal loro successo. Il che generalmente è vero, perché fino a 10 anni fa pensare di giocare seriamente nel mondo dell’intrattenimento senza un management dietro, per quanto bravo tu potessi essere, era inconcepibile, e dunque con il supporto di un management che guadagna sulle tue spalle gestire certe cose diventa più semplice.

Di nuovo fino a qui tutto bene. Siamo negli anni 2000, se fai successo nell’intrattenimento lo fai grazie al supporto di un management che si occupa anche di proteggerti dal successo stesso. Segano le gambe alla tua libertà ma hai anche qualcuno che ti impedisce di spendere i soldi che guadagni in bamba e mignotte — bamba e mignotte ragazzi, tieniamoceli bene a mente, sono ciò che qualunque essere umano desidera, bamba e mignotte: lavoriamo per quelle e quando possiamo permettercele non le possiamo avere perché i fautori dei nostri soldi ci impediscono di acquistarle –

Ma ecco il colpo di scena. Siamo nel 2014 e l’era di internet ha creato un mostro ormai fuori da qualunque controllo, un abominio partorito da Satana che ha ormai coscienza propria: il social. Dieci anni fa per raggiungere il tuo pubblico avevi bisogno di qualcuno che si occupasse di far arrivare il tuo prodotto di intrattenimento al pubblico (per i meno svegli di voi quel qualcuno è sempre il famoso management), oggi no. Oggi il tuo management è il pubblico stesso, il quale ha gli strumenti per diffondere il tuo prodotto: è una realtà magnifica e spaventosa allo stesso tempo. Questo abominio è il Messia/carnefice dei nostri amici Mr. Stanley Parable e Nguyen (Mr. Flappy Bird, sempre per i meno svegli di voi).

La questione qui si fa ancora più complicata, quindi occhio. L’avvento dei social ha permesso a prodotti non pensati per il mercato di diventare, a livello pratico, prodotti di mercato; ciò significa che oggi un’opera partorita da uno stronzo nella depressione della sua cameretta ha la possibilità di raggiungere il grande pubblico. Le fauci di questo grande pubblico sono spietate perché democratiche: ti arrivano i giudizi di tutti, di quelli a cui la tua opera è piaciuta e di quelli a cui la tua opera non è piaciuta. Succedeva anche prima, certamente, ma prima le limitazioni dei mezzi di comunicazione e la presenza di un management filtravano questa critica costantemente democratica: sapevi che la tua opera piaceva a qualcuno e non piaceva a qualcun altro, ma non avevi i mezzi per sapere in che misura piaceva o non piaceva.

Mr. Flappy Bird è il simbolo di questa rivoluzione portata dai social. Consiglio vivamente la lettura dell’articolo a riguardo pubblicato su Kotaku che ho riportato sopra (ma sempre per i meno svegli di voi, eccovelo), perché raccoglie in maniera puntuale ciò che Nguyen ha passato. Mr. Flappy Bird ha dovuto affrontare in prima persona l’onda anomala del successo: tweet rivolti direttamente a lui che prima lo ringraziavano con fare adorante, poi constatavano in maniera asettica la natura proto-narcotica del suo gioco informandolo delle ore di sonno perse a far rimbalzare un fringuello attraverso delle pareti bucate ed infine la cinica violenza di quelli a cui Flappy Bird fa cagare, e con ‘cagare’ intendo ‘cagare sangue’, e che dunque si sentono in dovere di consigliare una partita a mosca cieca sulla Salerno-Reggio Calabria ad Nguyen.

Mr. Stanley Parable vive invece sul filo del rasoio dell’aspettative. I Public Enemy cantavano “don’t believe the hype” e Mr. Stanley Parable (lo chiamo così perché non ho idea di come si chiami, scusate) è il protagonista di questo ‘hype’. The Stanley Parable è il top dello scorso anno, ha ottenuto un successo tale che ora fallire non è più un’opzione e così ogni singola classifica di GOTY è una tortura. Se vengono nominato allora è un altro tiro al potentissimo spinello del successo, se non ci sono è come quando hai tutto l’occorrente per il “potentissimo spinello del successo” ma all’ultimo ti rendi conto di aver finito le cartine. Non è bello.

Entrambi si trovano quindi intrappolati nello star-system di dieci anni fa, con tutti i pro della situazione ma con molti più contro. Il loro successo è arrivato in maniera incontrollata ed incontrollabile e soprattutto l’industria dell’intrattenimento è ancora troppo immatura nei confronti di questi fenomeno per fornire a questi VIP (perché di surrogati di Umberto Smaila si trattano) degli strumenti di protezione.

Di chi è la colpa? Del pubblico che li carica di parole troppo pesanti? Degli sviluppatori stessi che avrebbero dovuto mettere in conto le conseguenze della produzione di un videogioco? Dell’industria che non ha ancora occhio per questa realtà che sta crescendo in maniera spaventosa da un giorno all’altro? La colpa è di tutti, perché siamo stati educati a considerare l’intrattenimento come un mero strumento per scaricare tutte le pesantezze della giornata. Non ce ne frega più un cazzo di chi sta dietro a questo intrattenimento, perché prima ci veniva servito e basta, e il nostro unico compito era di consumarlo e di valutarlo nel piccolo della nostra realtà domestica. L’avvento dei social ci ha investito di una responsabilità ben maggiore, non possiamo più permetterci di fare quello che ci pare e dobbiamo rieducarci, perché possiamo giudicarlo e fare arrivare il nostro giudizio a tutto il mondo nell’arco di dieci secondi.

Dobbiamo ricordarci che dietro ad ogni singola opera che ci viene data in pasto e con la quale noi ci svaghiamo c’è un autore; è assolutamente fondamentale che, adesso, ci fermiamo e dietro a Flappy Bird ci mettiamo quel povero stronzo di Nguyen che è stato ad un passo dall’impiccarsi. Siamo stati svezzati con delle vacche da macello con la data di scadenza, ora le boy-band non esistono più perché sono state sostituite da dei minchioni con gli occhiali a fondo di bottiglia e una sovrapproduzione di sebo, e questi minchioni si alzano al mattino e vomitano il loro cuore sui nostri schermi ed a noi viene rimesso il diritto e il dovere di valutare questi cuori. Torniamo essere umani e smettiamo di essere bestie: ora più che mai abbiamo la possibilità di giudicare questi cuori pulsanti, ora più che mai abbiamo il dovere di rispettare questi cuori pulsanti.

Ieri era Mr. Flappy Bird, oggi Mr. Stanley Parable, domani tocca a noi.

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Federico Nejrotti

Editor-in-Chief di Motherboard Italia. Scrivo per VICE, Il Tascabile e Prismo. Ho fondato The Shelter.