Restauri dei Marchesi Clerici

Anton Giorgio Clerici

Villa Carlotta
5 min readSep 27, 2019
Anton Giorgio Clerici

L’opera prima del restauro

Il dipinto raffigurante il Ritratto del Marchese Giorgio Antonio Clerici è stato oggetto di manutenzione straordinaria poiché non si rilevavano gravi problemi conservativi, ma un’accentuata alterazione dei valori cromatici che ne falsava la lettura.

Tale condizione era dovuta alla presenza di film protettivi di origine resinosa scuriti e ossidati (quindi non più trasparenti), sporco presente sulla superficie e inglobato nelle vernici; erano presenti alcune mancanze e limitate zone in cui gli strati di colore e di preparazione (ovvero lo strato intermedio, posto tra la tela di supporto e la stesura di colore) erano in sollevamento.

L’opera ha subito, in passato, alcuni interventi di restauro: consolidamento del supporto mediante foderatura (rinforzo della tela originale attraverso l’incollaggio di un nuovo tessuto), pulitura della superficie pittorica, stuccatura delle mancanze e ricostruzione estetica.

La planarità del supporto in tela era discreta anche se il telaio ligneo (ovvero lo scheletro dell’opera, la struttura alla quale la tela è fissata perimetralmente con chiodi) non è corredato di incastri mobili, quindi non estensibile.

Sono stati risolti localmente i problemi di distacco del colore (con iniezioni di resina lungo i margini) per procedere successivamente con l’esecuzione di test per identificare il livello di pulitura da perseguire, i solventi e le metodologie da applicare per rimuovere i protettivi non originali sovrammessi.

La pulitura ha consentito di riportare alla luce i valori cromatici originali, recuperando la tavolozza del pittore, la profondità e la tridimensionalità della composizione, la lettura di molti particolari che erano occultati.

Particolare del Toson d’Oro

In particolare si sono evidenziati il Toson d’Oro appeso al nastro da collo, che rappresenta un Ordine cavalleresco tra i più importanti d’Europa e il motto, ripetuto sul bordo dell’abito, “Je l’ay emprins” ovvero “Ho osato”, ripreso da Carlo il Temerario.

Particolare del motto ricamato sul bordo del manto

Le piccole lacune sono state stuccate e reintegrate pittoricamente, proteggendo la superficie con una nuova stesura di vernice nebulizzata, più stabile e non ingiallente rispetto a quelle utilizzate nei precedenti interventi di restauro.

Il dipinto è corredato di cornice antica con modanatura semplice che è stata ripulita e riordinata.

Isabella Pirola, restauratrice

Giorgio II Clerici

Giorgio II Clerici prima del restauro

Il dipinto prima del restauro

L’opera, che aveva subito numerosi interventi di restauro (consolidamenti e fissaggio degli strati, puliture e rifacimenti pittorici), versava in pessime condizioni: la tensione della tela era compromessa, le mancanze di colore erano ampie (per lo più localizzate nella parte inferiore del dipinto); si rilevavano tagli e lacerazioni della tela, stuccature e ricostruzioni pittoriche allargate ben oltre le reali mancanze, eseguite in modo arbitrario.

Il problema più evidente era la difficoltà di lettura del soggetto che si presentava completamente ingiallito e parzialmente occultato da spessi strati di vernici protettive ossidate e scurite; questi protettivi, avendo perduto la naturale trasparenza, non consentivano la corretta visione.

Dopo aver eseguito le operazioni di consolidamento e revisione del supporto in tela, riparando i tagli con resine termoplastiche e rinforzi in poliestere, si è proceduto con l’esecuzione di una campagna di saggi per identificare la natura e gli spessori delle vernici presenti sopra lo strato di colore, i solventi e le metodologie da applicare per la loro rimozione, il livello di pulitura da raggiungere per recuperare i valori cromatici originali e rimuovere gli interventi ricostruttivi alterati.

I test, eseguiti a tampone, hanno evidenziato la presenza di vernici sovrammesse molto spesse e reticolate che nascondevano la materia pittorica antica.

La macro fotografia che raffigura un dettaglio durante la pulitura, rivela l’originale stesura nera dell’abito in ottimo stato di conservazione, molto compatta e luminosa

I saggi di pulitura hanno rivelato la presenza di due stesure di protettivi (nessuna delle due originale) bene evidenziate nella prova eseguita sulla mano: in corrispondenza del LIVELLO 1 è stato rimosso il film più recente, più superficiale e ossidato (che si può vedere ancora nell’angolo superiore destro della foto), mentre con il LIVELLO 2 si è raggiunta la pulitura ottimale, recuperando il colore dell’incarnato originale.

Le due stratificazioni superficiali erano ben evidenti anche nel tassello eseguito in prossimità del margine inferiore del dipinto, dov’erano presenti molti tagli e lacune della materia pittorica, già “riparati” nei precedenti interventi di restauro

Anche nella zona della scritta, la pulitura ha consentito di recuperare al meglio la leggibilità della stessa.

Proprio in corrispondenza della scritta a destra del personaggio, dopo la rimozione dello strato che non ne consentiva la perfetta visione, è apparso un’ulteriore strato eseguito con colori ad olio che aveva nascosto solo alcune delle parole (EXCELL MARCHIO e DON), forse per cancellare i titoli onorifici del personaggio raffigurat

In accordo con il funzionario della Soprintendenza che ha seguito le fasi di lavorazione, è stato effettuato un intervento di reintegrazione pittorica a tratteggio sullo sfondo per consentire di leggere nuovamente le parole che erano state nascoste, ma che si intravedevano attraverso la ridipintura (che non è stato possibile rimuove totalmente per non danneggiare la materia antica)

Isabella Pirola, restauratrice

La scritta dopo la pulitura
La scritta dopo la reintegrazione
Il dipinto dopo il restauro

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