L’intelligenza connettiva per la Social Innovation

Agenda digitale dell'Umbria
AdUmbria
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2 min readApr 14, 2013

Le parole chiave su cui si articola l’open talk il digitale per comunità ed inclusione” sono, oltre alle due che già campeggiano nel titolo:sussidiarietà, solidarietà, cooperazione educativa (un termine più specifico rispetto a quello di “competenze educative”), creatività sociale, resilienza.

Quest’ultima, la meno nota è la più evocativa: fa intravedere un modo per affrontare la grave crisi di sistema attraverso una capacità di riconfigurazione degli assetti sociali. Deriva dal latino resalio e significa saltare, rimbalzare ma anche danzare. Nella fisica dei materiali indica un’altra idea di resistenza ad una prova d’urto. In psicologia sta a significare la capacità umana di affrontare e superare una crisi. Quando si parla di smart city emerge spesso il concetto di ecosistema resiliente, lo si associa ad un’idea particolare d’intelligenza capace di rimodellarsi rispetto alla complessità degli eventi.

Perché ciò accada è fondamentale riqualificare le potenzialità creative e di auto-organizzazione di un sistema sociale che deve riscoprire le sue valenze comunitarie. Determinante è in tal senso il valore di solidarietà quel sapere coniugare empatia e pratiche condivise, funzionali alla collettività. Da sempre l’uomo, animale sociale, trova soluzioni per ottimizzare questi processi.

In questa fase di crisi industriale dove i modelli organizzativi (sia quelli del lavoro sia quelli del capitale) si stanno riconfigurando nell’arco di una grave transizione, si profilano nuovi scenari per l’organizzazione umana. Possiamo pensare che esprimano nuove opportunità di scambio sociale se non addirittura rilancio delle potenzialità di collaborazione, a partire dai modelli d’apprendimento.

E’ in questo senso che le reti di comunicazione web e mobile possono rivelarsi come una chance per ripristinare le dinamiche di comunità e sussidiarietà che rischiano d’indebolirsi proprio in un momento in cui la solidarietà sociale può svolgere un ruolo fondamentale nell’impatto con la crisi.

E’ una linea d’azione urgente tesa a costruire nuove forme di economia equo-sostenibile, valorizzando quell’intelligenza connettiva capace d’operare attraverso lo sviluppo dei social media per il bene comune e qualificare il principio della partecipazione per fare comunità.

Elemento determinante è tradurre il potenziale delle tecnologie abilitanti del web 2.0 per promuovere il nuovo spazio pubblico delle reti e così estendere il valore dell’inclusione al massimo grado di pari opportunità d’accesso alle risorse informative.

E’ questo il principio fondante per attivare un’Innovazione Sociale che potenzi la prassi degli open data, espandendo la progettazione creativa per il valore d’uso sociale ed educativo delle reti, come è emerso in molti progetti presentati nell’Ideario.

La sussidiarietà espressa dai fenomeni di auto-organizzazione sollecitati dalle reti possono quindi non solo qualificare la partecipazione ma contribuire all’elaborazione di temi strategici come quelli della rigenerazione urbana e territoriale, per attivare smart communities capaci di avviare sia contesti di scambio intergenerazionale, sia progettazione evoluta per le smart cities e la green society.

E’ su questi argomenti che si svilupperà l’open talk su il digitale per comunità ed inclusione”, rivelando le peculiarità dei progetti vagliati nell’Ideario e cercando di armonizzarne, secondo il principio dell’interoperabilità, uno sviluppo possibile.

Carlo Infante, rapporteur e animatore per l’open talk “il digitale per comunità ed inclusione”

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