Neko Atsume è l’app dei gattini che stavamo aspettando

abits
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4 min readApr 11, 2016

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Ci sono cose che non avrei mai immaginato di fare, ci sono parole che non avrei mai immaginato di dire. Tra queste, non avrei mai pensato di interrompere una qualunque attività per prendere in mano il telefono e pronunciare le seguenti parole: “devo dar da mangiare ai gattini”.

Sono entrato anche io nel tunnel di Neko Atsume, l’app dei gattini per IOS e Android. Più precisamente siamo in 10 milioni di persone nel mondo a sguazzare felicemente in questo coccoloso tunnel.

Il gioco è semplicissimo, basta dar da mangiare ai gattini e lasciargli qualche gioco da fare o qualche cuccia dove dormire. Non c’è un obbiettivo vero e proprio, non si conclude un livello, non si arriva ad un traguardo, in realtà potremmo parlare di anti — gioco, l’unica cosa che bisogna fare è accudire i gatti e se non lo facciamo, beh, semplicemente i gatti ci snobbano. Come nella realtà, in pratica. Insomma, Neko Atsume sembra essere una specie di Tamagotchi in versione smartphone, ma senza l’ansia della morte della bestiolina.

Chi l’avrebbe mai detto che i gatti potessero essere terapeutici? Si potrebbe dire che è terapeutico, con la sua musica rilassante e i gattini che semplicemente giocano, come fosse una specie di giardino zen o angolo della meditazione sul telefono — anche se non ci sono ancora studi sugli effetti benefici di questa applicazione — ma probabilmente staccare per qualche minuto dalle attività quotidiane e godersi questi animaletti male non fa.

Neko Atsume: come fa ‘sta cosa a piacere così tanto?

Quando apriamo per la prima volta l’applicazione lo scetticismo sale, la domanda “come fa ‘sta cosa a piacere così tanto” sorge spontanea, infatti ci troviamo davanti ad un piccolo spazio, con una specie di tavolo, un tappeto e uno sfondo accennato, in basso qualche pesciolino d’argento e qualcuno giallo. Proprio questi pesciolini sono il fulcro del gioco, in quanto “moneta ufficiale” dell’app: con essi si possono comprare cibo e cose varie con le quali attirare i gattini, una volta fatto è sufficiente fotografarli (sì). Poi succede che loro ringrazieranno con un “miao” ed il gioco è fatto, caduta istantanea nel tunnel dell’applicazione.

Ovviamente, le cose più belle costano di più: ma cosa sarà mai spendere 5 pesci d’oro per dare ai miei gattini dell’ottimo sashimi o spenderne 14 per farli dormire in un bellissimo cuscino a forma di hamburger? La cosa positiva è che se i gatti si trovano bene, lasceranno pesciolini sia d’argento che d’oro, il che ovviamente è tutta una loro strategia: in tal modo noi, poveri padroni di gatti virtuali, possiamo comprar loro altre cose per assicurar loro una rapida conquista del mondo relax e benessere.

E se ad un certo punto l’applicazione inizia ad annoiarvi perché uff, sempre le stesse cose, sempre gli stessi posti, bastano 180 pesciolini d’oro per espandere lo spazio e lanciarsi di nuovo nella meravigliosa avventura da gattari virtuali.

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Ogni gattino che riusciremo a conquistare manco fossimo Ash Ketchum ci lascerà un regalo carico di gratitudine, un topolino, un collare rotto, una scatola di fiammiferi bagnata e così via. È proprio quando appare questa schermata che dentro di noi si sviluppa un po’ la commozione di aver fatto un buon lavoro.

Col tempo impariamo anche a conoscere i gatti: ci sono alcuni che vengono a trovarci più spesso, diventano degli aficionados del nostro spazio. Sì, lo so, sono finti e li hanno tutti gli altri 10 milioni di utenti, ma in quel momento sono solo i nostri gattini. Ecco, insomma, io a Tubbs, il gatto mangione, mi sono affezionato, che vi devo dire.

neko atsume

Come in ogni gioco che si rispetti ci sono anche le rarità, che in questo caso — manco a dirlo — sono ovviamente gattini. Sono quelli con i gusti più difficili, quelli che danno meno confidenza, il cowboy (o cowcat) Billy the Kitten oppure Joe DiMeowgio con la sua mazza da golf o, meglio ancora, il simpaticissimo Presidente Meow.

Il New York Times ha incoronato questo gioco come fenomeno di culto ed esimi studiosi dell’applicazione, hanno realizzato il modo più efficace per guadagnare sardine d’oro (con le quali vi ricordiamo che si comprano gli oggetti più chic). Insomma, tutto nella norma: si tratta dell’erede di Ruzzle ed Angry Birds, l’app-tormentone del 2016.

Neko Atsume: Kitty Collector è stato lanciato nel 2014 dai giapponesi di Hit Point, ma è solo nel 2015 che è arrivata la versione in inglese e da lì era breve la strada verso la gloria, probabilmente inaspettata, ma ehy, è internet, e ad internet piacciono i gattini.

L’applicazione è disponibile sia per iOS che per Android con acquisti in-app, per chi vuole spendere real cash per rendere il proprio pet virtuale felice.

Ora scusate, devo andare, i gattini non si nutriranno da soli, ma voi potete scaricare l’applicazione e cadere nella mia stessa dipendenza.

Gabriele Varese

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