Motor Mania ©Walt Disney

TEORIA DEL LINGUAGGIO MEDIALE
Il matto autista e il passeggero incosciente

Agui Melo
Aguinaldo Melo
Published in
17 min readJun 13, 2023

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This essay was originally written for a media studies exam with the purpose to connect the concept of Technological Determinism with the argument behind the books of Rafaele Simone, Nicholas Carr, and Manfred Spitzer.

Disclaimer: This is an original written article written in Italian by a Portuguese native speaker who embraced English as a second language.

Supervised by professor Emanuele Fadda

Il matto autista e il passeggero incosciente

Motor Mania ©Walt Disney

Motor Mania è un cartoon animato di Pippo dei Disney che racconta la storia dei Mr. Walker (Signor camminatore). Lui è un uomo sereno che diventa Mr. Wheeler (Signor autista) quando si mettete dietro al volante della macchina.

A la mattina Pippo riesce a vedere la bellezza dei fiori, la caldezza del sole, però la macchina lo trasforma. Lo fa rendere stupidi. Ma di chi è la colpa? Della macchina o di il signore Pippo?

Le automobili rendono le persone stupidi come ha fatto con Pippo, o la stupidaggine è collegata con altri fattori?

Al lungo dei secoli XX le machine hanno trasformato come le città erano organizzata, hanno fornito agli individui la possibilità di vivere lontano dal lavoro, cambiando la struttura urbanistica delle città. Per noi, L’automobile è un mezzo dei trasporti, un oggetto che conferisce uno status sociale, un simbolo di libertà, è anche una arma e una sorta de attrezzatura sportiva chi si trasforma in intrattenimento con la gara di corse d’auto.

Oggi, noi vediamo le macchine come un problema, molto cause dello inquinamento e tutti i disturbi che causano nella vita della città. Addirittura come un oggetto in ruota di obsolescenza, ma anche ormai come una soluzione del trasporto dove i mezzi pubblici non funziono bene. Per il futuro rimaniamo vedendo le macchine come parte della nostra società, ormai non sappiamo esattamente come: in versione elettrici, autoguidate, come un bene collettivo o di proprietà di nessuno, ecc.

«L’automobile è obsoleta da tempo, ma potrebbe essere qualche aspetto piuttosto irrilevante dell’automobile a decretarne la fine. L’automobile, in quanto mezzo per concentrare i lavoratori o inquinare l’ambiente con hardware e smog, sembra continuare allegramente». (Mcluhan, 2017)

Come le tetradi di Marshall McLuhan, che ricuperano elementi dei medium dal passato, rendono obsoleti completi sistemi mediatici dei oggi, il percorso dei medium del passato possono essere un instrumento per capire nostro momento, quello che McLuhan chiama di “specchio retrovisore”, è l’esempio dello alfabeto, della macchina, della stampa, mezzi con più da 100 ani ma che posso fornire tanta informazione. Per capire nostro rapporto con la internet, un medium che è nato 37 anni fa, però che oggi rimane in costante trasformazione.

«Gutenberg non scoraggiò la scrittura a mano. Anche nell’era della macchina da scrivere si scrive a mano molto di più di quanto non si facesse prima della stampa». (Mcluhan et al. 2017)

Non possiamo dire che Pippo è diventato matto per la guida della macchina, ma anche non possiamo sostenere che l’auto non ha prodotto effetti nella vita delle persone. Che non ha cambiato la loro percezione del mondo, la loro abitudine. Dire che Pipo è diventato matto per guidare la macchina è molto simile o che ha affermato Thorstein Veblen quando ha coniato il Determinismo Tecnologico. «il progresso tecnologico, che considerano una forza autonoma al di fuori del controllo dell’uomo, è stato il fattore principale che ha influenzato il corso della storia umana». (Carr, 2010)

Hanna Fry ricorda in suoi “Hello World” sugli algoritmi, uno degli importanti elementi della internet, che abbiamo che aprire gli algoritmi e capire loro confini, che abbiamo che guardare a noi stessi fine a conoscere nostre frontiere. Solamente dopo di questo processo, separare i cattivi dele bone fine a decidere come va essere il nostro mondo. (Fry, 2019)

Capire che cos’è la internet, gli effetti nei nostri cervelli, nostro rapporto con la storia, i mitti è troppo impegnativo per un unico saggio. Che propongo qui è un passaggio guidato per autisti più tranquilli e gentili in comparazione con Mr. Wheeler.

Chiedo l’aiuto a Carr, Spitzer, Fadda, Barthes, Simone e loro autori di riferimenti per guidare a noi in questo percorso finche possiamo assimilare caratteristi del nostro rapporto con la comunicazione di oggi, il linguaggio come forma di coscienza e il linguaggio mediale.

Motor Mania — 1950 ©Walt Disney

Parte 1 — Il sentimento dell’autista

Dopo uscire di casa, Pippo, ormai, Mr. Wheeler arriva al la entrata della autostrada. Li aveva un segnale di Stop, in cui l’autista doveva aspettare il momento securo per entrare, invece Mr. Wheeler mete la macchina nella prima opportunità, iniziando quella giornata di distruzione.

Guidare negli Stati Uniti e nell’Italia è praticamente la stessa esperienza, questo grazie a convezione stradale internazionale firmata dal 1968 a Viena che ha padroneggiato le regole sul guidare. (Convention on Road Traffic, 1968) Nell’America e nell’Italia abbiamo il segnale di Stop con lo stesso colore e scritto nella stessa lingua. Ma interpretato di maniere diverse.

Motor Mania ©Walt Disney

Nell’Italia diminuire la velocità, guardare si non ha nessuna macchina nell’altra via è il sufficiente, mentre nell’America è obbligatorio fermare, indipendente di avere una altra macchina arrivando o non.

Non si tratta di una regola, ma quella cosa che se deve imparare prima possibile, finche di evitare problemi con la polizia. Perché negli Stati Uniti Stop significa fermare e punto, mentre nella Italia, Stop è interpretato come un simbolo di attenzione massima e si c’è una altra macchina arrivando, cosi si deve fermare.

Lo stesso accade con il rapporto tra un autista e l’altro o con la maniera che la comunicazione verbale e non verbale è fatta mentre loro guidano nei due paesi. Non sono regole, ma devono esse seguiti. Comportamenti che si imparano solamente facendo l’atto di guidare, coesistendo e osservando la loro coesistenza.

Nel guidare abbiamo l’obbiettivo di uscire dal punto A ed arrivare al punto B con sicurezza e tranquillità. La grammatica, o il codice stradale, chiede a noi di rispettare il senso, il limite di velocità sprezzo nella segnaletica. Ma che sono queste regole non scritti, questi insieme di comportamenti. Qualcosa come il sentimento della lingua?

Il comunicare è sempre un percorso. Un percorso in torno a una richiesta, a un ordine, a una scussa. Per un non linguista capire i pensieri in dietro della linguistica non è un lavoro semplice. — Qui arrivo nella mia scussa a riuscire al nostro tema. Magari perché non vedo il linguaggio come vedeva Barthes che sentiva il linguaggio nella pelle, una strana pulsione.

Oppure, anche senza vedere o che doveva essere semplicemente ascoltato per “un normale”, lego nella visione di Barthes un senso per tutto questo percorso.

«Si deve insomma ammettere fin d’ora la possibilità di rovesciare, un giorno, l’affermazione di Saussure; la linguistica non è una parte, sia pure privilegiata, della scienza generale dei segni, ma viceversa la semiologia è una parte della linguistica». (Bruno and Fadda, 2018)

Come capire nostro rapporto con i medium si non sono capaci di capire i fondamenti dei nostri rapporti con altre essere umani finche raggiungere un obbiettivo?

- Soprattutto una scienza storica

Quando Ferdinand de Saussure esprimere il desiderio di conoscere il sentimento nella prospettiva di Ottaviano dopo la battaglia di Azio o di vivere/vedere il mondo nella visione del tuo cuoco con la capacità di confrontare con la visione di lui stesso è la perfetta spiegazione del lavoro della antropologia o della storiografia. È non guardare una fotografia con gli occhi di oggi, ma facendo uno sforzo per potere vedere la linguistica nella prospettiva di quello tempo di quello luogo.

“Dunque, dire che la lingua è una scienza storica, e che «l’oggetto che fa la materia della storia […] rappresenta in un senso qualsiasi, degli atti umani, governati dalla volontà e dall’intelligenza umane”. (Fadda, 2017)

Lo studio della linguistica nella cronologia, insieme con la diacronia è un istrumento per vedere il cambio del linguaggio traverso l’arrivo dei nuovi medium e gli effetti dei medium nei nostri modi di comunicare. Al fine, sono uno strumento per capire il medium stessi.

- Un complesso sistemi di regole

“Comportamento nomotrofico — sarà vi è una classe di istituzioni “strette” (o para-linguistiche), che comprende quegli elementi della nostra vita che si reggono su principi di normatività immediata”. (Fadda, 2017)

Le lingue non mutano dal pranzo alla cena. Ma sono in costanti mutuazioni. Soffrono pressione per creare nuove norme o cambiare scadere norme antichi. “allora direi che la parole saussuriana è sempre …un comportamento che instaura norme e/o le rafforza”. (Fadda, 2017)

Allora, la comunicazione nella era dei social non è stata gestita del un sistema nomotrofico? Ogni giorno abbiamo una nuova regola o un nuovo sistema di forza per rafforzare una regola o cambiare la regola obsoleta per una nuova. Non è questo il movimento della “cultura della cancellazione”?

È stato esattamente nella era dei social una forza per cambiare le lingue rumo a un linguaggio di genero neutro. Una lingua che non mettesse il maschio come padrone, ma che potesse accogliere a tutti, indipendenti dal genero. Ma come abbiamo testimoniato negli ultimi anni questo non è un movimento semplice.

«In questo passo, come si vede, Saussure si mostra già ben cosciente della natura paradossale della prassi linguistica, che potremmo enunciare così: essa richiede esseri dotati della capacità di decisione, ma gli atti linguistici sono spesso semiautomatici, e sono tra i comportamenti in cui meno interviene la riflessione cosciente; inoltre il cambiamento linguistico non è mai deciso da nessuno, ma la sua responsabilità è condivisa da tutti i parlanti». (Fadda, 2017)

La comunicazione senza la lingua è come una pianta senza la radice. Prima di usare tutti questi attrezzature e apparecchi tecnologici, come l’alfabeto, i libri, la carta stampata, il telegramma o lo smartphone, noi avevamo il parlato come base della comunicazione. Li le regole sono stati stabilite e alcuni sono validi fine a oggi. Si in ogni nuovi medium ci sono recuperati caratteristiche dei medium di ieri, sicuramente osservare e studiare la lingua e sua diacronia è la formula per trovare risposta per domande di problemi di oggi e domani.

Motor Mania ©Walt Disney

Parte 2 — Gli effetti di guidare

Dopo fare un vero casino nel traffico della tua città, Mr. Wheller trova un posto di parcheggio dove lui ritorna a essere Mr. Walker. La divertente trasformazione di un matto in un gentile cittadino mi permettere ad arrivare alla nostra seconda parte di questo passaggio.

La macchina è responsabile per trasformare Mr. Walker nel matto Mr. Wheller o altri fattori devono esse osservati? Le macchine fano le persone ingrassare o il cambio di abitudine che produrranno questi effetti.

«Una macchina è molto simile a una camera dei cinema collegata a un autista che è responsabile per operare quella attrezzatura che fa la ripresa di un film di si stessi». (McLuhan, 1968 T.D.A)

McLuhan vedeva la macchina come una estensione del piede degli esseri umani. Ovviamente un essere che non cammina e mangia come un che cammina va naturalmente diventare grasso. Ma come ci sono gli effetti di un medium ibrido come la internet nell’essere umani?

Questa è una giornata con due percorsi diversi. Il primo, traverso la neuroscienza che studia il rapporto tra il medium digitale e il funzionamento del nostro cervello, e il secondo filosofico, che vede questo atteggiamento in una visione ampia, dove noi creammo i medium e traverso questo istrumento cambiamo nostra visione del mondo e noi stessi.

Nicholas Car è un passeggero, un utente che ha abbracciato la internet nei loro primordi. Li mentre usava quello mezzi ha osservato sintomi strano, come se il tuo cervello non funzionasse come di prima. Questo è il punto di partenza per “The Shallows — How the Internet Is Changing the Way We Think, Read and Remember” tradotto in italiano come “Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello”.

Portando lo stesso argomento, ma nella visione di uno scienziato, Manfred Spitzer ha scritto “Demenza Digitale. Come La Nuova Tecnologia Ci Rende Stupidi”. Lui ha creato il saggio come forma di allerta a la società sul gli pericoli dei medium digitale nella vita dele persone.

L’argomento di tutti due parte dal concetto della neuroplasticità. Qui insomma spiega come il cervello si sviluppa fronte a gli stimoli. Un processo che si inizia nell’infanzia, un momento di estrema velocità e arriva a la maturità, una fase in cui nostro cervello rimanere si adattando a le situazione. Ma ormai, in una velocità meno veloce.

«Esperienze, emozioni, riflessioni e azioni lasciano tracce nel cervello, tracce mnemoniche, come vengono definite da più di un secolo…gli impulsi elettrici trasmessi dalle sinapsi modificano le sinapsi stesse rendendole più efficienti… Queste tracce, che è stata chiamata neuroplasticità». (Spitzer, 2013)

Oggi, quando rimaniamo diverse ore in dietro dello schermo, nostro cervello si cambia finche soddisfare il bisogno dello scorrimento infinito dei siti, e dell’applicazione e rete sociale. Per coprire il bisogno di adesso, vecchie abitudini collegata con la concentrazione sono stati dimenticati.

«I cambiamenti plastici possono non rappresentare necessariamente un guadagno comportamentale per un determinato soggetto”. Oltre a essere “il meccanismo per lo sviluppo e l’apprendimento”, la plasticità può essere “causa di patologia». (Carr, 2010)

Nostra attuale abitudine è stata prodotto degli anni di sviluppo della rete digitale. Dal l’hyperlink, un primo passo che a fornito la possibilità di collegare multipli testi un una unica pagina web, creando diversi percorsi al lettore. Al la più recente, conosciuta come infinite scrolling o scorrimento infinito e l’ultimo confine rumo a la stanchezza dei nostri cervelli. Ogni prodotto è parte di uno sforzo di sopravvivenza dei siti e applicazione web in un mondo dove chi vince è chi diventa più capace di catturare nostra presenza, non esattamente nostra attenzione.

«L’interesse economico di Google è quello di assicurarsi che clicchiamo il più spesso possibile. L’ultima cosa che l’azienda vuole è incoraggiare una lettura piacevole o una riflessione lenta e concentrata. Google è, letteralmente, nel business della distrazione». (Carr, 2010)

Dal 2008 al 2014, il principale indicatore di successo di un sito web era il “page-view”. Questo misurava quanti volte ogni pagina di un determinato sito erano caricata. Con il Facebook corrispondendo al 60–70 delle origini del traffico, semplicemente mettendo più possibile contenuto era possibile sopravvivere.

Ma nuove rette sono state arrivate. La competizione ha fatto Facebook cambiare e non condividere più link esterni. Di un giorno al altro la gara è cambiata e il “average time on page,” o “tempo sulla pagina” è diventato l’indicatore di successo. Dal questo punto ogni piattaforma sono stati lavorando per mantenere più tempo possibile l’utente sulla pagina.

«Una singola pagina Web può contenere alcune parti di testo, un flusso video o audio, una serie di strumenti di navigazione, vari annunci pubblicitari e diverse piccole applicazioni software, o “widget”, che girano nelle proprie finestre. Sappiamo tutti quanto questa cacofonia di stimoli possa distrarre». (Carr, 2010)

Come nostro cervello reagisce a tutti questi flussi d’informazione. Carr parla della stanchezza, mentre Spitzer va a la demenza. Ma tutti due ragionammo sul la struttura della memoria e la divisione tra memoria di lavoro e di contenuti. Come nostro cervello raccoglie le informazioni usando la memoria di lavoro per dopo inviare questa informazione per esse sistemata in un magazzino di esperienze.

Mentre le pagine, l’applicazione web sono stati scorriti, nostro cervello è li usando al 200% la memoria di lavoro per processare le informazioni. Che era lineare, nella epoca che la conoscenza arrivava tramite i libri o giornali, ormai è una coda infinita dove tropi cose sono persi perché semplicemente il cervello non è stato capace di mantenere quelle informazioni finche arrivare il giusto magazzino.

«Chi immagazzina il lavoro mentale su supporti digitali o nel cloud, oltre a fornire meno stimoli immediati al cervello, deve affrontare diversi problemi». (Spitzer, 2013)

Parte 3 — Il farmaco della memoria

Improvvisamente, dopo parcheggiare la macchina, Pippo, ormai Mr. Walker fa uno sforzo per riuscire a attraversare la strada. Adesso, lui diventa la vittima del traffico della città. Ma al comprare un giornale la cosa cambia, la tua attenzione fa un percorso al lontano e il traffico diventa una cozza secondaria.

Durante al meno 200 anni il giornale è stato il principale mezzo per capire il mondo. Quello mezzo in cui le informazioni e contenuti arrivano al meno con uno giorno di ritardo è stato il veicolo per la consolidazione del romanzo e della informazione strutturata come leggiamo oggi.

Quello che McLuhan chiama di Era Elettrica in cui la informazione è stata accelerata fine ad arrivare all’istantaneo è stato un lavoro di anni. In 1820 già si cercava ad arrivare di prima nel mondo della informazione.

«Una singola pagina Web può contenere alcune parti di testo, un flusso video o audio, una serie di strumenti di navigazione, vari annunci pubblicitari e diverse piccole applicazioni software, o “widget”, che girano nelle proprie finestre. Sappiamo tutti quanto questa cacofonia di stimoli possa distrarre». (Schudson, 1981 T.D.A)

La barca dei 1820 è diventata il telegrafo che presto sostituito per il telefono e poi per la radio, TV, fine ad arrivare nel satellite e nella fibra otica.

All’ascoltare Carr, Spitzer, Simone e tanti altri parlando degli effetti dei medium digitale negli esseri umani, la prima cosa che me viene a testa è che un giorno l’alfabeto ha trasformato nostro rapporto con il linguaggio orale al la stessa misura che la stampa come metodo industriale ha trasformato nostro rapporto con l’alfabeto.

Immaginare che prima dal 800 A.C.E tutta la conoscenza era stata conservata negli esseri umani stessi e era condivisa tra le persone traverso il linguaggio orale. Tutte i pensieri erano collegati con la memoria di qualcuno che aveva la conoscenza di quello tema mi fa pensare nello sforzo e come era limitata la conservazione delle informazioni.

È interessante vedere la stessa preoccupazione nella narrazione di Platone in Fedro nella finta favola egiziana del mito di Teuth. «Inoltre, lo scritto non sarà in grado di fornire vera sapienza, ma solo apparenza di sapienza, in quanto molti crederanno, pur avendo appreso cose senza insegnamento, di conoscere quello che in realtà non sanno». (Platone, ca. 750 A.C.E, 2017)

È una visione sulla prospettiva del filosofo, una persona che sviluppava la conoscenza tramite la espressione orale. Per loro era impensabile perdere il controllo del pensiero, non essere capace di spiegare, di argomentare. Sul questa visione la parola scritta è debole in comparazione con l’argomento, con la pratica filosofica del discorso orale.

«Inoltre, gli scritti sono come figure dipinte, che non sono in grado di rispondere alle domande che si fanno loro. Per di più, gli scritti cadono nelle mani di tutti, anche degli incompetenti e di coloro che li oltraggiano. Da soli non sanno difendersi… Invece, il discorso orale, che viene scritto con arte e con scienza nell’anima di chi impara in quanto è un discorso vivente e animato… sa difendersi, e sa con chi bisogna parlare e con chi bisogna, invece, tacere». (Platone, ca. 750 A.C.E, 2017)

Nello stesso scritto Platone parla indirettamente dello uso della scrittura nella società greca nel momento che misura il valore dello affidamento esclusivo nella scrittura non come una proprietà degna di un filoso, ma di un poeta, un retore, un legislatore. In summa, un elemento in dietro di tutta la organizzazione di quella società.

«Si trattava, come hanno riconosciuto a loro modo sia Platone che Socrate, di un cambiamento messo in moto dall’invenzione di uno strumento, l’alfabeto, che avrebbe avuto conseguenze profonde sul nostro linguaggio e sulla nostra mente». (Carr, 2010)

Una tecnologia senza precedenti nella storia della umanità, l’alfabeto è stato responsabile per organizzare nostro pensiero, per la nascita delle scienze moderne e dello uomo moderno.

L’uomo che prima sviluppava il pensiero tra il parlato ha iniziato a sviluppare leggendo. Gli scritti sono arrivato lontani nel tempo e nello spazio in una progressiva trasformazione.

«L’alfabeto significava potere e autorità e controllo delle strutture militari a distanza. Combinato con il papiro, l’alfabeto segnò la fine delle burocrazie stazionarie dei templi e dei monopoli sacerdotali della conoscenza e del potere». (Mcluhan, 1964)

Ci sono più da 2 mille anni di alfabeto fonetico mentre almeno 570 anni di stampa e 250 di stampa nella scala industriale, i due ultimi visto per McLuhan come una versione accelerata dall’alfabeto. Nonostante l’arrivo della internet ha cambiato diversi manieri di come noi leggiamo l’informazione e comunichiamo tra noi stessi, tutte queste trasformazioni sono stati accaduti al lungo di 38 anni. Una piccola porzione di tempo, in comparazione al la età dell’alfabeto.

Non è negare l’importanza della neuroscienza nell’esercizio di capire gli effetti della rete nel nostro cervello e tutta la accelerazione che “l’Era elettrica” ha fornito nella possibilità di tante cose cambiare in pochi tempi.

Dei vacchini essere sviluppato in due anni invece di dieci, a crescita di una rete che ha trasformato il mondo in un piccolo paese, dove la informazione è ubiqua.

Cosi come la invenzione della stampa ha creato il nazionalismo. Una affermazione che sembra lontana, ma quando si guarda da vicino se capisce che lo sviluppo del carattere tipografico, e i libri stampati per uno paese sono stati un elemento per una creazione di identità nazionale, tal quanto la mappa ha stato un instrumento per capire gli confini. È qui il posto dello L’alfabeto: Un medium per capire nostro rapporto con la rete e gli effetti negli esseri umani.

McLuhan ha dedicato gran parte della sua opera all’alfabeto con Gutenberg Galaxy interamente destinato a la scritta e la stampa, mentre Understanding Media (Gli Strumento del Comunicare) l’alfabeto è il punto di partenza per spiegare la “era elettrica”.

Non è al caso che Raffaele Simone e Nicholas Carr hanno seguito McLuhan nel percorso di guardare l’alfabeto nello sforzo di capire gli effetti della rete nel nostro cervello. Un giorno, uno degli più grande pensatore dell’umanità ha dimostrato preoccupazione con una nuova tecnologia chiamata alfabeto. Magari dobbiamo esseri attenti come lui, ma senza dimenticare che sempre possiamo scegliere un nuovo percorso e che questa nuova tecnologia già ha cambiato noi stessi e che adesso nostra opportunità è potere usare questa visione per costruire il futuro.

Motor Mania ©Walt Disney

Parte 4 — Conduttore o passeggero

Dopo buttare il giornale di forma sporca, pipo arriva nella macchina. È arrivata l’ora di trasformate in Mr. Wheller per l’ultima volta. In pochi minuti il matto mete la macchina in un accidente. La prossima scena lui sembra guidare, gridando come sempre, ma invece un’auto soccorso porta lui a casa.

Mr. Wheller non sa la differenza tra guidare e essere guidato per un’auto soccorso. Tutto che importa a lui è che in dietro dei volanti deve diventare quello matto. Una sorta di essere inquinante che agisce senza pensare.

«In realtà viviamo in modo mitico e integrale, per così dire, ma continuiamo a pensare secondo i vecchi schemi spaziali e temporali frammentati dell’era pre-elettrica. L’uomo occidentale ha acquisito dalla tecnologia dell’alfabetizzazione il potere di agire senza reagire. I vantaggi del frammentarsi in questo modo si vedono nel caso del chirurgo, che sarebbe del tutto impotente se si coinvolgesse umanamente nell’intera umanità e la inglobasse nella sua operazione». (Mcluhan, 1964)

Lo stesso Spitzer che presenta una visione più apocalittica sul nostro rapporto con la rete è consapevole della importanza della tecnologia digitale nella comunicazione e nel funzionamento della società. Già siamo lontani fa dal punto senza ritorno. Adesso nostro compito è agire consapevolmente nel nostro rapporto con i mezzi digitali. Agire, scorrere lo schermo cosciente che il “On Life” è parte di nostra realità, ma non è lo stesso da vivere nel mondo dele cose.

La neuroscienza, la linguistica, le scienze umane sono qui per aiutare a noi a capire la differenza tra guidare e essere guidato per un’auto soccorso. Pensare: Come una lingua cambia, non è molto simile a il cambio della comunicazione nella società? Come l’alfabeto ha trasformato e permesso a noi essere o che siamo oggi?

L’ultima cosa che dobbiamo sentire è paura, poi abbiamo gli strumenti per trovare il percorso giusto.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Bruno, Marcello Walter , Emanuele Fadda, Roland Barthes Club Band, Quodlibet, 2018.

Carr, Nicholas G, The shallows : what the Internet is doing to our brains = The shallows : how the internet is changing the way we think, read and remember, New York, N.Y., W.W. Norton, 2010.

Fadda, Emanuele , Sentimento della lingua. Per un’antropologia linguistica saussuriana, Edizioni dell’Orso Alessandria, 2017.

Fry, Hannah, Hello world : being human in the age of algorithms, New York, W.W. Norton & Company, 2019.

Mcluhan, Marshall, Understanding media : The extensions of man, Berkeley, Calif., Gingko Press, 1964.

Mcluhan, Marshall, Eric Mcluhan, The Lost Tetrads of Mashall McLuhan, Or Books, 2017.

Mcluhan, Marshall, W Terrence Gordon, Elena Lamberti, Dominique Scheffel-Dunand, The Gutenberg galaxy : the making of typographic man, Toronto, University Of Toronto Press, 2017.

Platone, FEDRO, Firenze, Bompiani, 2017.

Schudson, Michael, Discovering The News : a Social History of American Newspapers, New York, Basic Books, 1981.

Simone, Raffaele, Presi nella rete, Garzanti, 2012.

Spitzer, Manfred, Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi, Corbaccio, 2013.

Convention on road traffic, 1968. https://unece.org/DAM/trans/conventn/crt1968e.pdfConvention%20on%20read%20traffic.

«Goofy — Motor Mania (1950 Classic Full Video)», www.youtube.com, 1950. https://youtu.be/mwPSIb3kt_4.
«Marshall McLuhan 1968 Joyce and Film», www.youtube.com, aprile 30, 1968. https://youtu.be/-Opz3nu8agY?t=57.

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