Il lavoro sugli open data

Agenda digitale dell'Umbria
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3 min readFeb 23, 2015

Lanciato il 26 settembre 2014, il portale dati.umbria.it supererà a breve i 100 dataset. Abbiamo chiesto a Cristiano Donato, assegnista della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia che sta collaborando al programma open data, di spiegare il funzionamento del portale. Come sono raccolti i dati? Come vengono pubblicati?

open data umbria
Conferenza stampa 26/09/2014 di presentazione del portale dati.umbria.it (foto: Giovanni Bicerna)

Quando la Regione Umbria ha deciso di attuare il programma open data — ottenendo anche il riconoscimento di “Regione Open Data 2014” — è stato deciso contestualmente di adottare nuovi metodi per la gestione dell’intero progetto, pianificando con attenzione ogni fase. L’intero processo di liberazione ruota intorno al concetto che il dato è un bene comune: come tale, va restituito alla collettività per far si che possa riutilizzarlo. Così, rispettando i principi di e-government ed e-democracy, è necessario consentire a chiunque di partecipare attivamente al processo di apertura.

Le nuove metodologie hanno nel tempo formalizzato linee guida largamente condivise, attualmente utilizzate per la gestione dell’intero processo di liberazione dei dati. Il documento che contiene le linee guida prende il nome di Modello Operativo Open Data o MOOD Umbria, ed è ispirato a un ben codificato Open Data Management Cycle. Un modello organizzativo che contiene i processi per la gestione dei dati aperti e prevede un iter ciclico di 4 fasi per la pubblicazione: procedure necessarie a identificare i dati, gestirli e definire dei metodi di pubblicazione adatti alla tipologia di informazione trattata. Una volta pubblicato il dato, è poi necessario definire i processi per il controllo, lo studio, la raccolta dei risultati e dei feedback ricevuti dalle comunità interne ed esterne, prerequisito per le attività di mantenimento, miglioramento e/o rappresentazione dei dati aperti. Il MOOD infine individua responsabilità, competenze e modalità di interazione tra i vari gruppi di lavoro sugli open data, per far si che la pubblicazione dei dati avvenga in maniera continuativa, per mezzo di procedure efficienti e snelle.

Sia per gestire la richiesta, sia per tener traccia del flusso di lavoro associato a ogni singola raccolta di dati (dataset) durante il processo di apertura, servono strumenti organizzativi dedicati allo scopo, detti pipeline di pubblicazione. Anche la Regione Umbria si è dotata di un simile strumento creando un catalogo interno (Inventario Patrimonio Informativo Umbria) che tiene traccia delle informazioni a supporto dei dati, ossia i metadati — come ad esempio i riferimenti al servizio che produce e gestisce l’informazione, la data di pubblicazione, frequenza di aggiornamento — e di tutto il lavoro effettuato sui dataset fino alla loro pubblicazione sul portale dati.umbria.it.

metadati umbria wifi hotspot
metadati relativi a hotspot Umbria WiFi

Il catalogo è importante perché offre una visione d’insieme sui dataset inventariati e quelli presenti sul portale Open Data, per pianificare l’evoluzione del processo di pubblicazione. L’Inventario viene utilizzato anche come supporto di rilevazione delle banche dati collegate ad applicativi regionali, come gestione dei cartellini, trasmissione online del movimento turistico, UmbriaGEO, elenco dei bandi regionali e moltissimi altri, permettendo anche la comunicazione periodica all’Agenzia per l’Italia digitale dell’elenco delle basi di dati e degli applicativi.

Per dare al cittadino un ruolo attivo in tutte le fasi della pubblicazione, risulta però necessario un ulteriore passo: aprire, rendere pubblica e partecipata anche la pipeline di pubblicazione. Così facendo chiunque può avere voce in capitolo nella pubblicazione dei dati visto che, come accennato, i dati sono pubblici e vanno riutilizzati. Tra le Amministrazioni che hanno fatto questo passo c’è il caso della città di Philadelphia che ha reso pubblica la sua pipeline, insieme a moduli con cui si può richiedere l’apertura dei dati. Questo è il modello di PA cui bisognerebbe tendere, e per questo si sta valutando concretamente la realizzazione, a breve, di una pipeline pubblica che comprende l’intero territorio regionale. In questo modo ogni cittadino potrà esprimere le sue idee e proporre nuovi dataset per il portale regionale, oltre ad avere la possibilità di monitorare l’intero processo di pubblicazione.

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