Un sogno ad occhi aperti

Yuri Dell'atti
9 min readMar 14, 2018

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“Non ci resta tanto tempo. Il sogno non diventa realtà da solo: bisogna corrergli dietro.”

AL PACINO — Carlito Brigante

Voglio iniziare proprio cosi a raccontare questa storia vissuta, per farvi capire che nella vita nulla è impossibile, ma se si lotta per ciò che si vuole e si crede in se stessi tutto diventa più facile. In data 12/01/2018, presso Acaya, sito vicino il mio paese, arrivava in ritiro la squadra di calcio di Serie A, Benevento Calcio. Essendo Betatester del gioco Football Manager 2018, nonché Caposerie della Serie C/C, mi sono recato il giorno dopo presso la struttura cui si trovava la squadra, per chiedere di visionare loro per impostare al meglio i parametri del gioco in fase di aggiornamento invernale. Arrivato presso il luogo, chiedo di parlare subito con qualcuno che potesse accettare la mia richiesta; pensando che in ciò venissi rifiutato porto con me dietro una copia del gioco e il Contratto di riservatezza (NDA). Dalla hall vengo accolto da un receptionist il quale, visto subito il gioco, prova a mettermi in contatto con qualche personale. Nel frattempo scese le scale un Collaboratore Tecnico della squadra Benevento, subito gli sono andato incontro per parlare di quale sarebbe stata la mia mansione svolta nei giorni. Le sue parole, rivolte al receptionist, furono: “Mettilo in contatto con Cilento” (Alessandro Cilento, Team Manager Benevento Calcio). La telefonata suscitò in me tante emozioni: “Il direttore ti aspetta in camera sua, sali. La stanza è la 301”. Rimasi senza parole, fissavo il receptionist incredulo dicendo: “Io? Io? Sicuro?”. Non credevo a cosa andavo incontro, non credevo a tutto ciò, il sogno iniziava a prendere luce. Tensione ed emozione a mille. Prendo l’ascensore, con me sale un giocatore del Benevento appena acquistato, lo fisso, dopo un po’ chiedo chi fosse; le sue parole furono: “Ancora non hanno ufficializzato il mio nome, non posso dirti chi sono” (Dopo ho capito che era Thomas Candeloro, 4 portiere del Benevento). Arrivato di fronte la camera del direttore ero in crisi, non sapevo cosa fare, come comportarmi. Busso alla porta e attendo, ripeto l’azione e attendo, dopo aver atteso 10 minuti di fronte la camera senza avere una risposta scendo giù in portineria dicendo: “Sono di fronte la 302, ma nessuno apre”. In quell’istante ricordo che la stanza era la 301 e non la 302. Salgo di corsa le scale, intravedendo giocatori, ma non fermandomi; arrivo con il fiatone di fronte la camera e busso, apre subito il direttore. Mi accoglie a braccia aperte, mi presento subito e iniziamo a chiacchierare. Mi chiede di iniziare a parlare, ma non riuscivo ad aprire bocca, tremolavo, non credevo a tutto ciò. Subito il direttore si alza, prende dell’acqua e me la rende, faccio un sorso, mi calmo e tutto passa. Parliamo subito del gioco, di quello che vorrei fare durante il ritiro del Benevento, ma dopo un po’ vengo bloccato dalle sue parole: “Sai perché faccio questo lavoro? Perché come te, da quando avevo 15 anni gioco a Football Manager. La passione mi ha portato a questo lavoro. Ricordo quando giocavo a PC Calcio. Alzati vieni, guarda il computer lo vedi? Ho anche Football Manager 2017”. Dopo mi fece delle domande quali: “Secondo te chi è il più forte della squadra?”, ma la domanda che più mi ha colpito è stata: “Cosa pensi di Brignola?”. Subito mi è venuta la pelle d’oca come si suol dire, le parole che mi uscirono furono: “Lo vedo il nuovo Pellegri” (Pietro Pellegri, giocatore del AS Monaco FC). Il direttore stupefatto dalle mie parole mi rispose: “Dieci minuti fa è stato in camera mia, anche io ho detto le stesse cose, ora aspetta che te lo chiamo, cosi anche tu dici questo a lui”. Iniziano a scendere lacrime sul mio volto, non riuscivo a realizzare che stavo per incontrare Enrico Brignola. Passano dei minuti e sentiamo bussare alla porta: “Vai ad aprire Yuri”. Mi alzo, mi volto per vergogna con lacrime agli occhi e fisso il direttore: “Vai Yuri vai”. Non riuscivo a concretizzare ancora al giocatore cui stavo per aprire la porta. Apro con le lacrime agli occhi, incontro Brignola che subito si presenta. Un ragazzo d’oro, mai conosciuta gente del genere nella mia vita. “Vieni qua che il ragazzo di Football Manager ti deve dire due parole”. Ripeto le parole dette prima “Vedo in te il nuovo Pellegri”. Il ragazzo mi guarda e riesco a strappare un sorriso, non sapeva cosa dire, ma non smetteva di ringraziarmi. Il direttore prende subito una felpa della società e me la regala. Mi indica le direttive del giorno seguente tanto da poter iniziare a seguire gli allenamenti. Torno a casa esterrefatto, in macchina gridavo dalla gioia e dall’emozione. Mi metto subito davanti il computer e passo la nottata a studiare al meglio giocatori e staff. Inoltre stilo una lista di possibili acquisti e trattative che secondo il mio punto di vista il direttore dovrebbe fare. Sono le 03:45 corro a coricarmi visto che la mattina seguente devo svegliarmi presto per prepararmi al meglio. La sveglia suona, nuovo giorno, sono le 07:00, dormito 3 ore scarse, ma per passione e per sogni si fa di tutto. Doccia e scappo subito in ritiro. Mi presento con più di 30 minuti di anticipo, non volevo far ritardo. Mi incammino verso il terreno di gioco, mi posiziono dietro un bancone e dopo un po’ arriva il data Match Analyst (Massimo Carnarino, analista del Mister De Zerbi) che si presenta, chiedendomi chi fossi e cosa facessi là. Dopo aver spiegato il tutto, iniziamo a instaurare un rapporto di amicizia, subito parlando di mercato e di talenti. Si presenta sul terreno di gioco la squadra del Benevento. Erano tutti loro davanti a me, l’emozione di poterli visionare era alle stelle. Finito l’allenamento, dopo aver scritto intere pagine sui giocatori e averli studiati al meglio ricevo la domanda: “Rimani a mangiare a pranzo con noi?”. Il direttore mi voleva a pranzo con la squadra, un grande uomo da stimare e seguire le orme del suo cammino. A mio parere il presidente Vigorito è tanto fortunato ad avere un direttore sportivo come lui. Rifiutato l’invito a pranzo per vergogna e per non essere eccessivo ricevo un’altra domanda: “Oggi gioca il Lecce che fai vai a vederlo o vieni a vedere il nostro allenamento questo pomeriggio? Vuoi i biglietti per la partita di oggi?”. La mia risposta fu: “Sono di Lecce, il Lecce posso vederlo sempre, un’occasione come il Benevento è unica e irripetibile, ci vediamo questo pomeriggio”. Torno a casa, pranzo al volo e torno agli allenamenti. Arrivo in anticipo di un’ora emozionato a mille. Estraggo tutti i miei fogli dallo zaino e mi preparo a visionarli. Tutti si avvicinavano a me, chiedendomi informazioni, chiacchierando di Football Manager. Concluso l’allenamento mi avvicino a Gaetano Letizia, grande giocatore, ma sopratutto un grande uomo fuori dal campo per chiedere una foto. Rivedo il direttore, e consegno a lui la mia papabile campagna acquisti del Benevento per il Mercato Invernale; di questi iniziano subito le trattative per Rog, Crecco, Radunovic, Bonifazi e Skorupski, ma nessuna riuscita a portare a termine. Torno a casa, stilo i rapporti dei giocatori visionati e preparo tutto per il giorno seguente. Il susseguirsi dei giorni provo a viverlo ad occhi aperti, perché pensavo fosse tutto un sogno, ma invece era pure realtà. Quando leggevo le trattative avviate dal Benevento, non riuscivo a credere che erano state avviate grazie a me. Penultimo giorno del ritiro, triste perché oramai mi sentivo parte di quella famiglia, volevo restare dentro accompagnarli dappertutto. Vedo uscire sconsolato Fabio Lucioni, dopo un rapporto con il Mister De Zerbi, mi sentivo male, perdere un giocatore come lui è come togliere al mare la sabbia. Tutti erano tristi all’uscita del grande capitano. Quel giorno vengo accerchiato da tutti i preparatori, sopratutto dal grande Vincenzo Teresa, sconsolato perché nel gioco aveva quasi 3 stelle e dal grande Marcattilio Marcattilii. Cosi accanto a loro rivediamo i profili, e modifichiamo i parametri, visto che le informazioni presenti nel gioco erano inesatte. Modifico anche il direttore sportivo, perché un uomo come lui non poteva avere quei parametri cosi bassi. Arriva il grande Davide Possanzini davanti ai miei occhi, le mie parole furono: Migliore stagione al Brescia, stagione 2007/2008 io non dimentico. Vedo strapparmi un sorriso, proprio da lui. Estraggo la maglietta che mi aveva regalato il direttore e chiedo se poteva firmarla tutta la squadra. Incontro subito George Puscas, che la firma subito e la porta al grande Nicolas Viola. Arriva il direttore, mi chiede ancora di restare a pranzo, non potevo rifiutare, non questa volta. Accetto e mi dirigo con i preparatori e il Mister verso il ristorante, ascoltando anche i vari discorsi, che resteranno per sempre segreti e custoditi nel mio cuore. Seduto a tavola con loro, inizio a fissare il Mister, solo a due sedie da me. Lo guardavo, contento di poterli stare vicino e sorriderli. Parlo con i preparatori, e mi giro sempre a guardare la squadra. Durante l’ora di pranzo Nicolas Viola fa girare la maglietta e la fa firmare da tutti quanti. Finito di pranzare, il direttore mi chiede di restare per gli allenamenti il pomeriggio. Mi dirigo verso il bar, li erano presenti Brignoli, Viola e Letizia. Chiedo una foto a tutti e tre, Brignoli scherza con me: Apri gli occhi! Apri gli occhi se no la foto esce male!. Dopo un po’ dice: “Se sei stanco vatti a coricare sul letto mio, stanza 108, usa il mio bagno, non preoccuparti”. La mia risposta fu: “Macché scherzi?”. Mi siedo accanto a loro, e iniziamo a parlare. Dopo un po’ arriva Ernesto Galliano, Fisioterapista del Benevento, che mi chiede di controllare la sua valutazione nel gioco. Riprende l’allenamento, io triste, non volevo lasciare il posto, non volevo lasciare la squadra, oramai diventata mia seconda famiglia e mia seconda casa. In quell’allenamento conobbi: Danilo Cataldi, abile ad arrampicarsi su trabattelli, e i nuovi acquisti Filip Djuricic, Cheikh Diabaté, Jean-Claude Billong. Tutti gli altri erano in Palestra. Finito l’allenamento chiedo al grande Vlad Belec, di fare una foto con lui e anche a Riccardo Piscitelli, ottimo portiere di prospettiva. Brignoli corre verso di me, e inizia a scherzare: “Quanto valgo io? Quanto sono forte io? Voglio proprio confrontare i miei valori con quelli di Buffon”. Finito tutto, triste raccolgo i miei strumenti e ritorno dentro, mi siedo su un divanetto e finisco il report. Arriva Vincenzo Teresa e mi chiede di restare anche a cena la sera con loro, ma non mi sentivo di creare tanto disturbo. Cosi vedendomi triste, si mette accanto a me ed inizia a parlare. Salgono dalla palestra tutti i giocatori, saluto tutti loro e chiamo il direttore sportivo per ringraziarlo e dare l’ultimo saluto. Ho l’occasione di passare alcuni minuti con il grande Mister De Zerbi. Mi reco in reception e arriva il direttore. Lo ringrazio per tutto ciò donatomi e per il sogno che mi ha fatto vivere. “Ci terremo in contatto, prima di comprare qualche giocatore chiamerò sempre te”. In quel momento estraggo il mio Curriculum Vitae e lo consegno a lui sperando in un futuro in una sua chiamata, ma sopratutto lavorare accanto ad un grande uomo, grande persona piena di bontà come lui. “Quando vuoi venire chiamami, sarai ben accetto. Ti aspettiamo a Benevento”. Triste esco dal Resort, scappo in macchina e piango, sapevo che quella sarebbe stata forse l’ultima volta che avrei visto tutti loro. Mi sono sentito in quei giorni in una famiglia, una grande famiglia. Mi hanno fatto sentire a casa, come se fossi amico loro e come se ci conoscessimo da una vita. Ho un forte segno indelebile nel cuore, sogno di ripassare giornate intere con loro. Lavorerei giorno e notte gratis per loro. L’importante è riabbracciare questa grande famiglia, famiglia che mi ha donato felicità ed emozioni in cosi poco tempo. Lotterò ogni giorno e suderò quel posto, farò di tutto. Nulla è impossibile. Impossibile è solo una parola grossa lanciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che hanno ricevuto piuttosto che esplorare il potere che hanno di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto. È un’opinione. Impossibile non è una dichiarazione. È un coraggio. Impossibile è potenziale. Impossibile è temporaneo. Niente è impossibile. Grazie di tutto Benevento Calcio, ma sopratutto un grazie speciale al grande Alberto Scotta “Panoz”, se sono arrivato li, è solo grazie a lui, Matteo Zanini e Alessio Torino.

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