Trasformare la digital disruption in una competenza

Durante l’evento Frontiers Health Fast Track è stata presentata la Digital Health Academy, la nuova iniziativa promossa da Healthware International, DNM ed Esense Health Venture dedicata alla formazione professionale.

Stefano Vitta
Aghenor Blog
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4 min readJun 11, 2018

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Venerdì 08 Giugno si è svolto a Milano il Frontiers Health Fast Track, evento dedicato alla digital health ed anteprima italiana dell’evento che si terrà a Berlino il 15 e 16 Novembre 2018.

In questo prestigioso contesto sono stato coinvolto nella presentazione della nuova offerta dedicata alla formazione professionale destinata ai manager impegnati nella difficile gestione del percorso di trasformazione digitale che tutte le aziende e le istituzione del farmaceutico stanno vivendo in questi anni.

Nel mio percorso professionale mi sono sempre (volutamente) trovato in prima linea nella ideazione e gestione di progetti la cui componente innovativa era predominante. Prima come influencer, poi nella promozione di Startup, fino alla definizione dei cosiddetti progetti “never done before” in agenzie di marketing e comunicazione.

L’idea e la coerenza con la vision del brand sono sempre state importanti per l’avvio di ogni progetto ma poi è sempre stata la sua esecuzione a determinarne il successo o il fallimento.

Esecuzione i cui protagonisti sono sempre le persone coinvolte a vari livelli e con differenti responsabilità. Persone spesso chiamate a seguire progetti mai realizzati prima e a relazionarsi con team esterni abituati a comunicare ed utilizzare metodologie di lavoro a loro sconosciute.

La sottovalutazione di questo aspetto si è rilevato critico in diverse occasioni. Ricordo le difficoltà di sviluppare un progetto per una realtà editoriale in cui non era stata minimamente considerata la netta divisione tra il marketing e la redazione giornalistica o la mancata adozione da parte della forza vendita di una nuova tecnologia in quanto percepita solo come un metodo di tracciamento del loro lavoro da parte dell’azienda.

Concentrarsi esclusivamente sulla componente tecnologica è naturale quando si parla di digital transformation dimenticando che essa rappresenta solo l’elemento abilitante del processo di cambiamento di cui sono le persone le vere protagoniste. Manager, medici, pazienti e caregiver, in primis, sono persone e non basta dichiarare di metterle al centro per cambiare l’approccio e la grande complessità celata sotto questo aspetto.

Il cambiamento sta avvenendo talmente velocemente da rendere azzardato il solo ipotizzare le caratteristiche del futuro prossimo. D’improvviso vengono a mancare punti di riferimento consolidati da pratiche decennali, punti fondamentali per analizzare e comprendere le informazioni e gli scenari.

Basta osservare l’odierna difficoltà dei media nostrani alle prese con la narrazione di un nuovo governo fatto da persone per cui destra e sinistra non hanno più alcun significato.

Di fronte a questa incertezza capire come si sentano le persone e come provano ad adattarsi ad un mondo che, quasi improvvisamente, è diventato nuovo ed inesplorato diventa fondamentale per creare l’indispensabile rapporto di fiducia tra formatore e discente.

“Ancorarsi al passato sembra essere l’unico atteggiamento capace di dare sollievo. Abbiamo sempre fatto così, perché ora bisogna cambiare?”.

La resistenza ad ogni tipo di cambiamento sembra essere l’unica risposta razionale. Oggi più che mai.

Proporre un corso di formazione sui social media, sul multi channel marketing, sulle metodologie agile, etc. senza prendere in considerazione l’atteggiamento mentale con cui i discenti accoglieranno il percorso proposto spesso vanifica l’intero investimento.

Possiamo permetterci di concentrarci solo sul contenuto senza prima preparare il contenitore ad accoglierlo?

Su questi presupposti abbiamo realizzato un workshop esperienziale che ha permesso ai partecipanti di comprendere le diverse dimensioni che compongono “l’io digitale del singolo individuo ed abbiamo realizzato una mappa che consenta di orientarsi nello sviluppo del “giusto atteggiamento” (mindset).

Grazie al prezioso supporto di Cristina Cenci e di attori professionisti abbiamo rappresentato come le diverse dimensioni del nostro io digitale influiscono, anche inconsciamente, nel determinare la nostra reazione ai diversi stimoli ricevuti.

Con Francesco Dimitri abbiamo poi esplorato il concetto di wonder inteso come la capacità di meravigliarsi (tipica dei bambini) di fronte al nuovo e benzina indispensabile per stimolare curiosità, sperimentazione ed accettazione del rischio.

Riteniamo che questo sia l’approccio migliore per un’offerta formativa adeguata e customizzata sulle differenti esigenze delle aziende e, sopratutto, delle persone che le aziende le fanno vivere determinandone il successo.

Per avere un’assaggio dell’esperienza vissuta dai partecipanti al workshop potete guardare questo video.

Per avere maggiori approfondimenti sulla Digital Health Academy o, semplicemente, volete confortarvi con me su questi argomenti sapete come usare i commenti ;)

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Stefano Vitta
Aghenor Blog

Digital transformation and healthcare marketing expert. Entrepreneur, trainer and blogger for passion.