Racconti di agenzia.

Momenti vuoti.

E cosa farne.

Mattia Rapparini
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Ecco. NON capita, MA se capita fatene tesoro. O almeno imparate a farne tesoro.

In agenzia sembra necessario come il sangue lavorare ogni secondo, minuto e ora, ma la realtà è che a volte per necessità o caso si finisce per avere dei momenti morti e boom, siamo in ansia?

È un maledizione. Perché siete così abituati a fare, disfare e rifare che non vi sembra vero e guardate il muro in attesa dell’apparizione della Madonna, ma voi non siete a Međugorje. Quindi, ora che abbiamo stabilito che è fisiologico per il cliente chiedere mille, dimenticarsi del mille e lasciare passare qualche giorno o settimana prima di tornare con tutto, cosa ci facciamo con questi buchi?

“Intanto sono cazzi miei”

Esatto. Impariamo da Elio.

Ci facciamo i fatti nostri. Inziando dalle domande base:

Ho salvato i cedolini?

Ho aggiornato i timesheet o timeSHIT?

Credits: @digital_chadvertising

Ho in mano tutto per il 730? (questa è la domanda delle domande perché la risposta è NO)

Ho letto tutte le mail?

Ho risposto a tutte le mail?

Ho aggiornato il portfolio? Il cv? (non vuol dire che volete andare via, partire, girare ma che siete persone organizzate. creativi organizzati. Non è utopia. i creativi sono anche persone organizzate altrimenti regnerebbe ovunque il regno del casino)

Se a tutto questo la risposta è positiva allora rimangono due cose: farci gli affari nostri o cercare proattività.

PROATTIVITÀ: progetto / cosa / diretto a prevenire situazioni, tendenze o problemi futuri in modo da pianificare anticipatamente le azioni opportune.

Ma anche quella cosa che farai e al 90% non andrà da nessuna parte.

Credits: @digital_chadvertising

Però può essere divertente. Però potrebbe funzionare. Però potresti metterlo in portfolio.

Tanti però.

Quindi, poche ansie e più fare, tanto tranquilli che si svegliano tutti prima o poi.

Anche il cliente.

Anche il vostro DC.

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