La forza della routine nella gestione della terapia e le piattaforme di orchestrazione

Una pillola al mattino ed una alla sera dopo cena, questa è una classica routine che milioni di persone con malattie croniche svolgono quotidianamente. Una routine che deve diventare abitudine per facilitarne lo svolgimento.

Stefano Vitta
Aghenor Blog
Published in
5 min readSep 27, 2021

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Tutti seguiamo regolarmente delle routine quotidiane che facilitano il compimento di semplici compiti quotidiani. Igiene personale, alimentazione, esercizio fisico, lavoro vengono svolti secondo una routine rappresentativa del nostro tram tram quotidiano. La loro ripetizione crea un’ abitudine che abbassa il carico cognitivo, migliora la qualità dei compiti grazie alla pratica ripetuta e, di conseguenza, riduce lo sforzo di esecuzione.

La routine, intesa come lo svolgimento di una serie di task da ripetere periodicamente, rappresenta il modello organizzativo prediletto per la maggioranza delle persone per la gestione delle proprie giornate.

Non a caso è proprio la gestione di un evento non legato ad una routine consolidata come un cambiamento repentino, a generarci stress, ansie e fatica nell’adattarsi.

Purtroppo, a volte, quel cambiamento repentino è rappresentato da una diagnosi. A prescindere dalla severità della diagnosi, la gestione della terapia di cura comporta necessariamente l’inserimento di una nuova routine nel nostro quotidiano.

Una routine composta da una serie di task da svolgere come:

  • l’assunzione regolare dei farmaci prescritti, compreso il loro acquisto e la ripetizione della ricetta per i pazienti cronici
  • il monitoraggio periodico di alcuni parametri biometrici (battito cardiaco, pressione, etc)
  • lo svolgimento di esami di controllo
  • lo svolgimento di visite mediche di controllo
  • lo svolgimento di attività a supporto della terapia come il cambio di regime alimentare e lo svolgimento di attività di esercizio fisico
  • lo studio per la comprensione della malattia e della terapia (alfabetizzazione del paziente)

Seppur fortemente motivato dall’auspicabile guarigione o dal gestire la progressione della malattia, il neo paziente si trova ad affrontare un importante cambiamento delle sue routine quotidiane impattando spesso anche in quelle dei suoi familiari.

Non è semplice e spesso si fallisce. Non a caso la mancata aderenza alla terapia è uno dei problemi più sentiti da parte del sistema sanitario sia in termini di efficacia che di gestione della spesa.

Sono fortemente convinto che sarà in questo ambito il principale impatto di breve e medio periodo della digital health e della telemedicina.

In Paginemediche stiamo lavorando per la creazione di una user experience capace di facilitare la gestione di una o più routine terapeutiche direttamente da parte del paziente (con i loro caregiver) e dei medici curanti.

L’utente (quindi non paziente) segue una routine di prevenzione capace di guidarlo nella consultazione di contenuti utili a mantenere uno stile di vita sano (non per prepararsi all’Ironman), viene avvisato quando è il momento di fare esami e visite di controllo in base alla sue anagrafica e salva sul suo profilo i principali dati biometrici che la maggior parte dei wearable come Fitbit o Apple Watch sono in grado di raccogliere quotidianamente (quindi nessun inserimento manuale).

Segue una routine semplice dove è possibile impostare piccoli obiettivi per migliorare le proprie abitudini. Nel momento in cui dovesse insorgere una malattia l’utente può selezionare il programma (i digital care program sui quali stiamo lavorando) ed aggiungerlo alla sua routine di base trovando così il suo calendario aggiornato con i nuovi task previsti dalla terapia che dovrà seguire.

Attraverso questo processo si cerca quindi di facilitare il cambio di abitudini richiesto e di guidare l’utente (ora paziente) nel percorso terapeutico passo dopo passo facilitando, in primis, la relazione con il medico curante ed ampliando i dati (RWE) che è possibile raccogliere ed analizzare.

Cosa sono i Digital Care Program?

Per programma di salute digitale (digital care program) si intende un’applicazione in grado di consentire al paziente di usufruire di contenuti e tool mirati alla prevenzione, al trattamento ed alla gestione della terapia per una specifica condizione (es: follow up post operatorio) o malattia.

Programmi che, a differenza delle DTx che intendono curare con un software, offrono un supporto personalizzato mirato ad aumentare o a garantire il miglior outcome terapeutico atteso da una o più terapie prescritte al paziente.

Programmi che si basano su un processo evolutivo continuo grazie all’analisi dei dati che consentono la valutazione di efficacia di ogni elemento di interazione inserito. L’analisi dei dati consente quindi di adottare il classico approccio evolutivo dei servizi digitali (test, analisi, insight, miglioramento) e, allo stesso tempo, di avviare lo stesso percorso di validazione scientifica che si sta pensando per le DTX.

Programmi che possono integrarsi anche con applicazioni verticali (alimentazione, monitoraggio del sonno, analisi delle immagini, etc) esterne alla piattaforma di orchestrazione facendo confluire i dati raccolti in un unico repository che sarà nella piena disponibilità dell’utente/paziente.

Così facendo l’utente godrà di una user experience unica, ossia un’unica app che sarà però in grado di sfruttare anche servizi sviluppati da terzi senza quindi dover gestire tante app per ogni differente necessità.

Lo stesso discorso vale per i medici coinvolti nella gestione della terapia a patto che i loro sistemi gestionali garantiscano una possibile integrazione con piattaforme esterne bastata sugli standard di interoperabilità dei dati sanitari (su questo c’è ancora parecchio lavoro da fare).

Prendo spunto da questo documento sui principi di gestione del Long Covid pubblicato dal ISS per esaltare la capacità di creare un DCP capace di supportare le necessità emerse che riporto con questo piccolo estratto sul coinvolgimento del paziente.

Pianificazione del percorso assistenziale
il paziente potrebbe essere incluso in un percorso multidisciplinare che coinvolga anche altre figure specialistiche e che permetta un approccio incentrato sul paziente stesso. Appare importante a questo scopo infine fornire consulenza sull’autogestione (self-management) ai pazienti con Long-COVID per aiutarli nella gestione dei sintomi, fornire informazioni su eventuali servizi da contattare in caso di peggioramento, programmare dei follow-up regolari per monitorare l’andamento clinico anche attraverso strumenti di telemedicina come il tele-consulto, la tele-visita e altri strumenti di tele salute utili al monitoraggio di dati strumentali e non.

Infine, di particolare interesse è l’evoluzione tecnologica per il tracciamento dei digital biomarkers.

I digital biomarkers sono misure oggettive, quantificabili, fisiologiche e comportamentali, raccolte per mezzo di dispositivi digitali portatili, indossabili, impiantabili o digeribili.

L’evoluzione dei wearable e la loro diffusione di massa consentiranno tracciamenti sempre più precisi, periodici, e prolungati nel tempo offrendo agli analisti un enorme base di dati su quali addestrare nuovi algoritmi di intelligenza artificiale.

La piattaforma di orchestrazione

Tornando al discorso iniziale basato sulla gestione della routine la piattaforma assume il ruolo di orchestratore dei servizi che non devono essere per forza nativi (un esmpio è la recente partnership stipulata da tra Paginemediche e Skinvision) ma che consentono all’utente, realmente al centro in questo caso, di scegliere le funzionalità di cui ha bisogno in modo informato ed in un ambiente sicuro e scientificamente validato.

Ricapitolando, la piattaforma offe il programma di base sulla prevenzione primaria e poi integra ed orchestra DCP e servizi ad hoc a seconda delle specifiche necessità del singolo utente/paziente che potrà selezionarli autonomamente o su indicazione del medico curante.

Nel prossimo articolo approfindirò questo scenario evidenziando le possibili opportunità per i vari attori del settore, con particlare attenzione sui medici e sulle aziende farmaceutiche.

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se condovdete le mie rieflessioni.

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Stefano Vitta
Aghenor Blog

Digital transformation and healthcare marketing expert. Entrepreneur, trainer and blogger for passion.