La rivoluzione digitale

Alessandro Niglio
Alan Advantage
Published in
6 min readJun 29, 2022

La rivoluzione digitale che stiamo vivendo sta avendo uno straordinario successo mediatico dovuto all’impatto che hanno generato sulle imprese e sul mondo del lavoro.

Digital Tranformation

Il lavoro è inevitabilmente cambiato e continua ad evolversi in maniera sempre più rapida: perde il carattere di subordinazione e monotonia per essere invece sempre più caratterizzato da creatività, professionalità altamente qualificate.

I cambiamenti della forza lavoro generati dalle tecnologie di automazione sono paragonabili, per ordine di grandezza a quelli che i paesi sviluppati hanno sperimentato nel XX secolo nel passaggio da economie agricole a economie industriali.

La forza e la rapidità con cui le nuove tecnologie hanno portato un profondo cambiamento nella società moderna, offrono alle imprese una grande opportunità sia in termini di competenze necessarie e fondamentali per affrontare sfide future sia riguardo l’introduzione di nuovi modelli di business e di leadership.

Tuttavia, l’impatto delle tecnologie sul mondo del lavoro ha portato la formazione di opposte correnti di pensiero.

Da un lato, l’evoluzione digitale viene vista come l’elemento principale che porterà ad una progressiva sostituzione del lavoro umano con innovativi sistemi automatizzati.

Contrapposta a questa prima visione negativa, vi è un pensiero ottimista diffuso tra molte imprese e illustri figure del mondo del lavoro che vedono nel cambiamento una importante opportunità di crescita per la produttività di imprese e lavoratori stessi.

EFFETTI DELLA DIGITALIZZAZIONE E DI INTERNET

Per esaminare gli effetti della digitalizzazione e di Internet, consideriamo alcuni esempi di nuove combinazioni nelle seguenti quattro categorie di attività economica:

Miglioramento della produttività nelle industrie tradizionali (ad esempio l’industria petrolifera: il costo medio per trovare nuovo petrolio è sceso da 12–16 dollari al barile negli anni 1970 e 1980 a 4–8 dollari oggi)

Ristrutturazione a livello di settore (ad es. Industria aerea con tariffe variabili dei biglietti)

La creazione di mercati più efficienti (ad es. aumento della concorrenza e dei mercati liberi)

• La creazione di nuove combinazioni che danno origine a nuovi prodotti e nuove industrie (ad esempio nuove tecnologie, nuovi modelli di business…)

Una piattaforma ad esempio, è un modello di business plug-and-play che consente a più partecipanti (produttori e consumatori) di connettersi ad essa, interagire tra loro e scambiare valore: Amazon, Apple, Facebook, Linkedin, Eataly solo per citare alcuni esempi.

Esempi di Platform Business Models

PLUG-AND-PLAY BUSINESS MODELS

I modelli di business delle Platform sono particolarmente interessanti perché convertono le catene del valore tradizionali e lineari in reti di valore multidimensionali.

Convertono il modello di business della pipeline, in cui la creazione di valore è unidirezionale e soggetta a colli di bottiglia lungo tutta la catena di approvvigionamento, in un modello di business della piattaforma in cui la creazione di valore è bidirezionale e continua.

In altre parole, la piattaforma fornisce i servizi di base e l’ambiente generale che facilita le corrispondenze e lo scambio di valore tra produttori e consumatori che si connettono ad essa e effettuano transazioni tra loro.

Mentre la catena del valore tradizionale coinvolge la produzione di beni e risorse fisiche, il fornitore della piattaforma non ha bisogno di possedere risorse fisiche e fornisce semplicemente l’ambiente in cui i partecipanti possono connettersi e scambiare valore. Ciò significa che alcuni tipi di modelli di business delle piattaforme possono essere lanciati rapidamente e raggiungere valutazioni di mercato elevate nel giro di pochi anni.

· L’economia digitale globale sta vivendo una forte crescita, una rapida innovazione e un’ampia applicazione ad altri settori economici.

· L’economia digitale vale più del 15% del Pil mondiale ed è sempre più dominata da Usa e Cina. L’Europa raccoglie le briciole, ma grazie al Gdpr è all’avanguardia nelle politiche per la regolazione di questo settore mentre America latina ed Africa soffrono la mancanza di infrastrutture.

· Inoltre, oltre il 75% del valore aggiunto creato da Internet è nelle industrie tradizionali, a causa di maggiori guadagni di produttività.

Poiché le forze digitali riducono i costi di transazione, le catene del valore si disaggregano.

Prodotti e servizi di terze parti, in effetti blocchi Lego digitali, possono essere rapidamente integrati colmando le lacune dei servizi tradizionali.

Amazon, ad esempio, offre alle aziende logistica, “vetrine” di vendita al dettaglio online e servizi IT. Per molte aziende, potrebbe non essere vantaggioso costruire tali funzioni a livelli competitivi di prestazioni, quindi semplicemente inseriscono un’offerta esistente nelle loro catene del valore.

Nel settore dei viaggi, i nuovi portali stanno assemblando interi viaggi: voli, hotel e noleggio auto. Le offerte stand-alone di terze parti, a volte da piccole aziende o anche da privati, si collegano a tali portali. Questi pacchetti sono messi insieme in tempo reale, con prezzi dinamici che dipendono dalla domanda e dall’offerta. Man mano che sempre più fornitori di nicchia ottengono l’accesso alle nuove piattaforme, la concorrenza si sta intensificando

PRICING & MARGINS

Le tecnologie digitali creano una trasparenza quasi perfetta, semplificando il confronto di prezzi, livelli di servizio e prestazioni del prodotto: i consumatori possono passare da rivenditori, marchi e servizi digitali con pochi clic o scorrimenti con il dito

Le terze parti si sono gettate in questa mischia, disintermediando le relazioni tra le aziende e i loro clienti

L’aumento dei siti di comparazione dei prezzi che aggregano le informazioni tra i fornitori e consentono ai consumatori di confrontare facilmente i prezzi e le offerte di servizi è una testimonianza di questa tendenza.

Queste dinamiche creano una pressione al ribasso sui rendimenti in tutti i settori rivolti ai consumatori e le correnti dirompenti si stanno ora diffondendo nelle aziende B2B.

Impatto sul mondo del lavoro

La preoccupazione che le macchine possano sostituire il lavoro umano e creare un esercito di disoccupati è stato un tema ricorrente nella storia e nel pensiero economico. Finora questa preoccupazione si è dimostrata errata perché le nuove tecniche hanno mostrato una capacità di creare nuovi lavori prima inimmaginabili in misura sufficiente a riassorbire quelli persi perché ormai svolti più efficientemente con l’ausilio di macchine.

L’attuale ondata di innovazioni tecnologiche si distingue rispetto a quelle del passato non solo per la sua rapidità, ma anche per gli ambiti di applicazione:

  • nel giro di pochi anni la rete internet ha raggiunto miliardi di persone così come la diffusione di smartphone e tablet, inventati da appena un decennio
  • le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie includono compiti finora considerati appannaggio solo dell’intelligenza umana.

Negli ultimi due decenni a essere sostituite dalle “macchine” sono state soprattutto qualifiche professionali medie i cui livelli di occupazione e salario sono stati compressi. L’innovazione non ha invece intaccato significativamente le mansioni a qualifiche basse e ha accresciuto la domanda per quelle a qualifiche elevate, soprattutto tecnologiche.

Impatto sulla sicurezza: Cybercrime

I cyber-criminali possono provocare danni economici rilevanti con strumenti relativamente semplici, quali il phishing o programmi acquistabili a poco prezzo nel dark-web.

In alcuni ambiti, quali la difesa o il settore finanziario, il livello di protezione dagli attacchi informatici è assai elevato. In altri casi, la scarsa consapevolezza dei rischi, unita al fatto che i costi spesso non sono pagati da chi viene direttamente attaccato ma da altri, porta a livelli di sicurezza sub-ottimali.

Secondo indagini condotte dalla Banca d’Italia sulle imprese private dell’industria e del settore dei servizi non finanziari: il 45 per cento circa delle imprese ha subito almeno un attacco, con un’incidenza superiore per le grandi aziende e per quelle esposte sui mercati internazionali.

Concorrenza e tassazione

Nel 2018, sette delle prime dieci compagnie al mondo per valore di mercato appartenevano al settore BigTech; il loro valore complessivo era più del doppio del prodotto interno lordo dell’Italia. Nei mercati in cui operano, alcune BigTech hanno una posizione dominante:

  • Google detiene oltre il 90% della quota di mercato (in Italia più del 95%)
  • tra i social networks, Facebook, ha oltre 2,3 miliardi di utenti, il 60% della popolazione mondiale raggiunta da internet e WhatsApp (controllato da Facebook) ha 1 miliardo e mezzo di utenti.

I dati sono il “prezzo nascosto” che ciascuno di noi paga ai gestori dei motori di ricerca, ai social, alle piattaforme commerciali. Essi restano nel possesso dei gestori che possono sfruttarli a fini commerciali e costituiscono forse l’aspetto più determinante della loro posizione dominante.

Anche i vecchi modi di pensare e disegnare i sistemi di tassazione sono inadeguati e devono evolvere con il nuovo modo di produzione globalizzato e digitalizzato. Nel caso delle imprese digitali, il fatto che i servizi venduti siano intangibili rende spesso superflua la presenza fisica di una succursale nel luogo in cui avviene lo scambio.

A questi problemi si aggiunge la “competizione fiscale”, per cui alcuni paesi possono attrarre grandi multinazionali informatiche concedendo trattamenti fiscali privilegiati e di fatto sottraendo base imponibile ad altre economie dove i “prodotti” saranno venduti.

In ambito UE, in attesa di una disciplina comune i paesi hanno deciso di muoversi in autonomia. Francia e Italia hanno introdotto o sono in procinto di introdurre una “web-tax” che con un’aliquota del 3% colpirà le aziende che effettuano transazioni online.

--

--